Addio ad Adolf Burger, il tipografo ebreo che stampò false sterline per il Terzo Reich
Adolf Burger stampò false sterline per il Terzo Reich e che ha raccontato in due libri l'inferno dei campi di concentramento nazisti. Il sopravvissuto all'Olocausto aveva 99 anni ed è morto martedì scorso a Praga
Adolf Burger, numero 64401 del lager di Auschwitz, ha raccontato nel libro "L'officina del diavolo" le atrocità di Auschwitz e di Birkenau, i dettagli tecnici dell'operazione di falsificazione, le rocambolesche ultime fasi della prigionia, fino alla liberazione. Una delle più ciniche operazioni del Terzo Reich è stata svelata attraverso l'avventura drammatica di Burger che ha mantenuto la promessa fatta a sé stesso: "sopravvivere per raccontare l'inferno dei campi di concentramento, contro qualsiasi tentativo di alterare la verità".
Dal 1943 al 1945 i nazisti obbligarono 142 internati ebrei a stampare sterline false nel lager di Sachsenhausen. La più grande falsificazione della storia, chiamata in codice 'Operazione Bernhard' con l'obiettivo di far crollare l'economia inglese. Il libro ha ispirato il film "Il falsario - Operazione Bernhard" del regista Stefan Ruzowitzky, presentato al Festival di Berlino del 2007 e Premio Oscar come miglior film straniero nel 2008.
La storia di Burger
Nato da una famiglia ebraica a Velká Lomnica, in Slovacchia, il 12 agosto 1917, nel 1939 Burger iniziò a lavorare come tipografo a Bratislava per una cellula clandestina del partito comunista. Tre anni dopo, nel 1942, venne arrestato dalla Gestapo slovacca e deportato a Auschwitz. La moglie Gisela, anche lei arrestata e deportata, morì a soli 22 anni in una camera a gas del campo di Birkenau. Dopo diciotto mesi di lotta per la sopravvivenza, Burger venne trasferito nel campo di Sachsenhausen, dove entrò a far parte del 'Kommando' di internati che per ordine di Heinrich Himmler stamparono 132 milioni di sterline false. I 142 tipografi ebrei vissero in totale isolamento all'interno di due baracche del lager di Sachsenhausen, la numero 18 e la numero 19, circondate su ogni lato dal filo spinato, con le finestre verniciate di bianco. Dentro era nascosta una vera e propria officina per la produzione di banconote e francobolli falsi, di documenti contraffatti. Gli internati del 'Kommando' falsari ebbero privilegi che gli altri non conobbero: letti comodi, armadietti personali, cibo a sufficienza, possibilità di leggere libri. Ma quel luogo custodiva un segreto che non avrebbe mai dovuto essere svelato: era impossibile sperare di uscirne vivi.
Nell'aprile 1945 Burger fu liberato ad Ebensee dove lo avevano trasferito le Ss in fuga da Sachsenhausen insieme a casse di banconote false che furono gettate nel lago di Toplitz. Finita la seconda guerra mondiale, Burger si stabilì a Praga dove dopo la pubblicazione di un suo libro sulla prigionia nei lager nazisti, non volle più parlare fino al 1972. Grazie a "L'officina del diavolo" di Burger si è conosciuta nel dettaglio la mega operazione di falsificazione monetaria che i gerarchi nazisti architettarono per mettere in ginocchio l'economia del Regno Unito.
Dal 1943 al 1945 i nazisti obbligarono 142 internati ebrei a stampare sterline false nel lager di Sachsenhausen. La più grande falsificazione della storia, chiamata in codice 'Operazione Bernhard' con l'obiettivo di far crollare l'economia inglese. Il libro ha ispirato il film "Il falsario - Operazione Bernhard" del regista Stefan Ruzowitzky, presentato al Festival di Berlino del 2007 e Premio Oscar come miglior film straniero nel 2008.
La storia di Burger
Nato da una famiglia ebraica a Velká Lomnica, in Slovacchia, il 12 agosto 1917, nel 1939 Burger iniziò a lavorare come tipografo a Bratislava per una cellula clandestina del partito comunista. Tre anni dopo, nel 1942, venne arrestato dalla Gestapo slovacca e deportato a Auschwitz. La moglie Gisela, anche lei arrestata e deportata, morì a soli 22 anni in una camera a gas del campo di Birkenau. Dopo diciotto mesi di lotta per la sopravvivenza, Burger venne trasferito nel campo di Sachsenhausen, dove entrò a far parte del 'Kommando' di internati che per ordine di Heinrich Himmler stamparono 132 milioni di sterline false. I 142 tipografi ebrei vissero in totale isolamento all'interno di due baracche del lager di Sachsenhausen, la numero 18 e la numero 19, circondate su ogni lato dal filo spinato, con le finestre verniciate di bianco. Dentro era nascosta una vera e propria officina per la produzione di banconote e francobolli falsi, di documenti contraffatti. Gli internati del 'Kommando' falsari ebbero privilegi che gli altri non conobbero: letti comodi, armadietti personali, cibo a sufficienza, possibilità di leggere libri. Ma quel luogo custodiva un segreto che non avrebbe mai dovuto essere svelato: era impossibile sperare di uscirne vivi.
Nell'aprile 1945 Burger fu liberato ad Ebensee dove lo avevano trasferito le Ss in fuga da Sachsenhausen insieme a casse di banconote false che furono gettate nel lago di Toplitz. Finita la seconda guerra mondiale, Burger si stabilì a Praga dove dopo la pubblicazione di un suo libro sulla prigionia nei lager nazisti, non volle più parlare fino al 1972. Grazie a "L'officina del diavolo" di Burger si è conosciuta nel dettaglio la mega operazione di falsificazione monetaria che i gerarchi nazisti architettarono per mettere in ginocchio l'economia del Regno Unito.