Proteste a Istanbul per la morte di Ebru Timtik, l'avvocatessa che chiedeva un equo processo
La polizia lancia lacrimogeni ai funerali della donna morta ieri in ospedale dopo 238 giorni di sciopero della fame, accusata da Ankara di far parte di un gruppo terrorista. Di Antonella Alba
La fine di Ebru Timtik, avvocatessa turca morta a seguito di uno sciopero della fame consumato nelle carceri di Istanbul, scuote la comunità internazionale e l'opposizione turca. Cittadini sono scesi nelle strade a Istanbul per protestare contro la sua morte avvenuta senza il rispetto - dicono - dei diritti umani e senza un equo processo. Folla anche al suo funerale dove la polizia ha lanciato lacrimogeni.
"Ebru Timtik è stata fatta morire sotto i nostri occhi", ha twittato Sezgin Tanrikulu, deputato del Chp, la principale forza di opposizione al presidente turco Recep Tayyip Erdogan. "L'abbiamo persa a causa della coscienza cieca della giustizia e della politica. Il suo unico desiderio era di avere un processo equo e onesto", ha aggiunto.
"Ebru non ha mai rinunciato al suo grido di libertà. Un grido che nella comunità internazionale tutti devono sentire", ha scritto su Facebook David Sassoli, presidente del Parlamento europeo. Tanti i post dedicati a lei sui social, tra questi anche quello dell'attore Robert De Niro.
La storia
Ebru Timtik era in sciopero della fame da 238 giorni perché voleva un processo equo dopo che era stata condannata a 13 anni di reclusione per "appartenenza a un'organizzazione criminale". Ieri sera è deceduta in un ospedale di Istanbul. A dare la notizia della morte di Ebru, 42 anni, è stato il suo studio legale. "Ebru Timtik, socia del nostro studio, è morta da martire", si legge in un tweet.
Con il collega Aytac Unsal, pure lui in sciopero della fame, Timtik faceva parte dell'associazione contemporanea degli avvocati, specializzata nella difesa di casi politicamente delicati. Le autorità turche accusano questa associazione di essere legata all'organizzazione marxista-leninista radicale Dhkp-c, un gruppo che ha commesso diversi attacchi e che Ankara definisce "terrorista".
Tra i casi legali difesi da Ebru Timtik vi era quello della famiglia di Berkin Elvan, un adolescente vittima delle ferite riportate durante le proteste antigovernative a Gezi Park nel 2013.
Il mese scorso, un tribunale di Istanbul ha rifiutato di scarcerare la donna, nonostante un referto medico indicasse che il suo stato di salute non le permetteva più di restare in carcere. Analoga richiesta è stata depositata anche ad agosto presso la Corte costituzionale, senza successo. Invece di essere scarcerati, Timtik e il collega Unsal sono stati trasferiti in due diversi ospedali a luglio. Secondo quanto riferito dai suoi familiari, Ebru avrebbe consumato solo acqua zuccherata, tisane e vitamine durante lo sciopero della fame e al momento del decesso pesava solo 30 kg.
"Ebru Timtik è stata fatta morire sotto i nostri occhi", ha twittato Sezgin Tanrikulu, deputato del Chp, la principale forza di opposizione al presidente turco Recep Tayyip Erdogan. "L'abbiamo persa a causa della coscienza cieca della giustizia e della politica. Il suo unico desiderio era di avere un processo equo e onesto", ha aggiunto.
"Ebru non ha mai rinunciato al suo grido di libertà. Un grido che nella comunità internazionale tutti devono sentire", ha scritto su Facebook David Sassoli, presidente del Parlamento europeo. Tanti i post dedicati a lei sui social, tra questi anche quello dell'attore Robert De Niro.
La storia
Ebru Timtik era in sciopero della fame da 238 giorni perché voleva un processo equo dopo che era stata condannata a 13 anni di reclusione per "appartenenza a un'organizzazione criminale". Ieri sera è deceduta in un ospedale di Istanbul. A dare la notizia della morte di Ebru, 42 anni, è stato il suo studio legale. "Ebru Timtik, socia del nostro studio, è morta da martire", si legge in un tweet.
Con il collega Aytac Unsal, pure lui in sciopero della fame, Timtik faceva parte dell'associazione contemporanea degli avvocati, specializzata nella difesa di casi politicamente delicati. Le autorità turche accusano questa associazione di essere legata all'organizzazione marxista-leninista radicale Dhkp-c, un gruppo che ha commesso diversi attacchi e che Ankara definisce "terrorista".
Tra i casi legali difesi da Ebru Timtik vi era quello della famiglia di Berkin Elvan, un adolescente vittima delle ferite riportate durante le proteste antigovernative a Gezi Park nel 2013.
Il mese scorso, un tribunale di Istanbul ha rifiutato di scarcerare la donna, nonostante un referto medico indicasse che il suo stato di salute non le permetteva più di restare in carcere. Analoga richiesta è stata depositata anche ad agosto presso la Corte costituzionale, senza successo. Invece di essere scarcerati, Timtik e il collega Unsal sono stati trasferiti in due diversi ospedali a luglio. Secondo quanto riferito dai suoi familiari, Ebru avrebbe consumato solo acqua zuccherata, tisane e vitamine durante lo sciopero della fame e al momento del decesso pesava solo 30 kg.