Giorgetto Giugiaro, il genio italiano dell'auto compie 80 anni
È stato eletto nel 1999 'Designer del Secolo' da una giuria di 132 super-esperti, ma la sua notorietà globale nell'automotive si deve agli oltre 200 progetti (più molti altri noti solo a lui e al suo staff) di vetture che portano la sua firma e che circolano da anni in tutto il mondo,
Compie 80 anni Giorgetto Giugiaro, la figura di maggiore spicco dal punto di vista della "creatività" automobilistica del '900 e del nuovo millennio, vista l'influenza che il suo stile ha ancora oggi sulle nuove generazioni di designer. Un artista, un visionario, un manager che ha lasciato una grandissima impronta nell'evoluzione del mezzo a quattro ruote.
Per celebrare questo compleanno si è preso una pausa artistica e ha realizzato un grande quadro da regalare alla natia Garessio, la cittadina in provincia di Cuneo ai piedi dell'Appennino, un territorio a cui è molto legato e che aveva lasciato con i genitori nel 1932 per trasferirsi a Torino. Si tratta di una grande e pregevole opera pittorica di 4 metri per 5 dedicata alla rappresentazione teatrale che dal 1700 il paese dedica ogni 4 anni alla Passione di Cristo.
Questo Giugiaro pittore del 2018 rimanda a quello degli Anni '50, quando fresco degli studi in belle arti entra al Centro Stile Fiat, come "illustratore" per visualizzare in bozzetti all'acquerello e altre tecniche le idee dei creativi. Dalla Golf alla Panda, dalla De Lorean (l'avveniristica auto di "Ritorno al futuro") alla Giulia GT. Ma anche dalla Hyundai - con cui l'industria sudcoreana ha iniziato l'espansione nel mondo - alla Lamborghini Gallardo, passando per vere pietre miliari della storia automobilistica come la Fiat Uno, come la prima Audi 80, la Lancia Delta o, ancora, il 'trittico' Passat-Polo-Scirocco che fece seguito alla Golf.
Tanti i nomi delle concept car sgorgate dalla sua creatività fin dai tempi del lavoro alla Bertone - fra tutte, la Chevrolet Testudo - per proseguire negli anni in direzione di nuovi territori (la Megagamma, prima idea di auto "alta" o la Biga che precorreva i concetti di microcar urbana) ma anche di elegantissime ricerche di design. Nomi che riportano ad immagini che lasciano stupiti per la modernità: Alfa Romeo Schighera, Lamborghini Cal, Bugatti 18/3 Chiron, Aston Martin Twenty Twenty, Lexus Landau e Structura.
Non solo auto
La firma di Giugiaro ha innovato anche molti altri settori, da quello dell'alimentare all'arredamento, dal packaging alle macchine fotografiche, dai treni agli orologi. Tutti piccoli capolavori scaturiti dal suo saper conciliare non solo la forma e la funzione, ma anche la bellezza. Come la famosa boccetta dell'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop, diventata il simbolo di questa eccellenza in tutto il mondo: l'inconfondibile ampolla a forma sferica con base rettangolare in vetro massiccio, diventata obbligatoria per tutti i produttori del Consorzio, come previsto dalle Norme del Disciplinare di Produzione.
Giugiaro è stato anche il primo designer a firmare una bottiglia d'acqua, rendendo omaggio alla sua terra di origine. Ha realizzato due bottiglie di Acqua S. Bernardo del cuneese "Gocce 1994" e "Gocce 2008" il suo restyling. Risalgono, invece, al 1984 le Marille, il formato di pasta disegnato per la Voiello. Ispirata alla sezione di una guarnizione di un vecchio prodotto industriale, il maccherone ha delle rigature all'interno per raccogliere e non assorbire i condimenti, definito non a caso un capolavoro di ingegneria culinaria. Inventare una pasta di tre centimetri, aveva confessato il designer, gli era costato più tempo che pensare a un'automobile.
Per celebrare questo compleanno si è preso una pausa artistica e ha realizzato un grande quadro da regalare alla natia Garessio, la cittadina in provincia di Cuneo ai piedi dell'Appennino, un territorio a cui è molto legato e che aveva lasciato con i genitori nel 1932 per trasferirsi a Torino. Si tratta di una grande e pregevole opera pittorica di 4 metri per 5 dedicata alla rappresentazione teatrale che dal 1700 il paese dedica ogni 4 anni alla Passione di Cristo.
Questo Giugiaro pittore del 2018 rimanda a quello degli Anni '50, quando fresco degli studi in belle arti entra al Centro Stile Fiat, come "illustratore" per visualizzare in bozzetti all'acquerello e altre tecniche le idee dei creativi. Dalla Golf alla Panda, dalla De Lorean (l'avveniristica auto di "Ritorno al futuro") alla Giulia GT. Ma anche dalla Hyundai - con cui l'industria sudcoreana ha iniziato l'espansione nel mondo - alla Lamborghini Gallardo, passando per vere pietre miliari della storia automobilistica come la Fiat Uno, come la prima Audi 80, la Lancia Delta o, ancora, il 'trittico' Passat-Polo-Scirocco che fece seguito alla Golf.
Tanti i nomi delle concept car sgorgate dalla sua creatività fin dai tempi del lavoro alla Bertone - fra tutte, la Chevrolet Testudo - per proseguire negli anni in direzione di nuovi territori (la Megagamma, prima idea di auto "alta" o la Biga che precorreva i concetti di microcar urbana) ma anche di elegantissime ricerche di design. Nomi che riportano ad immagini che lasciano stupiti per la modernità: Alfa Romeo Schighera, Lamborghini Cal, Bugatti 18/3 Chiron, Aston Martin Twenty Twenty, Lexus Landau e Structura.
Non solo auto
La firma di Giugiaro ha innovato anche molti altri settori, da quello dell'alimentare all'arredamento, dal packaging alle macchine fotografiche, dai treni agli orologi. Tutti piccoli capolavori scaturiti dal suo saper conciliare non solo la forma e la funzione, ma anche la bellezza. Come la famosa boccetta dell'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop, diventata il simbolo di questa eccellenza in tutto il mondo: l'inconfondibile ampolla a forma sferica con base rettangolare in vetro massiccio, diventata obbligatoria per tutti i produttori del Consorzio, come previsto dalle Norme del Disciplinare di Produzione.
Giugiaro è stato anche il primo designer a firmare una bottiglia d'acqua, rendendo omaggio alla sua terra di origine. Ha realizzato due bottiglie di Acqua S. Bernardo del cuneese "Gocce 1994" e "Gocce 2008" il suo restyling. Risalgono, invece, al 1984 le Marille, il formato di pasta disegnato per la Voiello. Ispirata alla sezione di una guarnizione di un vecchio prodotto industriale, il maccherone ha delle rigature all'interno per raccogliere e non assorbire i condimenti, definito non a caso un capolavoro di ingegneria culinaria. Inventare una pasta di tre centimetri, aveva confessato il designer, gli era costato più tempo che pensare a un'automobile.