Iran, retata contro le modelle che posano senza velo su Instagram
Otto persone arrestate in Iran per aver postato su instagram immagini senza il velo, obbligatorio dalla rivoluzione del 1979. Indagati decine di fotografi e truccatori.
170 persone identificate e otto arrestate con l'accusa di diffondere una "cultura anti-islamica", nella fattispecie "aver pubblicato delle foto di donne non velate su Instagram". È accaduto in Iran dove dalla Rivoluzione khomeinista del 1979, per le donne è obbligatorio indossare il velo. Al contrario di Facebook, Twitter e YouTube, Instagram è accessibile per gli iraniani e anzi, la polizia ha riferito che il "20 per cento di quanto caricato sull'app proviene da chi gestisce foto di modelle". L'operazione "Spider 2" per smascherare la rete delle modelle, in cui erano coinvolti anche fotografi, truccatrici e proprietari di saloni di bellezza, è durata due anni.
Giulietta e Romeo fuggono a Dubai
Tra gli arrestati anche Elnaz Golrokh e Hamid Fadaei, moglie e marito. Bellissimi, modelli di professione, ribattezzati dal tabloid britannico Daily Mail, che ha diffuso la loro storia, i "Romeo e Giulietta" iraniani anche se in realtà la loro storia ha un lieto fine. Tutto comincia lo scorso gennaio quando i due postano sui loro account Instagram foto patinate in abiti eleganti, succinti e, nel caso della donna, senza il velo islamico. Elnaz ha ben 647.000 follower su Instagram e altri 210.000 fan sull'account che usa per promuovere il suo salone di bellezza, mentre il marito Hamid è uno dei modelli più famosi in Iran ha prestato il volto a prestigiose campagne pubblicitarie. La loro è una vita sotto i riflettori, tra feste glamour e dichiarazioni d'amore a mezzo social, come tanti loro coetanei occidentali famosi e non. Fino al giorno della retata della polizia iraniana nell'ambito dell'operazione Spider 2.
La coppia viene arrestata e poi rilasciata su cauzione. Qui comincia la loro avventura perché decidono di fuggire a Dubai e di ricominciare da zero. A giudicare dalle foto che postano di feste e inaugurazioni lussuose, forse ce la faranno. Diversa è invece la sorte toccata alla loro 'collega' Elham Arab che si è presentata davanti ai giudici della Corte Rivoluzionaria per una "confessione volontaria". La bionda modella ha ammesso di "aver commesso un errore" e confessato di "essersi pentita di essere diventata una modella". È stata accusata di promuovere "promiscuità occidentale" e costretta a "fare un mea culpa pubblico".
Il servizio di Romana Fabrizi, Tg3
Giulietta e Romeo fuggono a Dubai
Tra gli arrestati anche Elnaz Golrokh e Hamid Fadaei, moglie e marito. Bellissimi, modelli di professione, ribattezzati dal tabloid britannico Daily Mail, che ha diffuso la loro storia, i "Romeo e Giulietta" iraniani anche se in realtà la loro storia ha un lieto fine. Tutto comincia lo scorso gennaio quando i due postano sui loro account Instagram foto patinate in abiti eleganti, succinti e, nel caso della donna, senza il velo islamico. Elnaz ha ben 647.000 follower su Instagram e altri 210.000 fan sull'account che usa per promuovere il suo salone di bellezza, mentre il marito Hamid è uno dei modelli più famosi in Iran ha prestato il volto a prestigiose campagne pubblicitarie. La loro è una vita sotto i riflettori, tra feste glamour e dichiarazioni d'amore a mezzo social, come tanti loro coetanei occidentali famosi e non. Fino al giorno della retata della polizia iraniana nell'ambito dell'operazione Spider 2.
La coppia viene arrestata e poi rilasciata su cauzione. Qui comincia la loro avventura perché decidono di fuggire a Dubai e di ricominciare da zero. A giudicare dalle foto che postano di feste e inaugurazioni lussuose, forse ce la faranno. Diversa è invece la sorte toccata alla loro 'collega' Elham Arab che si è presentata davanti ai giudici della Corte Rivoluzionaria per una "confessione volontaria". La bionda modella ha ammesso di "aver commesso un errore" e confessato di "essersi pentita di essere diventata una modella". È stata accusata di promuovere "promiscuità occidentale" e costretta a "fare un mea culpa pubblico".
Il servizio di Romana Fabrizi, Tg3