Elezioni Regionali Sardegna, una poltrona per sette
Si vota domenica 24 febbraio
Domenica 24 febbraio in Sardegna si voterà per eleggere il presidente della Regione e il XVI Consiglio regionale. Dopo l'Abruzzo - che ha visto la vittoria schiacciante della Lega e del candidato di centrodestra Marco Marsilio, senatore FdI - la Sardegna sarà la seconda regione dove si verificheranno gli equilibri interni al governo Lega-M5s e l'indice di gradimento dell'esecutivo stesso. Gli aventi diritto al voto sono 1.470.463. Le urne saranno aperte solo domenica, dalle 6.30 alle 22, con l'incognita del possibile blocco dei seggi minacciato dai pastori in protesta per il prezzo del latte ovino e caprino. Lo spoglio da lunedì mattina.
I candidati. I sardi potranno scegliere tra 7 candidati e 24 liste:
Christian Solinas, segretario del Partito Sardo d'Azione (un partito regionale a spinta autonomista), senatore nelle file leghiste ed ex assessore ai Trasporti nella Giunta di Ugo Cappellacci dal 2009 al 2014, è il candidato di centrodestra sostenuto da 11 liste: Partito Sardo d’Azione, Lega Salvini Sardegna, Forza Italia, FdI, Udc, Energie per l’Italia, Riformatori Sardi, Unione dei Sardi, Sardegna20Venti, Sardegna Civica e Fortza Paris;
Massimo Zedda, sindaco di Cagliari al secondo mandato, è il candidato civico-centrosinistra sostenuto da 8 liste: Partito Democratico, Campo progressista Sardegna, LeU Sardigna Zedda presidente, Cristiano Popolari Socialisti, Progetto Comunista per la Sardegna, Sardegna in comune con Massimo Zedda, Noi la Sardegna con Massimo Zedda, Futuro comune con Massimo Zedda;
Francesco Desogus, bibliotecario ed ex funzionario del comune di Cagliari con la carica di direttore del servizio parchi e giardini, sostenuto dal M5S;
Mauro Pili, ex governatore di Forza Italia, ora corre con Sardi Liberi, una lista di ispirazione autonomista;
Andrea Murgia, che ha raccolto il sostegno di diversi esponenti dell'indipendentismo sardo confluiti nella lista Autodeterminatzione;
Paolo Maninchedda, ex assessore dei Lavori pubblici nella Giunta uscente di centrosinistra guidata da Francesco Pigliaru, è la scelta del Partito dei Sardi;
Vindice Lecis, giornalista, outsider dell'ultimo minuto, candidato con Sinistra Sarda-Rifondazione-Comunisti Italiani.
Il sistema elettorale
La Sardegna è divisa in otto circoscrizioni, una per provincia (Cagliari, Carbonia Iglesias, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra, Olbia Tempio, Oristano e Sassari), mentre il Consiglio regionale ha 60 seggi (Cagliari elegge 20 consiglieri, Sassari 12, Nuoro 6, Olbia Tempio 6, Oristano 6, Carbonia Iglesias 4, Medio Campidano 3, Ogliastra 2, più un seggio per il secondo tra i candidati presidente). La norma in vigore è la Legge Regionale Statutaria n.1 del 12 novembre 2013, usata per la prima volta nelle elezioni del 2014. Il sistema a turno unico permette di esprimere una preferenza per il candidato presidente e massimo due preferenze (in questo caso obbligatoriamente un uomo e una donna) per i consiglieri all'interno della lista scelta. Vincerà il candidato presidente che avrà la maggioranza relativa. Per garantire la stabilità, se il vincitore otterrà oltre il 40% avrà un premio di maggioranza del 60% dei seggi. Tra il 25% e il 40% il premio sarà del 55%, mentre non ci sarà nessun premio sotto il 25%. La soglia di sbarramento è del 10% per le coalizioni e del 5% per le liste non coalizzate. Nessuno sbarramento è previsto per le liste all'interno delle coalizioni che abbiano superato il 10%.
