Sfrattato da La Manuela ex giardiniere di Pablo Escobar Gaviria. "Il narcoboss amava questo posto"
Lo sanno tutti che la località era molto apprezzata da Pablo Escobar Gaviria tanto da portare il nome della figlia più piccola del boss. Sette ettari di terreno sulle rive del bacino di Guatapé (Colombia), nel dipartimento di Antioquia, occupati illegalmente da più di vent'anni e utilizzati da terzi per i 'Narco-Tours'
Sette ettari d'illegalità sulle rive del bacino di Guatapé, nella giurisdizione di El Peñol in Colombia, per appagare gli sfarzi del boss del narcotraffico. Nella lussuosa villa che sovrasta la collina Pablo Escobar Gaviria, insieme alla sua famiglia, organizzava feste e riceveva gli amici. Stanze sfarzose, piscine, campi e aree verdi, oramai fatiscenti, sono tutto ciò che lo Stato vorrebbe in qualche modo riqualificare e sicuramente riconvertire alla legalità. Ultimo a esercitare una 'sorta' di rivendicazione sulla tenuta è l'ex giardiniere di Escobar. Ora sfrattato.
Occupata da vent'anni, la località è preda di vandali e organizzatori di "Narco-Tours". Lo sostiene il direttore regionale della Società dei beni speciali (SAS), il cui nome resta ignoto per questioni di sicurezza. "Il sito è visitato da turisti e da persone senza scrupoli. Alcuni hanno persino abbattuto parte delle mura della vasta proprietà in cerca di presunte casse di gioielli appartenuti al Cartello di Medellín", fa sapere la Società.
Un tribunale locale, mediante un comune processo, si occuperà dell'assegnazione del bene deteriorato, da negligenza e atti di vandalismo, per consegnarlo provvisoriamente nelle mani del comune di El Peñol. In seguito, le autorità tenteranno di riportare l'area a una forma di legalizzazione mediante contratti di locazione. La Sas assicura che saranno fatti rispettare i poteri della polizia amministrativa e, se necessario, saranno coinvolti polizia ed esercito.
Occupata da vent'anni, la località è preda di vandali e organizzatori di "Narco-Tours". Lo sostiene il direttore regionale della Società dei beni speciali (SAS), il cui nome resta ignoto per questioni di sicurezza. "Il sito è visitato da turisti e da persone senza scrupoli. Alcuni hanno persino abbattuto parte delle mura della vasta proprietà in cerca di presunte casse di gioielli appartenuti al Cartello di Medellín", fa sapere la Società.
Un tribunale locale, mediante un comune processo, si occuperà dell'assegnazione del bene deteriorato, da negligenza e atti di vandalismo, per consegnarlo provvisoriamente nelle mani del comune di El Peñol. In seguito, le autorità tenteranno di riportare l'area a una forma di legalizzazione mediante contratti di locazione. La Sas assicura che saranno fatti rispettare i poteri della polizia amministrativa e, se necessario, saranno coinvolti polizia ed esercito.