Greta Thunberg, Hong Kong, le sardine: il 2019, un anno di proteste e mobilitazioni
Il mondo in piazza contro le diseguaglianze e contro una classe politica percepita come distante anche nell'impegno nella lotta contro i cambiamenti climatici
Il 2019 sarà ricordato come l'anno del mondo in piazza: da Hong Kong al Cile, dal Libano all'Ecuador, dall'Algeria all'Iraq, il filo conduttore delle proteste per le strade del globo è stata la lotta contro le diseguaglianze e contro una classe politica percepita come distante dalle strade. Il 2019 è anche l'anno in cui Greta Thunberg, scelta come persona dell'anno dal Time, ha catalizzato l'attenzione sulla lotta contro il cambiamento climatico, riuscendo a portare per le strade del pianeta milioni di studenti nel pieno di un'allerta per l'Amazzonia in fiamme.
GENNAIO - In Venezuela il leader dell'opposizione e presidente dell'Assemblea nazionale, Juan Guaidò, si autoproclama presidente in aperta sfida al capo dello Stato socialista Nicolas Maduro, del quale contesta la rielezione in un Paese in preda alla crisi economica e a una grave crisi migratoria. Guaidò viene riconosciuto da circa 50 Paesi, Usa in testa. Maduro, sostenuto dall'esercito, resta al suo posto.
FEBBRAIO - In Algeria cominciano massicce manifestazioni contro la candidatura a un quinto mandato presidenziale di Abdelaziz Bouteflika, anziano e indebolito da un ictus nel 2013. Il 2 aprile Bouteflika si dimette ma gli algerini continuano a protestare, chiedendo lo smantellamento del 'sistema' che guida il Paese dall'indipendenza del 1962 e le dimissioni di tutti i suoi rappresentanti, di cui fa parte anche il nuovo presidente Abdelmadjid Tebboune eletto nel voto del 12 dicembre boicottato dalla piazza.
MARZO - Regno Unito. In questa data si sarebbe dovuta concretizzare la Brexit, che viene però rinviata visto che il Parlamento britannico respinge l'accordo raggiunto da Theresa May con l'Ue. Viene poi bocciato anche un secondo testo negoziato dal successore di May a Downing Street, Boris Johnson. Dopo la vittoria di Johnson alle elezioni anticipate di dicembre, si pensa che l'adozione dell'accordo potrebbe arrivare il 9 gennaio, per un divorzio dall'Ue il 31 gennaio del 2020.
APRILE - In Sudan Omar al-Bashir, al potere da 30 anni, viene destituito dall'esercito dopo quattro mesi di contestazione popolare scatenata dall'aumento del prezzo del pane. Nella repressione di piazza sono morte, secondo i manifestanti, oltre 250 persone. Ad agosto è stato istituito un consiglio di transizione e a settembre si è insediato un primo ministro civile.
MAGGIO - L'Iran avvia il disimpegno dall'accordo internazionale del 2015 sul suo programma nucleare, in risposta al ritiro unilaterale degli Stati Uniti nel 2018 e alla reintroduzione delle sanzioni. Sale la tensione fra Usa e Teheran dopo il sabotaggio e gli attacchi ad alcune navi del Golfo di cui viene accusato l'Iran, che smentisce.
GIUGNO - A Hong Kong cominciano le proteste: oltre un milione di persone marcia contro una proposta di legge che permetterebbe le estradizioni nella Cina continentale. Dopo lo scoppio di violenze, la governatrice di Hong Kong Carrie Lam annuncia la sospensione del testo; le proteste continuano e si arriva al ritiro della legge, ma le rivendicazioni sono ormai estese e chiedono suffragio universale e un'indagine indipendente sulle violenze della polizia.
AGOSTO-SETTEMBRE - Gli incendi devastano intere regioni dell'Amazzonia a causa della deforestazione, scatenando vive critiche sulla politica del presidente del Brasile Jair Bolsonaro. Un'altra ondata di incendi ha coinvolto invece a novembre e dicembre l'Australia, che brucia ancora. La giovane attivista ecologista Greta Thunberg, scelta come 'persona dell'anno' dal Time, raccoglie milioni di persone nelle marce del movimento 'Fridays for Future'.