Come si vota
Documento d'identità e tessera elettorale alla mano, ogni elettore avrà a disposizione un'unica scheda con cui esprimere la preferenza sia per il candidato presidente che per i consiglieri. Con una X sul nome del candidato presidente il voto andrà solo a lui, mentre con una X sul simbolo di una lista il voto andrà sia alla lista che al candidato presidente che sostiene. In alternativa si possono usare due X: una sul nome del candidato presidente e una sulla lista, non per forza collegati, essendo possibile il voto disgiunto. È possibile inoltre esprimere una preferenza per uno o due candidati consiglieri appartenenti alla stessa lista scrivendone nome e cognome.
Le precedenti elezioni
Nelle regionali del 16 febbraio 2014 si impose il centrosinistra, guidato da Francesco Pigliaru, con il 42,45%, contro Ugo Cappellacci, presidente uscente del centrodestra, che ebbe il 39,65%. Decisivo fu il voto disgiunto, dato che la coalizione del centrodestra ebbe in tutto il 43,89%, mentre le liste del centrosinistra raccolsero il 42,45%. Non partecipò il M5s, poiché Beppe Grillo non autorizzò il gruppo sardo ad utilizzare il simbolo del movimento, a causa delle divisioni interne al gruppo stesso.
Il Consiglio uscente vede il centrosinistra in maggioranza con 35 seggi (Pd 18, Partito dei Sardi 5, Cristiano Popolari Socialisti 4, Art.1 4, altri 4), mentre l'opposizione di centrodestra ne ha 25 (Fi 9, Psd'Az 4, Riformatori Sardi 4, Fdi 4, Udc 3, altri 1).
Nelle politiche dello scorso anno, il M5s ha trionfato con il 42,49%, davanti al centrodestra con il 31,05% (di cui Fi 14,79%, Lega 10,79%, Fdi 4,02% e Noi con l'Italia-Udc 1,45%) e al centrosinistra con il 17,67%, di cui il 14,83% al Pd. Tra le forze minori, oltre l'1% solo LeU con il 3,13% e Autodeterminatzione al 2,2%.
Tematiche
I temi caldi su cui si batteranno i candidati sono essenzialmente tre: lo sviluppo dell'isola, che deve comprendere politiche per il lavoro, l'energia e l'ambiente; la sanità e la riorganizzazione delle Asl; la continuità territoriale, marittima e aerea, dei cittadini sardi.
I candidati. I sardi potranno scegliere tra 7 candidati e 24 liste:
Christian Solinas, segretario del Partito Sardo d'Azione (un partito regionale a spinta autonomista), senatore nelle file leghiste ed ex assessore ai Trasporti nella Giunta di Ugo Cappellacci dal 2009 al 2014, è il candidato di centrodestra sostenuto da 11 liste: Partito Sardo d’Azione, Lega Salvini Sardegna, Forza Italia, FdI, Udc, Energie per l’Italia, Riformatori Sardi, Unione dei Sardi, Sardegna20Venti, Sardegna Civica e Fortza Paris;
Massimo Zedda, sindaco di Cagliari al secondo mandato, è il candidato civico-centrosinistra sostenuto da 8 liste: Partito Democratico, Campo progressista Sardegna, LeU Sardigna Zedda presidente, Cristiano Popolari Socialisti, Progetto Comunista per la Sardegna, Sardegna in comune con Massimo Zedda, Noi la Sardegna con Massimo Zedda, Futuro comune con Massimo Zedda;
Francesco Desogus, bibliotecario ed ex funzionario del comune di Cagliari con la carica di direttore del servizio parchi e giardini, sostenuto dal M5S;
Mauro Pili, ex governatore di Forza Italia, ora corre con Sardi Liberi, una lista di ispirazione autonomista;
Andrea Murgia, che ha raccolto il sostegno di diversi esponenti dell'indipendentismo sardo confluiti nella lista Autodeterminatzione;
Paolo Maninchedda, ex assessore dei Lavori pubblici nella Giunta uscente di centrosinistra guidata da Francesco Pigliaru, è la scelta del Partito dei Sardi;
Vindice Lecis, giornalista, outsider dell'ultimo minuto, candidato con Sinistra Sarda-Rifondazione-Comunisti Italiani.
