Yemen sempre più diviso da anni di guerra civile: i separatisti del Sud rompono accordo col governo
Nemmeno il coronavirus è riuscito a fermare il conflitto che da cinque anni affligge lo Yemen. A rischio di diventare il paese più povero al mondo, un ulteriore tassello si sgretola dal complesso scenario che vede contendersi il territorio fra diversi antagonisti
A Nord ci sono i ribelli Huthi, sciiti, appoggiati dall'Iran, poi c'è il governo sostenuto dalla colazione degli Emirati Arabi Uniti a trazione saudita, riconosciuto dalla comunità internazionale, e a sud i separatisti che hanno deciso di rompere con l'esecutivo e rivendicare la propria autonomia e il controllo della città di Aden. Uno scenario complesso che si aggrava di giorno in giorno e che, stando alle dichiarazioni del presidente dello Yemen 'Abd Rabbih Mansur Hadi, deposto con un colpo di Stato il 22 gennaio 2015 e ora esule a Riyad, "avrà conseguenze catastrofiche".
I separatisti, che avevano raggiunto un accordo mediato da Riyad lo scorso novembre, dopo un conflitto con le forze di governo dal 2014, hanno annunciato l'istituzione di un autogoverno nella zona meridionale del Paese sotto il loro controllo.
"L'Stc, che sta per Consiglio di Transizione del Sud, dichiara l'autogoverno a partire dalla mezzanotte di sabato 25 aprile 2020", si legge nel comunicato. Decisione giustificata dal fatto che il governo centrale non avrebbe rispettato gli impegni e "cospirato" contro la causa meridionale.
Parole che pesano sul conflitto in atto tra il governo e gli Houthi.
L'accordo, rotto dai separatisti, prevedeva che l'Stc e altre regioni del Sud si sarebbero unite in un nuovo gabinetto nazionale e avrebbero posto tutte le loro forze sotto il controllo del governo riconosciuto a livello internazionale. L'intesa aveva portato i separatisti a prendere il controllo della città di Aden, la seconda del Paese, ora rivendicata.
I separatisti, che avevano raggiunto un accordo mediato da Riyad lo scorso novembre, dopo un conflitto con le forze di governo dal 2014, hanno annunciato l'istituzione di un autogoverno nella zona meridionale del Paese sotto il loro controllo.
"L'Stc, che sta per Consiglio di Transizione del Sud, dichiara l'autogoverno a partire dalla mezzanotte di sabato 25 aprile 2020", si legge nel comunicato. Decisione giustificata dal fatto che il governo centrale non avrebbe rispettato gli impegni e "cospirato" contro la causa meridionale.
Parole che pesano sul conflitto in atto tra il governo e gli Houthi.
L'accordo, rotto dai separatisti, prevedeva che l'Stc e altre regioni del Sud si sarebbero unite in un nuovo gabinetto nazionale e avrebbero posto tutte le loro forze sotto il controllo del governo riconosciuto a livello internazionale. L'intesa aveva portato i separatisti a prendere il controllo della città di Aden, la seconda del Paese, ora rivendicata.