Addio a Sam Nzima, scattò la foto simbolo dell'orrore dell'apartheid
Aveva 83 anni e solo 20 anni fa era riuscito a farsi riconoscere il copyright della immagine che aveva fatto il giro del mondo
La sua fotografia di Hector Pietrson, 13 anni, colpito a morte dalla polizia durante la rivolta di Soweto del 1976 è stata definita "l'inizio della fine dell'apartheid" tanto impatto ebbe nel mobilitare la lotta del popolo sudafricano contro il regime segregazionista e nel far conoscere la sua ingiustizia al mondo intero, un regime che sarebbe sarebbe finito soltanto nel 1994. Sam Nzima, è morto sabato scorso nell'ospedale di Nelspruit, una città del nord-ovest del Sud Africa. Lo ha annunciato il figlio Thulani Nzima dicendo che il padre aveva avuto un malore due giorni prima e non si era più ripreso..
Riconoscimenti arrivano dalle autorità del Paese: "Sam Nzima era una persona speciale" ha detto il presidente Cyril Ramaphosa, "La sua macchina fotografica ha colto in pieno la brutalità dell'oppressione sulla psiche e sulla storia della nazione."
"La sua foto ha costretto il mondo a vedere la brutalità e il male dell'apartheid," si legge in un comunicato dell'African National Congress, a tutt'oggi il primo partito del Paese, "Nzima ne ha pagato il prezzo subendo ogni sorta di intimidazione."
In effetti Nzima fu costretto a lasciare Johannesburg, perseguitato dal regime e solo nel 1998 si è visto riconosciuto il copyright di una foto che aveva fatto il giro del mondo, riprodotta migliaia di volte. Ha trascorso gli ultimi anni della sua vita a insegnare fotografia agli studenti di Bushbuckridge, una città di campagna.
Un destino di persecuzione che colpì anche l'altro protagonista della foto. Mbuyisa Makhubu lo studente attivista che trasporta il corpo di Hector e che fu costretto a prendere la via dell'esilio. Nessuno sa che fine abbia fatto e le sue ultime notizie risalgono a poco tempo dopo, nel 1978, quando si credeva avesse riparato in Nigeria.