Cede passerella a Karbala, pellegrinaggio finisce in tragedia: decine di persone muoiono nella calca
Durante il pellegrinaggio dell'Ashura nella città santa di Karbala, dove ogni anno migliaia di musulmani sciiti provenienti da tutto il mondo ricorda il martirio dell'imam Hussein, nipote del profeta Maometto, la rottura di una passerella ha generato il panico. Nella fuga molte persone sono decedute per soffocamento
Si aggrava il bilancio delle vittime dovute alla calca avvenuta durante il pellegrinaggio sciita dell'Ashura nella città santa di Karbala, a sud di Baghdad in Iraq: sono 31 i morti e 100 i feriti, di cui almeno dieci sono in condizioni critiche. Lo ha fatto sapere il ministero della Salute locale, aggiornando il bilancio fornito in precedenza e sottolineando che il numero delle vittime è destinato a salire.
Durante la fine della processione a Karbala, che coinvolge ogni anno migliaia di musulmani sciiti, provenienti da tutto il mondo, a ricordo del martirio dell'imam Hussein, nipote del profeta Maometto, è crollata una passerella che ha innescato il panico. Nella fuga generale, i fedeli sono morti soffocati dalla calca.
L'Ashura, principale ricorrenza del calendario religioso sciita, si celebra come festa nazionale in Iran, Iraq, Libano, Bahrain, Pakistan e Afghanistan. In questi e in altri paesi, nel corso degli anni la festività ha assunto, anche grazie alla strumentalizzazione dei leader religiosi e istituzionali di questi paesi, un significato politico di contestazione contro il sunnismo, contro gli Stati Uniti e contro Israele.
Durante la fine della processione a Karbala, che coinvolge ogni anno migliaia di musulmani sciiti, provenienti da tutto il mondo, a ricordo del martirio dell'imam Hussein, nipote del profeta Maometto, è crollata una passerella che ha innescato il panico. Nella fuga generale, i fedeli sono morti soffocati dalla calca.
L'Ashura, principale ricorrenza del calendario religioso sciita, si celebra come festa nazionale in Iran, Iraq, Libano, Bahrain, Pakistan e Afghanistan. In questi e in altri paesi, nel corso degli anni la festività ha assunto, anche grazie alla strumentalizzazione dei leader religiosi e istituzionali di questi paesi, un significato politico di contestazione contro il sunnismo, contro gli Stati Uniti e contro Israele.