SETTEMBRE - I democratici della Camera dei rappresentanti Usa lanciano la procedura di impeachment contro Donald Trump, per avere chiesto all'Ucraina di indagare sul rivale Dem Joe Biden, potenziale avversario delle presidenziali 2020. Il presidente Usa viene messo in stato d'accusa il 18 dicembre dalla Camera, controllata dai Dem, che vota a favore del suo impeachment per le accuse di abuso di potere e ostacolo al Congresso. Spetta ora al Senato giudicare Trump, da gennaio, ma i repubblicani che controllano la Camera alta hanno intenzione di assolverlo.
OTTOBRE - La Turchia, dopo che Trump annuncia il ritiro delle truppe Usa dal nordest della Siria, lancia un'offensiva contro la milizia curda Ypg (Unità di protezione del popolo), alleata degli occidentali nella lotta contro l'Isis ma definita 'terrorista' da Ankara per i suoi legami con il Pkk. Ankara pone fine all'offensiva due settimane dopo, a seguito di due accordi negoziati separatamente con Usa e Russia che prevedono il ritiro delle Ypg dalla maggior parte delle postazioni alla frontiera.
Il primo ottobre comincia in Iraq una contestazione contro corruzione, disoccupazione e il peggioramento dei servizi pubblici. Il 1° dicembre il Parlamento accetta le dimissioni del governo. Il bilancio della repressione delle proteste, ancora in corso, è di 460 persone uccise e 25mila ferite.
Dal 3 al 14 ottobre l'Ecuador viene paralizzato da proteste contro l'eliminazione dei sussidi sui carburanti. Le marce terminano quando la misura viene alla fine annullata.
In Libano l'annuncio il 17 ottobre di una tassa sulle chiamate tramite WhatsApp, presto annullata, scatena proteste di piazza, che portano alle dimissioni del premier Saad Hariri. Per la successione viene designato Hassan Diab, un accademico sostenuto dal potente movimento sciita Hezbollah, ma la nomina non ha placato i cortei.
Il 18 ottobre in Cile cominciano proteste contro l'aumento del prezzo del biglietto della metropolitana di Santiago. La misura viene poi revocata, ma le manifestazioni si estendono al resto del Paese e sono ancora in corso, diventando una contestazione contro le diseguaglianze sociali e per chiedere le dimissioni del presidente Sebastian Pinera. Ad alimentare la rabbia dei dimostranti è stata la dura repressione. A metà novembre il Parlamento ha deciso di lanciare un referendum il 26 aprile del 2020 per cambiare la Costituzione, ereditata dal periodo della dittatura di Augusto Pinochet (1973-1990).
NOVEMBRE - Il 24 novembre la Bolivia annulla la contestata rielezione del presidente Evo Morales, primo capo dello Stato indigeno del Paese, dopo quattro settimane di proteste con decine di morti. Abbandonato da esercito e polizia, Morales si era dimesso il 10 novembre, andando in esilio in Messico e denunciando un colpo di Stato. Si è poi trasferito in Argentina, dove ha chiesto asilo.
Dal 21 novembre in Colombia il presidente di destra Ivan Duque affronta una contestazione insolita, con manifestazioni massicce.
Da metà novembre l'Iran è teatro di diversi giorni di rivolte contro un aumento dei prezzi del carburante. Secondo Amnesty International, in tre giorni nella repressione sono state uccise 304 persone. Almeno 7mila gli arresti, secondo l'Alto commissariato Onu per i diritti umani.
