Ritrovato il relitto della Uss Indianapolis, la nave che trasportò la prima bomba atomica
Nel 1945 la nave affondo' in soli 12 minuti
A 72 anni dal suo affondamento ad opera di un sottomarino giapponese, e' stato trovato il relitto di una nave da guerra Usa, la cui importanza e' stata a lungo ignota ai piu'. L'incrociatore pesante Uss Indianapolis ha trasportato - in assoluta segretezza e senza alcuna nave da scorta, condannando alla morte quasi tutto l'equipaggio - le parti piu' importanti della prima bomba atomica, 'Fat Boy', sganciata il 6 agosto del 1945 su Hiroshima.
Il relitto e' stato rinvenuto alla profondita' di 5.500 metri nel Mare delle Filippine secondo quanto ha riferito il
co-fondatore di Microsoft e appassionato cacciatore di relitti, Paul Allen.
La storia dell'Indianapolis, raccontata in un recente film con Nicolas Cage, e' stata a lungo taciuta come una vergogna
per la Us Navy. La sua missione era cosi' segreta che quando il 30 luglio del 1945 - 4 giorni dopo aver scaricato il prezioso carico (l'uranio arricchito e le componenti dell'ordigno) sull'isola filippina di Tinian - venne affondata da 2 siluri
non pote' neanche lanciare l'allarme. Non solo. Essendo la sua missione conosciuta solo ai vertici della Marina Usa e sapendo che la nave non poteva rompere il silenzio radio per giorni nessuno la cerco' ed i soccorsi arrivarono tardi per la
maggioranza dei marinai sopravvissuiti all'affondamento perche' la sua posizione era ignota.
L'Indianapolis, costruita nel 1929 era lunga 186 metri ed aveva 9 cannoni da 200 mm. La nave, non modernissima nel 1945, affondo' in soli 12 minuti e l'equipaggio non riusci' neanche a calare in acqua le scialuppe di salvataggio. Dei 1.196 marinai a bordo ben 900 sopravvissero all'affondamento ma destinati, la maggioranza, ad una fine atroce: divorati dagli squali o morti di stenti.
Alla fine solo 316 sopravvissero e di questi 22 sono ancora vivi. L'incrociatore conserva ancora il triste record della
maggior perdita di vite umane per una singola nave in mare. Il comandante, il capitano di vascello Charlie B. McWay III
sopravvisse all'affondamento ma subi' la corte marziale per non aver "zizgato" rendendo, secondo i suoi colleghi giudici, la nave un facile bersaglio, versione smentita dallo stesso comandante del sommergibile nipponico I-58 che l'affondo'.
Venne riconosciuto colpevole di condotta pericolosa ma il comandante della Marina, l'ammiraglio Chester Nimitz lo
reintegro'. Fini' la sua carriera 4 anni dopo con il grado di contrammiraglio (1 stella) e nel 1969 si suicidò per le
pressioni e le accuse dei parenti dei marinai deceduti. Solo nel 2000 il Congresso degli Stati Uniti approvo' una
risoluzione che scagiono' McWay, l'unico comandante della Us Navy finito di fronte alla corte marziale per aver perso la sua nave.
Il relitto e' stato rinvenuto alla profondita' di 5.500 metri nel Mare delle Filippine secondo quanto ha riferito il
co-fondatore di Microsoft e appassionato cacciatore di relitti, Paul Allen.
La storia dell'Indianapolis, raccontata in un recente film con Nicolas Cage, e' stata a lungo taciuta come una vergogna
per la Us Navy. La sua missione era cosi' segreta che quando il 30 luglio del 1945 - 4 giorni dopo aver scaricato il prezioso carico (l'uranio arricchito e le componenti dell'ordigno) sull'isola filippina di Tinian - venne affondata da 2 siluri
non pote' neanche lanciare l'allarme. Non solo. Essendo la sua missione conosciuta solo ai vertici della Marina Usa e sapendo che la nave non poteva rompere il silenzio radio per giorni nessuno la cerco' ed i soccorsi arrivarono tardi per la
maggioranza dei marinai sopravvissuiti all'affondamento perche' la sua posizione era ignota.
L'Indianapolis, costruita nel 1929 era lunga 186 metri ed aveva 9 cannoni da 200 mm. La nave, non modernissima nel 1945, affondo' in soli 12 minuti e l'equipaggio non riusci' neanche a calare in acqua le scialuppe di salvataggio. Dei 1.196 marinai a bordo ben 900 sopravvissero all'affondamento ma destinati, la maggioranza, ad una fine atroce: divorati dagli squali o morti di stenti.
Alla fine solo 316 sopravvissero e di questi 22 sono ancora vivi. L'incrociatore conserva ancora il triste record della
maggior perdita di vite umane per una singola nave in mare. Il comandante, il capitano di vascello Charlie B. McWay III
sopravvisse all'affondamento ma subi' la corte marziale per non aver "zizgato" rendendo, secondo i suoi colleghi giudici, la nave un facile bersaglio, versione smentita dallo stesso comandante del sommergibile nipponico I-58 che l'affondo'.
Venne riconosciuto colpevole di condotta pericolosa ma il comandante della Marina, l'ammiraglio Chester Nimitz lo
reintegro'. Fini' la sua carriera 4 anni dopo con il grado di contrammiraglio (1 stella) e nel 1969 si suicidò per le
pressioni e le accuse dei parenti dei marinai deceduti. Solo nel 2000 il Congresso degli Stati Uniti approvo' una
risoluzione che scagiono' McWay, l'unico comandante della Us Navy finito di fronte alla corte marziale per aver perso la sua nave.