Germania, questo "ragazzino" potrebbe far saltare la Große Koalition
Identikit di Kevin Kuehnert, il giovane leader della sinistra con la faccia da bambino che si è ribellato ai vertici dell'SPD con la campagna #NoGroKo
Domenica 4 Marzo sarà una giornata importante per la politica europea non solo per le elezioni italiane ma anche perché sarà reso noto - probabilmente intorno alle 11 della mattina - il risultato della consultazione tra i 463mila iscritti della SPD tedesca chiamati ad approvare l'accordo raggiunto tra la Cdu, la Csu e la Spd il 7 febbraio scorso per un nuovo governo di "Große Koalition" guidato da Angela Merkel.
Tra i vertici dell'SPD si respira un'aria ottimista. Il ministro degli Esteri uscente ed ex leader del partito, Sigmar Gabriel mercoledì sera ha dichiarato: "Non ho dubbi sulla vittoria del sì" e sull'insediamento del quarto governo Merkel di cui per altro, a dimostrazione della fiducia in un esito positivo, già sono stati calendarizzati i prossimi due passaggi decisivi: il 12 marzo la presentazione della lista dei ministri e il 14 marzo il voto al Bundestag.
Vittoria del sì dunque ma potrebbe essere di misura vista la durissima campagna di opposizione interna all'accordo portata avanti da JUSOS, l'organizzazione giovanile dell'SPD guidata da un giovanotto dall'aspetto mite del tipico studente universitario un po' secchione con le sneakers e la felpa. Ma dietro la faccia da bambino di Kevin Kuehnert, 28 anni, potrebbe nascondersi il forte malcontento della base più a sinistra del partito desiderosa di silurare l'accordo con Merkel, provocare nuove elezioni e destabilizzare il cardine tedesco dell'Unione Europea.
"C'è un'intera generazione in Germania," dice Kuehnert intervistato dall'AP, "che non ha mai visto altro che la cancelliera Angela Merkel al governo. Sono cresciuti con l'idea che c'è qualcuno al comando del Paese che costantemente rimanda le decisioni sui temi più importanti." E' questa in sintesi l'analisi della campagna di opposizione alla Grande Coalizione, condensata sui social media con l'hashtag #NoGroKo.
Berlinese, figlio di impiegati dell'amministrazione comunale, si divide tra l'attività politica e i corsi online dell'Università Hagen dove studia scienze. Collabora con un membro del parlamento statale di Berlino ed è anche consigliere municipale del quartiere di Tempelhof-Schoeneberg. Nel tempo libero ama guardare lo sport in tv ma soprattutto adora il sicilianissimo amaro Averna. Il suo entusiasmo per la causa anti-coalizione è condiviso da molti nella sinistra dell'SPD e lo ha spinto al centro della scena mentre il partito continua la caduta libera nei sondaggi che lo vedono precipitare ancora dopo il pessimo risultato delle ultime elezioni dal 20,5 a meno del 17 per cento. Lontano è il consenso dei tempi di Gerhard Schroeder.
Per Kuehnert solo andando all'opposizione i socialdemocratici potranno risorgere tornando a sostenere temi capaci di ridare forza alla base e riattivare il consenso. Ma i dubbi sono molti visto che se l'accordo per la nuova Grande Coalizione dovesse saltare sia aprirebbero due scenari entrambi problematici per l'SPD: un governo di minoranza guidato da Merkel - che per altro ha premesso di non volere - e il ritorno alle urne con la prospettiva di risultati simili se non peggiori per il partito socialdemocratico.
Ma per Kuehnert, non c'è altro modo: "Altri quattro anni di grande coalizione saranno altri quattro anni di paralisi politica." Per questo, per dare voce all'insoddisfazione dell'elettorato giovanile, il mese scorso Kuhenert si è imbarcato nel "no-groko-tour" con una dozzina di comizi molto partecipati in cui il giovane leader ha rispolverato i vecchi temi cari alla tradizionale sinistra tedesca: affitti abbordabili nelle grandi città, miglioramento dell'assistenza sanitaria, parità di salario per uomini e donne etc.
Una resistenza all'accordo che ha portato il mese scorso al Congresso straordinario del partito dove il voto in favore della nuova grande coalizione è stato di 362 contro 279. Dal 20 febbraio gli iscritti alla SPD stanno votando per confermare o meno questa scelta e domenica sapremo l'esito. "Il risultato è in bilico" conclude il giovane leader ribelle.