Dopo la protesta degli Ncc si ferma l'ala dura dei Taxi. "Governo non faccia marcia indietro"
Un'altra giornata nera per i trasporti pubblici della capitale
L'emendamento che disciplina il settore Ncc, costringendo di fatto il Noleggio con conducente a rientrare in autorimessa dopo ogni servizio, era al centro della protesta di ieri, 'colpevole' secondo gli Ncc di "mettere a rischio 80 mila imprese per un indotto di 200 mila lavoratori". Per questo gli autisti sono scesi nuovamente in piazza, a Roma, anche oggi. Con un sit-in in piazza dell'Esquilino che ha di fatto paralizzato il traffico nella zona limitrofa.
L'Anitrav, uno dei sindacati degli autonoleggiatori (Ncc), ha annuciato di aver incontrato il vicepremier Matteo Salvini al palazzo delle Stelline a Milano. "Ci ha assicurato che intende risolvere nel più breve tempo possibile la nostra situazione". "Io incontro tutti: tassisti, Ncc. Fa parte del mio lavoro. Ascolto e cerco di risolvere i problemi. Poi non sono ministro a tutto, le mie competenze sono quelle che sono", ha detto poi Salvini.
Questo è bastato per scatenare l'ala dura dei taxi. Così parte delle auto bianche hanno deciso di fermare il servizio. Disagi si sono registrati in diverse città italiane. In particolare a Roma si sono formate lunghe code alla Stazione Termini e a Fiumicino. Con riferimento alle notizie relative al blocco del servizio taxi all'Aeroporto di Fiumicino e alla stazione Termini di Roma, l'Autorità di Garanzia "sta monitorando con la massima attenzione la situazione, e, come già accaduto in passato non esiterà a sanzionare ogni comportamento al di fuori delle norme di legge, a tutela dei cittadini utenti del servizio in particolare nel periodo delle festività, la maggiore affluenza dei turisti impone maggiore responsabilità nella garanzia di un servizio pubblico essenziale come quello dei taxi." Lo dichiara Giuseppe Santoro Passarelli, presidente dell'Autorità di Garanzia per gli scioperi, a proposito della decisione dello stop dei tassisti presa dopo la riunione di questa mattina dei tassisti in seguito alla presunta marcia indietro del governo su alcune parti dell'emendamento presentato in commissione al Senato alla manovra economica riguardante gli Ncc.
Cosa succede dal primo gennaio
Dal 2019, entrerà in vigore il decreto 29/1 quater, che - hanno spiegato gli Ncc - "cancellerebbe 80 mila aziende e creerebbe 200 mila disoccupati". Per la categoria si tratta di "chiaro sostegno alla lobby dei tassisti". Di fatto, il decreto prevede l'obbligo dei moleggiatori con conducente di rientrare in rimessa alla fine di ogni trasporto e quindi l'impossibilità di accettare eventuali corse dopo un servizio, come succede invece normalmente per i taxi.
L'emendamento proposto e non ancora votato
Un emendamento depositato in commissione bilancio al Senato, e non ancora votato, prevede che gli Ncc possano operare in ambito provinciale ma senza dover tornare sempre in rimessa. La deroga è prevista se nel 'foglio di servizio' già sono indicate "più prenotazioni oltre la prima". Previsto, inoltre, lo stop al rilascio di nuove autorizzazioni fino alla piena operatività di un nuovo "archivio informatico pubblico nazionale" che registrerà tutte le licenze anche dei taxi.
L'Anitrav, uno dei sindacati degli autonoleggiatori (Ncc), ha annuciato di aver incontrato il vicepremier Matteo Salvini al palazzo delle Stelline a Milano. "Ci ha assicurato che intende risolvere nel più breve tempo possibile la nostra situazione". "Io incontro tutti: tassisti, Ncc. Fa parte del mio lavoro. Ascolto e cerco di risolvere i problemi. Poi non sono ministro a tutto, le mie competenze sono quelle che sono", ha detto poi Salvini.
Questo è bastato per scatenare l'ala dura dei taxi. Così parte delle auto bianche hanno deciso di fermare il servizio. Disagi si sono registrati in diverse città italiane. In particolare a Roma si sono formate lunghe code alla Stazione Termini e a Fiumicino. Con riferimento alle notizie relative al blocco del servizio taxi all'Aeroporto di Fiumicino e alla stazione Termini di Roma, l'Autorità di Garanzia "sta monitorando con la massima attenzione la situazione, e, come già accaduto in passato non esiterà a sanzionare ogni comportamento al di fuori delle norme di legge, a tutela dei cittadini utenti del servizio in particolare nel periodo delle festività, la maggiore affluenza dei turisti impone maggiore responsabilità nella garanzia di un servizio pubblico essenziale come quello dei taxi." Lo dichiara Giuseppe Santoro Passarelli, presidente dell'Autorità di Garanzia per gli scioperi, a proposito della decisione dello stop dei tassisti presa dopo la riunione di questa mattina dei tassisti in seguito alla presunta marcia indietro del governo su alcune parti dell'emendamento presentato in commissione al Senato alla manovra economica riguardante gli Ncc.
Cosa succede dal primo gennaio
Dal 2019, entrerà in vigore il decreto 29/1 quater, che - hanno spiegato gli Ncc - "cancellerebbe 80 mila aziende e creerebbe 200 mila disoccupati". Per la categoria si tratta di "chiaro sostegno alla lobby dei tassisti". Di fatto, il decreto prevede l'obbligo dei moleggiatori con conducente di rientrare in rimessa alla fine di ogni trasporto e quindi l'impossibilità di accettare eventuali corse dopo un servizio, come succede invece normalmente per i taxi.
L'emendamento proposto e non ancora votato
Un emendamento depositato in commissione bilancio al Senato, e non ancora votato, prevede che gli Ncc possano operare in ambito provinciale ma senza dover tornare sempre in rimessa. La deroga è prevista se nel 'foglio di servizio' già sono indicate "più prenotazioni oltre la prima". Previsto, inoltre, lo stop al rilascio di nuove autorizzazioni fino alla piena operatività di un nuovo "archivio informatico pubblico nazionale" che registrerà tutte le licenze anche dei taxi.