D'Annunzio e la statua della discordia inaugurata a Trieste. Protesta Croazia. Sindaco: "Orgogliosi"
Con una nota di protesta, consegnata all'ambasciatore d'Italia a Zagabria, la Croazia ha "condannato nel modo più deciso" l'inaugurazione della statua di Gabriele D'Annunzio a Trieste "proprio nella giornata che marca il centenario dell'occupazione" di Fiume. Al contrario, l'amministrazione di centrodestra ha manifestato soddisfazione per la scultura che rende omaggio al Vate
Può una statua "turbare i rapporti di amicizia e di buon vicinato tra i due Paesi"? La Croazia dice sì, mentre l'amministrazione di centrodestra di Trieste sostiene si tratti di "polemiche create artificialmente". Fatto sta che la nuova scultura che celebra il Vate, collocata nella centrale piazza della Borsa, ha scatenato corpi diplomatici. L'opera è stata realizzata dal bergamasco, Alessandro Verdi, e raffigura il pescarese Gabriele D'Annunzio a gambe accavallate seduto su una panchina mentre è assorto nella lettura con il gomito del braccio sinistro appoggiato su una pila di libri.
Che c'è di male sostiene il sindaco Roberto Dipiazza, rispondendo a coloro che lo vorrebbero mettere con le spalle al muro tramite una raccolta di firme online. "Tutta l'Italia è piena di viali e scuole dedicate a D'Annunzio e tutte queste polemiche che ho sentito mi sembrano davvero incredibili", ha dichiarato il primo cittadino triestino nel corso dell'inaugurazione. D'Annunzio è stato un grande italiano come ce ne sono stati tanti altri e dobbiamo essere orgogliosi di lui". "Sono molto soddisfatto di avere inserito la sua statua che si va a unire a quelle di Saba, Joyce e Svevo", ha concluso.
Lapidaria la risposta del sindaco della città croata, Vojko Obersnel, aggiungendo la propria condanna dell'installazione di una statua di D'annunzio a Trieste: "Quello di Gabriele D'Annunzio a Fiume fu il governo di un uomo che distruggeva tutto quanto toccasse". "Condanno fermamente - ha aggiunto - l'inaugurazione della statua dedicata a un uomo che nel suo cammino di conquista cento anni fa ha imposto il potere italiano a Fiume, contrariamente a tutte le decisioni e alle posizioni di potere e delle forze mondiali dell'epoca". "Condanno le provocazioni avvenute con la posa sull'inferriata del Museo della bandiera del Regno d'Italia e la diffusione di volantini, che sono chiaramente legati alla stessa idea di glorificazione del promotore di quella che diventerà col tempo l'ideologia fascista". Obersnel è andato oltre parlando alla mostra "L'Olocausta di d'Annunzio", aperta da questa sera al Palazzo del Governo: "È un'esposizione - ha spiegato - che evidenzia le mostruosità del governo dannunziano a Fiume".
Il 12 settembre 2019 non è un giorno qualunque. Cade nella giornata odierna il centenario dell'impresa di Fiume: ovvero della sua occupazione. Rainews24 è andata a Rijieka, la città allora contesa tra l'Italia e il Regno di Jugoslavia. Tra passato e presente, tra rievocazione storica e i ricordi dei protagonisti, lo speciale di Alessandra Solarino ricostruisce l'impresa dannunziana e i sedici mesi di vita della "Reggenza del Carnaro".
La figura di D'Annunzio, affascinante e controversa, il suo mito di poeta, soldato e superuomo sullo sfondo di un'Europa lacerata dai nazionalismi, torna di grande attualità in questa fase della vita del Vecchio Continente. La sua eredità è oggetto di revisione critica sia da parte italiana sia dai croati. Confortante il fatto che, dopo una lunga storia di laceranti divisioni e di silenzi, le due comunità tornino a discuterne. Le ferite stentano a rimarginarsi. Questa statua divide. Ancora.
Che c'è di male sostiene il sindaco Roberto Dipiazza, rispondendo a coloro che lo vorrebbero mettere con le spalle al muro tramite una raccolta di firme online. "Tutta l'Italia è piena di viali e scuole dedicate a D'Annunzio e tutte queste polemiche che ho sentito mi sembrano davvero incredibili", ha dichiarato il primo cittadino triestino nel corso dell'inaugurazione. D'Annunzio è stato un grande italiano come ce ne sono stati tanti altri e dobbiamo essere orgogliosi di lui". "Sono molto soddisfatto di avere inserito la sua statua che si va a unire a quelle di Saba, Joyce e Svevo", ha concluso.
Lapidaria la risposta del sindaco della città croata, Vojko Obersnel, aggiungendo la propria condanna dell'installazione di una statua di D'annunzio a Trieste: "Quello di Gabriele D'Annunzio a Fiume fu il governo di un uomo che distruggeva tutto quanto toccasse". "Condanno fermamente - ha aggiunto - l'inaugurazione della statua dedicata a un uomo che nel suo cammino di conquista cento anni fa ha imposto il potere italiano a Fiume, contrariamente a tutte le decisioni e alle posizioni di potere e delle forze mondiali dell'epoca". "Condanno le provocazioni avvenute con la posa sull'inferriata del Museo della bandiera del Regno d'Italia e la diffusione di volantini, che sono chiaramente legati alla stessa idea di glorificazione del promotore di quella che diventerà col tempo l'ideologia fascista". Obersnel è andato oltre parlando alla mostra "L'Olocausta di d'Annunzio", aperta da questa sera al Palazzo del Governo: "È un'esposizione - ha spiegato - che evidenzia le mostruosità del governo dannunziano a Fiume".
Il 12 settembre 2019 non è un giorno qualunque. Cade nella giornata odierna il centenario dell'impresa di Fiume: ovvero della sua occupazione. Rainews24 è andata a Rijieka, la città allora contesa tra l'Italia e il Regno di Jugoslavia. Tra passato e presente, tra rievocazione storica e i ricordi dei protagonisti, lo speciale di Alessandra Solarino ricostruisce l'impresa dannunziana e i sedici mesi di vita della "Reggenza del Carnaro".
La figura di D'Annunzio, affascinante e controversa, il suo mito di poeta, soldato e superuomo sullo sfondo di un'Europa lacerata dai nazionalismi, torna di grande attualità in questa fase della vita del Vecchio Continente. La sua eredità è oggetto di revisione critica sia da parte italiana sia dai croati. Confortante il fatto che, dopo una lunga storia di laceranti divisioni e di silenzi, le due comunità tornino a discuterne. Le ferite stentano a rimarginarsi. Questa statua divide. Ancora.