Tensione a Hong Kong: la Cina ha approvato la legge sulla sicurezza nazionale
Manifestanti urlano slogan in un centro commerciale mentre la seduta del parlamento locale che discute la legge sul rispetto dell'Inno cinese è stata interrotta per disordini nell'aula
Decine di manifestanti si sono radunati in un centro commerciale di Hong Kong e urlano slogan contro la Cina dopo che il Congresso nazionale del popolo, il ramo legislativo del parlamento cinese, riunito a Pechino, ha dato il via libera all'adozione della legge sulla sicurezza nazionale nell'ex colonia britannica. Quando il conteggio dei voti, 2.878 favorevoli a 1 e sei astensioni, è stato proiettato sugli schermi, i deputati riuniti nella Great Hall of the People sono scoppiati in un lungo applauso. Sostanzialmente la legge sulla sicurezza nazionale è stata approvata, ma non è ancora promulgata e quindi non ancora effettiva. L'approvazione definitiva è prevista in una sessione successiva dell'Assemblea nazionale, che non è stata ancora fissata. Nelle ultime votazioni della sessione finale, è stato approvato anche il primo Codice civile della Repubblica popolare.
La legge sulla sicurezza nazionale mira a bloccare attività secessioniste, sovversive e terroristiche e stigmatizza come criminale qualsiasi tentativo di mettere in discussione l'autorità cinese sull'isola oltre a prevedere l'installazione, per la prima volta, di sedi delle agenzie di sicurezza cinese sul territorio di Hong Kong. Il via libera del Parlamento alla legge fa aumentare le proteste nell'ex colonia britannica, mentre crescono le preoccupazioni di chi teme che lo status speciale di Hong Kong sia destinato ad essere presto dismesso.
La decisione di adottare una legge per la sicurezza nazionale a Hong Kong è "un'azione importante" intrapresa dall'Assemblea Nazionale del Popolo (Anp), organo legislativo del Parlamento cinese, ed è "in linea con gli interessi fondamentali delle persone in Cina e a Hong Kong". Così ha commentato il voto, il presidente dell'Assemblea Li Zhanshu, nel corso della cerimonia di chiusura dei lavori. La nuova legge, ha aggiunto, permetterà che il modello 'un Paese, due sistemi' - alla base del rapporto tra Pechino e l'ex colonia britannica, e sul cui rispetto da parte di Pechino sono emerse molte critiche sia a livello internazionale che da parte dei manifestanti pro-democrazia di Hong Kong - di proseguire stabilmente.
Mike Pompeo: "Hong Kong non è più autonoma"
Gli Stati Uniti hanno chiesto una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu "profondamente preoccupati per le azioni del Parlamento cinese che fondamentalmente minano l'elevato grado di autonomia e di libertà derivanti dalla Dichiarazione sino-britannica del 1984, registrata come un Trattato dalle Nazioni Unite", si legge in un comunicato della missione americana all'Onu. In un tweet, l'ambasciatore cinese alle Nazioni Unite, Zhang Jun, ha definito la richiesta Usa "senza fondamento". "La legislazione sulla sicurezza nazionale per Hong Kong riguarda esclusivamente gli affari interni della Cina" e "non ha nulla a che fare con il mandato del Consiglio di Sicurezza dell'Onu", ha commentato.
Hong Kong "non è più autonoma dalla Cina", così aveva commentato il segretario americano Mike Pompeo gettando le basi per la revoca dello status speciale che la città gode nei legami con Washington. "Nessuna persona ragionevole può affermare che Hong Kong ora mantenga un alto grado di autonomia dalla Cina. Mentre una volta gli Stati Uniti speravano che Hong Kong avrebbe dato un modello alla Cina autoritaria, ora è chiaro che la Cina sta modellando Hong Kong come se stessa", ha aggiunto Pompeo. "Disastrosa" viene definita la decisione di imporre la legge sulla sicurezza nazionale, "ultima di una serie di azioni" di Pechino "che mettono in pericolo l'autonomia e le libertà di Hong Kong. Al Dipartimento di Stato è richiesto, in base all'Hong Kong Policy Act, di valutare l'autonomia del territorio dalla Cina. Dopo uno studio attento degli sviluppi, ho certificato al Congresso che Hong Kong non continua più a giustificare il trattamento previsto dalla legge americana".
La decisione della Cina di imporre una nuova legge sulla sicurezza a Hong Kong è stata aspramente condannata da Regno Unito, Usa, Canada e Australia. I ministri degli Esteri dei quattro grandi Paesi anglofoni occidentali in una nota congiunta hanno detto che questo passo rappresenta una violazione "diretta degli obblighi internazionali" di Pechino previsti dalla dichiarazione congiunta sino-britannica firmata al tempo della restituzione della colonia e "registrata dall'Onu".
Joshua Wong: "Tenete gli occhi puntati su Hong Kong"
"Ora è il momento che il presidente Trump eserciti il suo potere in linea con le indicazioni del Segretario di Stato Pompeo''. Così Joshua Wong, uno dei più noti attivisti pro-democrazia di Hong Kong, ha commentato le dichiarazioni di Pompeo. Da Wong è arrivato un appello alla comunità internazionale, perché esprima la sua contrarietà alla controversa legge sulla sicurezza nazionale. E ai leader europei, asiatici e americani perché condividano la linea di Pompeo. ''Chiediamo alla comunità internazionale di agire e di tenere gli occhi puntati su Hong Kong. Ora è il momento di agire e combattere'', ha aggiunto.
La legge sul rispetto dell'inno nazionale cinese
Intanto nell'ex colonia, resta aperto il fronte per la legge sul rispetto dell'inno nazionale cinese in esame al parlamento locale. La discussione è stata sospesa dopo che un deputato dell'opposizione ha lanciato un oggetto da cui si è scatenato un forte odore.
