Inaugurata alla Camera la 'Sala delle donne' che hanno fatto la Repubblica
Il nuovo spazio, voluto dalla presidente Laura Boldrini, è un riconoscimento e un tributo alle donne che hanno fatto la storia della nostra Repubblica
Nella sala sono esposti i ritratti delle 21 costituenti, della prima presidente della Camera, Nilde Iotti, della prima donna ministra, Tina Anselmi, della prima presidente di Regione, Anna Nenna D'Antonio e delle prime dieci sindache elette nel corso delle elezioni amministrative del '46. Tre le cariche ancora mai ricoperte: quella di presidente della Repubblica, presidente del Senato e presidente del Consiglio dei ministri. Per questo motivo su una quarta parete sono stati apposti tre specchi con la scritta "Potresti essere tu la prima".
"Sono state - ha detto la Boldrini presentando l'iniziativa - donne lungimiranti, anticonformiste, che volevano contribuire a un Paese più giusto non solo dal punto di vista formale ma anche sostanziale. Una consapevolezza femminista che oggi, a volte, non ritroviamo. Se per femminismo si intende una società in cui uomini e donne hanno gli stessi diritti, tutti noi, uomini e donne, dovremmo essere femministi, augurarci una società in cui uomini e donne hanno gli stessi diritti. In questi 70 anni - ha proseguito la presidente della Camera - abbiamo fatto un lungo percorso. Venivamo da un regime fascista che ci voleva donne e mogli senza nessun ruolo fuori, abbiamo fatto tanta strada ma ce ne resta ancora tanta da fare. Sono troppo poche le donne ai vertici delle aziende, nei ruoli decisionali ci sono poche donne, ci sono differenti retribuzioni tra uomini e donne, c'è la questione del linguaggio di genere". Boldrini ha voluto ricordare come alla Camera le deputate fanno "squadra" su temi che riguardano le donne, in particolare contro la violenza.
"Sono state - ha detto la Boldrini presentando l'iniziativa - donne lungimiranti, anticonformiste, che volevano contribuire a un Paese più giusto non solo dal punto di vista formale ma anche sostanziale. Una consapevolezza femminista che oggi, a volte, non ritroviamo. Se per femminismo si intende una società in cui uomini e donne hanno gli stessi diritti, tutti noi, uomini e donne, dovremmo essere femministi, augurarci una società in cui uomini e donne hanno gli stessi diritti. In questi 70 anni - ha proseguito la presidente della Camera - abbiamo fatto un lungo percorso. Venivamo da un regime fascista che ci voleva donne e mogli senza nessun ruolo fuori, abbiamo fatto tanta strada ma ce ne resta ancora tanta da fare. Sono troppo poche le donne ai vertici delle aziende, nei ruoli decisionali ci sono poche donne, ci sono differenti retribuzioni tra uomini e donne, c'è la questione del linguaggio di genere". Boldrini ha voluto ricordare come alla Camera le deputate fanno "squadra" su temi che riguardano le donne, in particolare contro la violenza.