I 75 anni di Gianni Amelio, al cinema con "Hammamet" sugli ultimi giorni di Craxi
Leone d'Oro nel 1998 per il film "Così ridevano"
Compie 75 anni Gianni Amelio, regista e sceneggiatore italiano, in questi giorni al cinema con "Hammamet", il film sugli ultimi mesi di vita di Bettino Craxi.
Nasce a San Pietro Magisano (Catanzaro) il 20 gennaio 1945. Dopo la laurea in filosofia all'Università di Messina, inizia a scrivere di cinema per la rivista Giovane Critica. A vent'anni si trasferisce a Roma. lavorando come assistente, tra gli altri, di Vittorio De Seta e Liliana Cavani. Esordisce alla regia nel 1970 con il film sperimentale per la tv "La fine del gioco", trasmesso dalla Rai.
Nel 1983 approda al grande schermo con la pellicola "Colpire al cuore", che tratta il tema del terrorismo e del difficile rapporto padre-figlio. Il film, presentato alla Mostra di Venezia, ottiene il favore della critica. Nel 1988 esce I ragazzi di via Panisperna, ispirato a una storia vera, quella del gruppo di ricerca formato da Enrico Fermi e un gruppo di giovani fisici e matematici che si resero protagonisti di grandi scoperte nel campo della fisica nucleare. Il film è disponibile su RaiPlay.
Il successo internazionale arriva dopo il 1989, con il film "Porte aperte", tratto dal romanzo omonimo di Leonardo Sciascia e interpretato da Gian Maria Volonté. Presentata a Cannes nella "Quinzaine des Réalisateurs" nel 1990, la pellicola gli vale una nomination all'Oscar nel 1991 e si aggiudica due Nastri d'argento, quattro David di Donatello e tre Globi d'oro.
Nel 1992 vince il Gran premio speciale della giuria al Festival di Cannes con il film "Il ladro di bambini", che ottiene anche 5 David. Tra i film successivi "Lamerica" (1994), "Così ridevano" (1998) che si aggiudica il Leone d'oro a Venezia, "Le chiavi di casa" (in concorso a Venezia nel 2004), tratto dal romanzo di Giuseppe Pontiggia "Nati due volte", e "La stella che non c'è" (in gara a Venezia nel 2006), ispirato al romanzo di Ermanno Rea "La dismissione".
Tra i lungometraggi, seguono "Il primo uomo" (2011), dall'omonimo romanzo postumo di Albert Camus, e "L'intrepido", presentato in concorso a Venezia nel 2013.
Autore anche di documentari e lungometraggi, dal 2009 al 2012 Gianni Amelio dirige il Torino Film Festival. Di recente firma "La tenerezza" (2017), liberamente tratto dal romanzo "La tentazione di essere felici" di Lorenzo Marone, mentre è nelle sale dal 9 gennaio 2020 "Hammamet", dove il personaggio di Craxi è interpretato da uno straordinario Pierfrancesco Favino. A poco più di una settimana dall'uscita, il film ha incassato oltre 4,5 milioni di euro, divenendo il miglior risultato di sempre per il regista, con circa 700mila spettatori. Amelio ha dichiarato di aver voluto raccontare la storia di Craxi in quanto il politico "è un grande rimosso degli ultimi vent'anni". "Su di lui è caduto un silenzio assordante, ingiusto", ha aggiunto il regista. "Il film descrive la lunga agonia di un uomo che ha perso il potere e va verso la morte. Il passato ritorna in questo eremo tra gli ulivi delle colline tunisine dove non si è messo in salvo ma coltiva rimorsi, rimpianti e rabbia. Un uomo macerato fino all'autodistruzione".
A lungo docente al Centro sperimentale di cinema, è autore anche di due romanzi: "Politeama" (2016) e "Padre quotidiano" (2018).
Nasce a San Pietro Magisano (Catanzaro) il 20 gennaio 1945. Dopo la laurea in filosofia all'Università di Messina, inizia a scrivere di cinema per la rivista Giovane Critica. A vent'anni si trasferisce a Roma. lavorando come assistente, tra gli altri, di Vittorio De Seta e Liliana Cavani. Esordisce alla regia nel 1970 con il film sperimentale per la tv "La fine del gioco", trasmesso dalla Rai.
Nel 1983 approda al grande schermo con la pellicola "Colpire al cuore", che tratta il tema del terrorismo e del difficile rapporto padre-figlio. Il film, presentato alla Mostra di Venezia, ottiene il favore della critica. Nel 1988 esce I ragazzi di via Panisperna, ispirato a una storia vera, quella del gruppo di ricerca formato da Enrico Fermi e un gruppo di giovani fisici e matematici che si resero protagonisti di grandi scoperte nel campo della fisica nucleare. Il film è disponibile su RaiPlay.
Il successo internazionale arriva dopo il 1989, con il film "Porte aperte", tratto dal romanzo omonimo di Leonardo Sciascia e interpretato da Gian Maria Volonté. Presentata a Cannes nella "Quinzaine des Réalisateurs" nel 1990, la pellicola gli vale una nomination all'Oscar nel 1991 e si aggiudica due Nastri d'argento, quattro David di Donatello e tre Globi d'oro.
Nel 1992 vince il Gran premio speciale della giuria al Festival di Cannes con il film "Il ladro di bambini", che ottiene anche 5 David. Tra i film successivi "Lamerica" (1994), "Così ridevano" (1998) che si aggiudica il Leone d'oro a Venezia, "Le chiavi di casa" (in concorso a Venezia nel 2004), tratto dal romanzo di Giuseppe Pontiggia "Nati due volte", e "La stella che non c'è" (in gara a Venezia nel 2006), ispirato al romanzo di Ermanno Rea "La dismissione".
Tra i lungometraggi, seguono "Il primo uomo" (2011), dall'omonimo romanzo postumo di Albert Camus, e "L'intrepido", presentato in concorso a Venezia nel 2013.
Autore anche di documentari e lungometraggi, dal 2009 al 2012 Gianni Amelio dirige il Torino Film Festival. Di recente firma "La tenerezza" (2017), liberamente tratto dal romanzo "La tentazione di essere felici" di Lorenzo Marone, mentre è nelle sale dal 9 gennaio 2020 "Hammamet", dove il personaggio di Craxi è interpretato da uno straordinario Pierfrancesco Favino. A poco più di una settimana dall'uscita, il film ha incassato oltre 4,5 milioni di euro, divenendo il miglior risultato di sempre per il regista, con circa 700mila spettatori. Amelio ha dichiarato di aver voluto raccontare la storia di Craxi in quanto il politico "è un grande rimosso degli ultimi vent'anni". "Su di lui è caduto un silenzio assordante, ingiusto", ha aggiunto il regista. "Il film descrive la lunga agonia di un uomo che ha perso il potere e va verso la morte. Il passato ritorna in questo eremo tra gli ulivi delle colline tunisine dove non si è messo in salvo ma coltiva rimorsi, rimpianti e rabbia. Un uomo macerato fino all'autodistruzione".
A lungo docente al Centro sperimentale di cinema, è autore anche di due romanzi: "Politeama" (2016) e "Padre quotidiano" (2018).