Via gli "Indiani" con la dinamite: il muro di Trump sfratta il memoriale dei nativi americani
Iniziate le "esplosioni controllate" per fare spazio alla nuova costruzione che passerà sulla riserva dell'Organ Pipe Cactus National Monument, nel deserto dell'Arizona al confine con il Messico
Ha suscitato polemiche l'inizio dei lavori presso Monument Hill, luogo sacro per i nativi americani all'interno dell'Organ Pipe Cactus National Monument, in cui nei secoli sono stati seppelliti i corpi dei guerrieri Apache morti in combattimento, e dove si svolgevano funzioni religiose.
La riserva dell'Organ Pipe Cactus National Monument, sito Unesco nel deserto dell'Arizona al confine con lo stato messicano di Sonora, ha dovuto fare spazio al muro che si estende per oltre cento chilometri verso ovest.
This is the top of "Monument Hill," a sacred site to multiple tribes, that @DHSgov is dynamiting right now to build the #borderwall. It's part of the historic homeland of the O'odham. Apache are buried here. Trump waived the Native American Graves Protection Act to allow this. pic.twitter.com/NsFeLZTaMH
— Russ McSpadden (@PeccaryNotPig) February 9, 2020
Le origini del memoriale, che fa parte di una riserva naturale protetta, risalgono ad almeno quattro secoli fa: la prima testimonianza appare nella lettera scritta da un gesuita nel '600, padre Eusebio Kino, missionario che portò avanti la sua missione in Arizona. Altri documenti, avvalorati dagli archeologi, attestano la presenza di antichi resti e indicano tracce di siti archeologici considerati di rilievo storico nonché zona sacra per molti nativi, che in questa zona venivano periodicamente.
Ma il "curriculum" non è bastato: come riportato dalla Bbc le autorità hanno confermato l'inizio delle "esplosioni controllate" nell'Organ Pipe Cactus National Monument, per la costruzione di una barriera di acciaio alta 9 metri che si estenderà per 43 miglia all'interno del parco nazionale.