All'esterno e nei punti strategici della città sono schierate dozzine di agenti in tenuta antisommossa a causa dei tentativi di incendi o di occupazione delle strade, che ieri hanno portato all'arresto di trecento persone. La legge sull'inno nazionale, la cui approvazione è prevista per il mese prossimo, prevede pene pecuniarie e fino a tre anni di carcere per chiunque insulti o si mostri irrispettoso verso l'inno cinese.
La legge sulla sicurezza nazionale mira a bloccare attività secessioniste, sovversive e terroristiche e stigmatizza come criminale qualsiasi tentativo di mettere in discussione l'autorità cinese sull'isola oltre a prevedere l'installazione, per la prima volta, di sedi delle agenzie di sicurezza cinese sul territorio di Hong Kong. Il via libera del Parlamento alla legge fa aumentare le proteste nell'ex colonia britannica, mentre crescono le preoccupazioni di chi teme che lo status speciale di Hong Kong sia destinato ad essere presto dismesso.
La decisione di adottare una legge per la sicurezza nazionale a Hong Kong è "un'azione importante" intrapresa dall'Assemblea Nazionale del Popolo (Anp), organo legislativo del Parlamento cinese, ed è "in linea con gli interessi fondamentali delle persone in Cina e a Hong Kong". Così ha commentato il voto, il presidente dell'Assemblea Li Zhanshu, nel corso della cerimonia di chiusura dei lavori. La nuova legge, ha aggiunto, permetterà che il modello 'un Paese, due sistemi' - alla base del rapporto tra Pechino e l'ex colonia britannica, e sul cui rispetto da parte di Pechino sono emerse molte critiche sia a livello internazionale che da parte dei manifestanti pro-democrazia di Hong Kong - di proseguire stabilmente.
Mike Pompeo: "Hong Kong non è più autonoma"
Gli Stati Uniti hanno chiesto una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu "profondamente preoccupati per le azioni del Parlamento cinese che fondamentalmente minano l'elevato grado di autonomia e di libertà derivanti dalla Dichiarazione sino-britannica del 1984, registrata come un Trattato dalle Nazioni Unite", si legge in un comunicato della missione americana all'Onu. In un tweet, l'ambasciatore cinese alle Nazioni Unite, Zhang Jun, ha definito la richiesta Usa "senza fondamento". "La legislazione sulla sicurezza nazionale per Hong Kong riguarda esclusivamente gli affari interni della Cina" e "non ha nulla a che fare con il mandato del Consiglio di Sicurezza dell'Onu", ha commentato.
Hong Kong "non è più autonoma dalla Cina", così aveva commentato il segretario americano Mike Pompeo gettando le basi per la revoca dello status speciale che la città gode nei legami con Washington. "Nessuna persona ragionevole può affermare che Hong Kong ora mantenga un alto grado di autonomia dalla Cina. Mentre una volta gli Stati Uniti speravano che Hong Kong avrebbe dato un modello alla Cina autoritaria, ora è chiaro che la Cina sta modellando Hong Kong come se stessa", ha aggiunto Pompeo. "Disastrosa" viene definita la decisione di imporre la legge sulla sicurezza nazionale, "ultima di una serie di azioni" di Pechino "che mettono in pericolo l'autonomia e le libertà di Hong Kong. Al Dipartimento di Stato è richiesto, in base all'Hong Kong Policy Act, di valutare l'autonomia del territorio dalla Cina. Dopo uno studio attento degli sviluppi, ho certificato al Congresso che Hong Kong non continua più a giustificare il trattamento previsto dalla legge americana".
La decisione della Cina di imporre una nuova legge sulla sicurezza a Hong Kong è stata aspramente condannata da Regno Unito, Usa, Canada e Australia. I ministri degli Esteri dei quattro grandi Paesi anglofoni occidentali in una nota congiunta hanno detto che questo passo rappresenta una violazione "diretta degli obblighi internazionali" di Pechino previsti dalla dichiarazione congiunta sino-britannica firmata al tempo della restituzione della colonia e "registrata dall'Onu".
Joshua Wong: "Tenete gli occhi puntati su Hong Kong"
"Ora è il momento che il presidente Trump eserciti il suo potere in linea con le indicazioni del Segretario di Stato Pompeo''. Così Joshua Wong, uno dei più noti attivisti pro-democrazia di Hong Kong, ha commentato le dichiarazioni di Pompeo. Da Wong è arrivato un appello alla comunità internazionale, perché esprima la sua contrarietà alla controversa legge sulla sicurezza nazionale. E ai leader europei, asiatici e americani perché condividano la linea di Pompeo. ''Chiediamo alla comunità internazionale di agire e di tenere gli occhi puntati su Hong Kong. Ora è il momento di agire e combattere'', ha aggiunto.
La legge sul rispetto dell'inno nazionale cinese
Intanto nell'ex colonia, resta aperto il fronte per la legge sul rispetto dell'inno nazionale cinese in esame al parlamento locale. La discussione è stata sospesa dopo che un deputato dell'opposizione ha lanciato un oggetto da cui si è scatenato un forte odore.
All'esterno e nei punti strategici della città sono schierate dozzine di agenti in tenuta antisommossa a causa dei tentativi di incendi o di occupazione delle strade, che ieri hanno portato all'arresto di trecento persone. La legge sull'inno nazionale, la cui approvazione è prevista per il mese prossimo, prevede pene pecuniarie e fino a tre anni di carcere per chiunque insulti o si mostri irrispettoso verso l'inno cinese.