Strangolata dal fratello per i selfie che avevano conquistato social. Lui confessa: Non ho rimpianti
Qandeel Baloch Pakistan era paragonata a Kim Kardashian le sue foto in pose sexy che avevano conquistato centinaia di migliaia di followers sui social networks. Un "disonore" che il fratello ha punito con la morte: "Ho lavato la vergogna della famiglia, non ho rimpianti", ha detto l'uomo, arrestato
Il fratello di Qandeel Baloch, una ragazza pachistana divenuta famosa in Pakistan per i suoi selfie sui social network, è stato arrestato con l'accusa di aver strangolato la sorella. L'uomo ha confessato di averla uccisa per difendere "l'onore" della famiglia.
"La polizia ha arrestato Muhammad Waseem, fratello di Qandeel Baloch, per aver ucciso sua sorella", ha riferito il capo della polizia Azhar Akram. "Waseem ha confessato il suo crimine dicendo di averla uccisa per onore, dopo i suoi video trasgressivi postati su Facebook."
La ragazza, paragonata in Pakistan a Kim Kardashian, è stata assassinata dopo essersi recata dai suoi genitori nella città di Muzaffarabad, vicino a Multan, per le feste della fine del ramadan.
Qandeel Baloch aveva costruito la sua notorietà pubblicando una lunga serie di selfie sui social media, seguite da decine di migliaia di utenti, ma che avevano suscitato scandalo e condanna negli strati più conservatori del Paese musulmano.
"La polizia ha arrestato Muhammad Waseem, fratello di Qandeel Baloch, per aver ucciso sua sorella", ha riferito il capo della polizia Azhar Akram. "Waseem ha confessato il suo crimine dicendo di averla uccisa per onore, dopo i suoi video trasgressivi postati su Facebook."
La ragazza, paragonata in Pakistan a Kim Kardashian, è stata assassinata dopo essersi recata dai suoi genitori nella città di Muzaffarabad, vicino a Multan, per le feste della fine del ramadan.
Qandeel Baloch aveva costruito la sua notorietà pubblicando una lunga serie di selfie sui social media, seguite da decine di migliaia di utenti, ma che avevano suscitato scandalo e condanna negli strati più conservatori del Paese musulmano.