Un microcomputer inserito nella mano e tutti diventiamo cyborg
Le nuove frontiere della tecnologia raccontate da un guru della Silicon Valley. Di Celia Guimaraes
Imprenditore, docente ed esperto di intelligenza artificiale, David Orban è anche consigliere di Singularity University, centro di ricerca tra i più innovativi del pianeta, nato nella Silicon Valley nel 2009 e che ha tra i partner Google e la Nasa. Scopo di SU, che oggi ha sedi anche a Milano e a Roma, è quello di aiutare l’umanità ad affrontare grandi sfide economiche e sociali con le tecnologie più avanzate (qui l'intervista integrale).
L'Università che studia il futuro
Il programma di insegnamento della Singularity University è stato sviluppato in modo da offrire una prospettiva nuova e interdisciplinare in dieci campi: previsioni e studi sul futuro; reti e sistemi di calcolo; biotecnologia e bioinformatica; nanotecnologia; medicina; neuroscienze e miglioramento umano; intelligenza artificiale, robotica e calcolo cognitivo; energia e sistemi ecologici; spazio e scienze fisiche; legge, politiche ed etica; finanza e imprenditorialità.
Integrare la tecnologia nel corpo umano, quindi, è uno di questi obiettivi. Non è più fantascienza ma è esattamente quello che ha fatto il professor David Orban con il biohacking. A casa sua, negli Stati Uniti, Orban non ha bisogno di chiavi per aprire le porte del suo ufficio, dell’auto, non deve ricordarsi le password. Ha fatto inserire nella mano un impianto che funziona come un microcomputer, dove conserva tutto - o quasi - quello che oggi teniamo in un pc, compresi i suoi bitcoin e le sue cartelle cliniche.
Le frontiere del biohacking
Orban ha inserito questa piccola capsula in vetro nella mano due anni fa. "Il biohacking è la tecnologia che comincia ad uscire dai laboratori per diventare uno strumento alla portata di tutti", ci ha raccontato a Milano in occasione del workshop sulle nuove frontiere del biohacking, che si è tenuto nel FabLab di Talent Garden, spazio di coworking dove centinaia di giovani lavorano su progetti innovativi.
L'integrazione tra biologia e tecnologia è ancora ai primi passi. "Per fare un paragone, oggi nel campo della biologia siamo al punto in cui eravamo negli anni 50 per quanto riguarda l'informatica, quando si pensava che una decina di computer sarebbero stati sufficienti per tutto il mondo. I più grandi cambiamenti sono ancora da venire", sostiene Orban.
Più chip, meno costosi
E saranno cambiamenti favoriti essenzialmente da due fattori: sempre più computer attorno a noi, e sempre meno costosi. Il prezzo di semicronduttori, microchip, batterie, è in costante calo. Un impianto come quello che il professor Orban ha inseiro nella mano oggi costa un centinaio di euro.
Durante il workshop di Milano alcuni volontari si sono fatti impiantare il microchip in mano, un'operazione durata meno di un minuto, che potrebbe fare impressione ai più sensibili ma che - hanno assicurato i novelli 'cyborg', non è cruenta. In effetti somiglia agli interventi che si fanno i ragazzi per mettersi i piercing. La piccola capsula in vetro resta sotto pelle per il tempo desiderato, la batteria non si scarica mai e il software può essere aggiornato.
L'Università che studia il futuro
Il programma di insegnamento della Singularity University è stato sviluppato in modo da offrire una prospettiva nuova e interdisciplinare in dieci campi: previsioni e studi sul futuro; reti e sistemi di calcolo; biotecnologia e bioinformatica; nanotecnologia; medicina; neuroscienze e miglioramento umano; intelligenza artificiale, robotica e calcolo cognitivo; energia e sistemi ecologici; spazio e scienze fisiche; legge, politiche ed etica; finanza e imprenditorialità.
Integrare la tecnologia nel corpo umano, quindi, è uno di questi obiettivi. Non è più fantascienza ma è esattamente quello che ha fatto il professor David Orban con il biohacking. A casa sua, negli Stati Uniti, Orban non ha bisogno di chiavi per aprire le porte del suo ufficio, dell’auto, non deve ricordarsi le password. Ha fatto inserire nella mano un impianto che funziona come un microcomputer, dove conserva tutto - o quasi - quello che oggi teniamo in un pc, compresi i suoi bitcoin e le sue cartelle cliniche.
Le frontiere del biohacking
Orban ha inserito questa piccola capsula in vetro nella mano due anni fa. "Il biohacking è la tecnologia che comincia ad uscire dai laboratori per diventare uno strumento alla portata di tutti", ci ha raccontato a Milano in occasione del workshop sulle nuove frontiere del biohacking, che si è tenuto nel FabLab di Talent Garden, spazio di coworking dove centinaia di giovani lavorano su progetti innovativi.
L'integrazione tra biologia e tecnologia è ancora ai primi passi. "Per fare un paragone, oggi nel campo della biologia siamo al punto in cui eravamo negli anni 50 per quanto riguarda l'informatica, quando si pensava che una decina di computer sarebbero stati sufficienti per tutto il mondo. I più grandi cambiamenti sono ancora da venire", sostiene Orban.
Più chip, meno costosi
E saranno cambiamenti favoriti essenzialmente da due fattori: sempre più computer attorno a noi, e sempre meno costosi. Il prezzo di semicronduttori, microchip, batterie, è in costante calo. Un impianto come quello che il professor Orban ha inseiro nella mano oggi costa un centinaio di euro.
Durante il workshop di Milano alcuni volontari si sono fatti impiantare il microchip in mano, un'operazione durata meno di un minuto, che potrebbe fare impressione ai più sensibili ma che - hanno assicurato i novelli 'cyborg', non è cruenta. In effetti somiglia agli interventi che si fanno i ragazzi per mettersi i piercing. La piccola capsula in vetro resta sotto pelle per il tempo desiderato, la batteria non si scarica mai e il software può essere aggiornato.