Il sistema elettorale
La Sardegna è divisa in otto circoscrizioni, una per provincia (Cagliari, Carbonia Iglesias, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra, Olbia Tempio, Oristano e Sassari), mentre il Consiglio regionale ha 60 seggi (Cagliari elegge 20 consiglieri, Sassari 12, Nuoro 6, Olbia Tempio 6, Oristano 6, Carbonia Iglesias 4, Medio Campidano 3, Ogliastra 2, più un seggio per il secondo tra i candidati presidente). La norma in vigore è la Legge Regionale Statutaria n.1 del 12 novembre 2013, usata per la prima volta nelle elezioni del 2014. Il sistema a turno unico permette di esprimere una preferenza per il candidato presidente e massimo due preferenze (in questo caso obbligatoriamente un uomo e una donna) per i consiglieri all'interno della lista scelta. Vincerà il candidato presidente che avrà la maggioranza relativa. Per garantire la stabilità, se il vincitore otterrà oltre il 40% avrà un premio di maggioranza del 60% dei seggi. Tra il 25% e il 40% il premio sarà del 55%, mentre non ci sarà nessun premio sotto il 25%. La soglia di sbarramento è del 10% per le coalizioni e del 5% per le liste non coalizzate. Nessuno sbarramento è previsto per le liste all'interno delle coalizioni che abbiano superato il 10%.
Come si vota
Documento d'identità e tessera elettorale alla mano, ogni elettore avrà a disposizione un'unica scheda con cui esprimere la preferenza sia per il candidato presidente che per i consiglieri. Con una X sul nome del candidato presidente il voto andrà solo a lui, mentre con una X sul simbolo di una lista il voto andrà sia alla lista che al candidato presidente che sostiene. In alternativa si possono usare due X: una sul nome del candidato presidente e una sulla lista, non per forza collegati, essendo possibile il voto disgiunto. È possibile inoltre esprimere una preferenza per uno o due candidati consiglieri appartenenti alla stessa lista scrivendone nome e cognome.
Le precedenti elezioni
Nelle regionali del 16 febbraio 2014 si impose il centrosinistra, guidato da Francesco Pigliaru, con il 42,45%, contro Ugo Cappellacci, presidente uscente del centrodestra, che ebbe il 39,65%. Decisivo fu il voto disgiunto, dato che la coalizione del centrodestra ebbe in tutto il 43,89%, mentre le liste del centrosinistra raccolsero il 42,45%. Non partecipò il M5s, poiché Beppe Grillo non autorizzò il gruppo sardo ad utilizzare il simbolo del movimento, a causa delle divisioni interne al gruppo stesso.
Il Consiglio uscente vede il centrosinistra in maggioranza con 35 seggi (Pd 18, Partito dei Sardi 5, Cristiano Popolari Socialisti 4, Art.1 4, altri 4), mentre l'opposizione di centrodestra ne ha 25 (Fi 9, Psd'Az 4, Riformatori Sardi 4, Fdi 4, Udc 3, altri 1).
Nelle politiche dello scorso anno, il M5s ha trionfato con il 42,49%, davanti al centrodestra con il 31,05% (di cui Fi 14,79%, Lega 10,79%, Fdi 4,02% e Noi con l'Italia-Udc 1,45%) e al centrosinistra con il 17,67%, di cui il 14,83% al Pd. Tra le forze minori, oltre l'1% solo LeU con il 3,13% e Autodeterminatzione al 2,2%.
Tematiche
I temi caldi su cui si batteranno i candidati sono essenzialmente tre: lo sviluppo dell'isola, che deve comprendere politiche per il lavoro, l'energia e l'ambiente; la sanità e la riorganizzazione delle Asl; la continuità territoriale, marittima e aerea, dei cittadini sardi.