Venduta per 162mila euro la pistola con cui si uccise Vincent Van Gogh
La pistola con cui nel 1890 si sarebbe suicidato Vincent Van Gogh è stata venduta all'asta a Parigi per 162.500 euro, tasse incluse. A comprarla, telefonicamente, una persona di cui s'ignora l'identità. Il prezzo, inizialmente stimato fra 40 mila e 60 mila euro, con un valore di partenza di 20 mila euro, ha superato le aspettative
Un colpo al petto sparato dal revolver Lefaucheux il 27 luglio 1890 ad Auvers-sur-Oise: così si uccise il celebre pittore olandese Vincent Van Gogh. Quel prezioso cimelio, la cui provenienza è stata giudicata attendibile, è stato battuto all'asta a Parigi presso l'Hotel Drouot per 162.500 euro. Ignoto l'acquirente, che ha partecipato all'alienazione telefonicamente.
La vicenda
Dopo un soggiorno di due anni nel Sud della Francia, Van Gogh, su consiglio di suo fratello Theo, si stabilì il 20 Maggio 1890 ad Auvers-sur-Oise. Compito del medico Paul-Ferdinand Gachet, amico di pittori impressionisti, fu quello di vegliare sull'artista poiché soggetto a frequenti crisi psicologiche. Di casa alla locanda di Arthur Ravoux, conosciuta in patria come la casa di van Gogh (Il pittore vi trascorse gli ultimi 70 giorni, ndr), l'olandese dipinse più di una tela al giorno. Domenica 27 luglio 1890, il triste epilogo. Van Gogh si recò in un campo nelle vicinanze e, una volta alzata la maglietta, avrebbe premuto il grilletto con la canna rivolta verso il petto. Il pittore sarebbe svenuto fino a risvegliarsi al calar della notte, ferito. La pistola sarebbe rimasta sul terreno, mentre il pittore sarebbe tornato, dolorante, alla locanda. Nonostante le cure del dottor Gachet, Van Gogh morì dopo due giorni di agonia. (La ricostruzione è contestata da alcuni ricercatori americani, che nel 2011 sostennero un'altra tesi: il pittore sarebbe stato ferito accidentalmente da alcuni giovani che giocavano con un'arma).
La pistola rimasta in balia delle intemperie sarebbe rimasta sepolta fino al 1960, quando il proprietario del terreno la ritrovò e la riconsegnò ai genitori dell'attuale proprietario del Ravoux Inn. Danneggiata irrimediabilmente, il revolver ebbe il suo momento di gloria nel 2016 con l'esposizione al Museo Van Gogh di Amsterdam.
La vicenda
Dopo un soggiorno di due anni nel Sud della Francia, Van Gogh, su consiglio di suo fratello Theo, si stabilì il 20 Maggio 1890 ad Auvers-sur-Oise. Compito del medico Paul-Ferdinand Gachet, amico di pittori impressionisti, fu quello di vegliare sull'artista poiché soggetto a frequenti crisi psicologiche. Di casa alla locanda di Arthur Ravoux, conosciuta in patria come la casa di van Gogh (Il pittore vi trascorse gli ultimi 70 giorni, ndr), l'olandese dipinse più di una tela al giorno. Domenica 27 luglio 1890, il triste epilogo. Van Gogh si recò in un campo nelle vicinanze e, una volta alzata la maglietta, avrebbe premuto il grilletto con la canna rivolta verso il petto. Il pittore sarebbe svenuto fino a risvegliarsi al calar della notte, ferito. La pistola sarebbe rimasta sul terreno, mentre il pittore sarebbe tornato, dolorante, alla locanda. Nonostante le cure del dottor Gachet, Van Gogh morì dopo due giorni di agonia. (La ricostruzione è contestata da alcuni ricercatori americani, che nel 2011 sostennero un'altra tesi: il pittore sarebbe stato ferito accidentalmente da alcuni giovani che giocavano con un'arma).
La pistola rimasta in balia delle intemperie sarebbe rimasta sepolta fino al 1960, quando il proprietario del terreno la ritrovò e la riconsegnò ai genitori dell'attuale proprietario del Ravoux Inn. Danneggiata irrimediabilmente, il revolver ebbe il suo momento di gloria nel 2016 con l'esposizione al Museo Van Gogh di Amsterdam.