Cuba, scontri e arresti nella protesta anti-governativa. Non succedeva da trent'anni
Cuba in ginocchio scende in piazza: "basta dittatura". Scontri e centinaia di arresti, ingente il dispiegamento di forze dell'ordine. L'Avana accusa Washington, Biden appoggia le maggiori proteste da 30 anni. Altolà di Mosca
Dopo quasi trent'anni Cuba torna a sperimentare proteste di massa. Una protesta contro la carenza di cibo e i prezzi alti nata dal tam tam sui social, con l'hashtag #SOScuba che è divenuto un simbolo della rivolta. A scendere in strada sono stati soprattutto giovani. Le autorità hanno bloccato internet, ma l'immagine delle difficoltà della popolazione dell'isola è quella delle lunghissime e interminabili code a cui oramai in tantissimi sono costretti ogni giorno per assicurare alle proprie famiglie generi di prima necessità e medicine.
Ill presidente Miguel Diaz-Canel è accusato di fare poco o nulla contro la crisi economica che ha messo in ginocchio l'intera popolazione. Cuba subisce le conseguenze del decennale embargo economico e finanziario imposto dagli Usa, ma il colpo di grazia per i cubani è arrivato dalla pandemia, col turismo - fonte di reddito principale del paese - azzerato o ridotto al lumicino, e un esercito di disoccupati che cresce ogni giorno di più.
La polizia è intervenuta dopo alcune ore di proteste eseguendo centinaia di arresti. I dimostranti hanno lanciato sampietrini contro gli agenti: "Non ne possiamo più di file, della mancanza di tutto. Per questo sono qui", ha detto un 50enne ad Associated Press, parlando anonimamente per il timore di essere arrestato. AP ha contato almeno 20 persone portate via nelle auto della polizia o da persone in abiti civili. Nel frattempo, circa 300 sostenitori del governo sono arrivati nell'area delle proteste all'Avana con una grande bandiera nazionale, scandendo slogan a favore del 'lider maximo' Fidel Castro e della rivoluzione.
"Si riportano diversi feriti nelle proteste che si sono avute in tutta Cuba, a Camaguey i militari hanno sparato contro i manifestanti", ha scritto su Twitter Yoani Sanchez, la nota blogger ed attivista cubana fondatrice del portale 14ymedio.com. Interpellata da 14ymedio.com, l'attivista Maria Antonia Pachecho, che ha partecipato alle manifestazioni, ha confermato che a Camaguey sono stati feriti almeno due giovani.
Il presidente Miguel Diaz-Canel si è scagliato contro i dimostranti: "Come se la pandemia non esistesse in tutto il mondo, la mafia cubano-americana, pagando molto bene sui social network, ha creato un'intera campagna e ha convocato le manifestazioni". Diaz-Canel ha poi accusato direttamente gli Usa "di provocazioni da parte di mercenari assoldati per destabilizzare".
Washington nega ogni coinvolgimento nelle proteste: "Sarebbe un grave errore per il regime cubano interpretare le proteste nel Paese come il prodotto di qualcosa che gli Usa hanno fatto": ha detto il segretario di stato americano Antony Blinken. Da Washington è intervenuto il presidente Joe Biden: i cubani "stanno coraggiosamente affermando i diritti fondamentali e universali", "inclusi quelli di protestare pacificamente e determinare liberamente il proprio futuro", che "devono essere rispettati".
I toni stanno diventando quelli della guerra fredda. Dalla Russia, storica alleata di Cuba arrivano parole dure: "Consideriamo inaccettabile che ci sia un'interferenza esterna negli affari interni di uno stato sovrano o qualsiasi azione distruttiva che incoraggi la destabilizzazione della situazione sull'Isola", ha detto la portavoce del Ministero degli esteri Maria Zakharova. Un avvertimento agli Usa viene anche dal Messico, il cui presidente Manuel Lopez Obrador ha messo in guardia da ingerenze e tentazioni interventiste.
Ill presidente Miguel Diaz-Canel è accusato di fare poco o nulla contro la crisi economica che ha messo in ginocchio l'intera popolazione. Cuba subisce le conseguenze del decennale embargo economico e finanziario imposto dagli Usa, ma il colpo di grazia per i cubani è arrivato dalla pandemia, col turismo - fonte di reddito principale del paese - azzerato o ridotto al lumicino, e un esercito di disoccupati che cresce ogni giorno di più.
La polizia è intervenuta dopo alcune ore di proteste eseguendo centinaia di arresti. I dimostranti hanno lanciato sampietrini contro gli agenti: "Non ne possiamo più di file, della mancanza di tutto. Per questo sono qui", ha detto un 50enne ad Associated Press, parlando anonimamente per il timore di essere arrestato. AP ha contato almeno 20 persone portate via nelle auto della polizia o da persone in abiti civili. Nel frattempo, circa 300 sostenitori del governo sono arrivati nell'area delle proteste all'Avana con una grande bandiera nazionale, scandendo slogan a favore del 'lider maximo' Fidel Castro e della rivoluzione.
"Si riportano diversi feriti nelle proteste che si sono avute in tutta Cuba, a Camaguey i militari hanno sparato contro i manifestanti", ha scritto su Twitter Yoani Sanchez, la nota blogger ed attivista cubana fondatrice del portale 14ymedio.com. Interpellata da 14ymedio.com, l'attivista Maria Antonia Pachecho, che ha partecipato alle manifestazioni, ha confermato che a Camaguey sono stati feriti almeno due giovani.
Il presidente Miguel Diaz-Canel si è scagliato contro i dimostranti: "Come se la pandemia non esistesse in tutto il mondo, la mafia cubano-americana, pagando molto bene sui social network, ha creato un'intera campagna e ha convocato le manifestazioni". Diaz-Canel ha poi accusato direttamente gli Usa "di provocazioni da parte di mercenari assoldati per destabilizzare".
Washington nega ogni coinvolgimento nelle proteste: "Sarebbe un grave errore per il regime cubano interpretare le proteste nel Paese come il prodotto di qualcosa che gli Usa hanno fatto": ha detto il segretario di stato americano Antony Blinken. Da Washington è intervenuto il presidente Joe Biden: i cubani "stanno coraggiosamente affermando i diritti fondamentali e universali", "inclusi quelli di protestare pacificamente e determinare liberamente il proprio futuro", che "devono essere rispettati".
I toni stanno diventando quelli della guerra fredda. Dalla Russia, storica alleata di Cuba arrivano parole dure: "Consideriamo inaccettabile che ci sia un'interferenza esterna negli affari interni di uno stato sovrano o qualsiasi azione distruttiva che incoraggi la destabilizzazione della situazione sull'Isola", ha detto la portavoce del Ministero degli esteri Maria Zakharova. Un avvertimento agli Usa viene anche dal Messico, il cui presidente Manuel Lopez Obrador ha messo in guardia da ingerenze e tentazioni interventiste.