Trovata Clotilde, l'ultima nave che trasportò schiavi in America
Il relitto era stato individuato nel fango del fiume Mobile, in Alabama, nel gennaio 2018 a seguito di un'eccezionale bassa marea legata al "ciclone bomba". Dopo un anno di indagini scientifiche l'Alabama Historical Commission ne conferma l'identità
La nave è stata scoperta da una società denominata Search, in collaborazione con lo Smithsonian National Museum of African American History and Culture. La goletta portò un carico umano di 110 uomini e donne del regno di Dahomey (oggi Benin), in Africa, sulle coste dall'Alabama, nel luglio del 1860. Il commercio transatlantico di schiavi era stato vietato nel 1807 anche se era ancora legale possederne e venderne all'interno del Paese. Fu proprio per nascondere alle autorità di aver portato schiavi dall'Africa che il capitano William Foster incendiò la Clotilde, ritrovata nel tratto fangoso del fiume Mobile che sfocia nell'omonima baia. Gli schiavi erano stati portati a terra a bordo di una chiatta.
Alla fine delle Guerra civile e della schiavitù, 32 degli schiavi arrivati negli Usa a bordo della Clotilde fondarono una comunità chiamata Africatown, nella periferia di Mobile. Tramandarono di generazione in generazione i racconti di quel viaggio a bordo della Clotilde, determinati a non dimenticare le loro origini e l'orribile storia che ha portato alla nascita di Africatown.
Per determinare le dimensioni della Clotilde e le sue caratteristiche peculiari, gli scienziati hanno utilizzato i registri dell'assicurazione, ha spiegato il National Geographic, che ha supportato le ricerche.
Tra gli schiavi della Clotilde, Cudjo Lewis, vissuto fino al 1935 e per molto tempo considerato l'ultimo sopravvissuto del turpe commercio transatlantico. Poi, un libro uscito quest'anno a cura di Hannah Durkin, ricercatrice britannica della New Castle University, ha indicato Redoshi come l'ultima sopravvissuta della Clotilde. Aveva 12 anni quando fu rapita ed è morta, emancipata, nel 1937 con il nome di Sally Smith.