Il 20 novembre in Cile, le donne scendono in piazza per manifestare contro le violenze di genere. La performance "El violador eres tu!" (Lo stupratore sei tu), che denuncia il sessismo e le violenze, viene interpretata per la prima volta nelle strade di Valparaiso e presto arriva nelle grandi città di tutto il mondo
Da Facebook parte un tam tam: "Seimila sardine contro Salvini" dove si invitano i bolognesi ad accorrere numerosi in piazza la stessa sera in cui al Paladozza (che può ospitare 5570 persone) di Bologna, Matteo Salvini sostiene la sua candidata, Lucia Borgonzoni. Arrivano in 15mila. Nasce così il "movimento delle sardine" che riempie le piazze d'Italia e d'Europa.
DICEMBRE - Mentre il movimento dei "gilet gialli" compie un anno, dal 5 dicembre la Francia affronta un'imponente mobilitazione sociale contro la riforma delle pensioni voluta da Emmanuel Macron: gli scioperi dei trasporti vanno avanti da oltre 20 giorni.
GENNAIO - In Venezuela il leader dell'opposizione e presidente dell'Assemblea nazionale, Juan Guaidò, si autoproclama presidente in aperta sfida al capo dello Stato socialista Nicolas Maduro, del quale contesta la rielezione in un Paese in preda alla crisi economica e a una grave crisi migratoria. Guaidò viene riconosciuto da circa 50 Paesi, Usa in testa. Maduro, sostenuto dall'esercito, resta al suo posto.
FEBBRAIO - In Algeria cominciano massicce manifestazioni contro la candidatura a un quinto mandato presidenziale di Abdelaziz Bouteflika, anziano e indebolito da un ictus nel 2013. Il 2 aprile Bouteflika si dimette ma gli algerini continuano a protestare, chiedendo lo smantellamento del 'sistema' che guida il Paese dall'indipendenza del 1962 e le dimissioni di tutti i suoi rappresentanti, di cui fa parte anche il nuovo presidente Abdelmadjid Tebboune eletto nel voto del 12 dicembre boicottato dalla piazza.
MARZO - Regno Unito. In questa data si sarebbe dovuta concretizzare la Brexit, che viene però rinviata visto che il Parlamento britannico respinge l'accordo raggiunto da Theresa May con l'Ue. Viene poi bocciato anche un secondo testo negoziato dal successore di May a Downing Street, Boris Johnson. Dopo la vittoria di Johnson alle elezioni anticipate di dicembre, si pensa che l'adozione dell'accordo potrebbe arrivare il 9 gennaio, per un divorzio dall'Ue il 31 gennaio del 2020.
APRILE - In Sudan Omar al-Bashir, al potere da 30 anni, viene destituito dall'esercito dopo quattro mesi di contestazione popolare scatenata dall'aumento del prezzo del pane. Nella repressione di piazza sono morte, secondo i manifestanti, oltre 250 persone. Ad agosto è stato istituito un consiglio di transizione e a settembre si è insediato un primo ministro civile.
MAGGIO - L'Iran avvia il disimpegno dall'accordo internazionale del 2015 sul suo programma nucleare, in risposta al ritiro unilaterale degli Stati Uniti nel 2018 e alla reintroduzione delle sanzioni. Sale la tensione fra Usa e Teheran dopo il sabotaggio e gli attacchi ad alcune navi del Golfo di cui viene accusato l'Iran, che smentisce.
GIUGNO - A Hong Kong cominciano le proteste: oltre un milione di persone marcia contro una proposta di legge che permetterebbe le estradizioni nella Cina continentale. Dopo lo scoppio di violenze, la governatrice di Hong Kong Carrie Lam annuncia la sospensione del testo; le proteste continuano e si arriva al ritiro della legge, ma le rivendicazioni sono ormai estese e chiedono suffragio universale e un'indagine indipendente sulle violenze della polizia.
AGOSTO-SETTEMBRE - Gli incendi devastano intere regioni dell'Amazzonia a causa della deforestazione, scatenando vive critiche sulla politica del presidente del Brasile Jair Bolsonaro. Un'altra ondata di incendi ha coinvolto invece a novembre e dicembre l'Australia, che brucia ancora. La giovane attivista ecologista Greta Thunberg, scelta come 'persona dell'anno' dal Time, raccoglie milioni di persone nelle marce del movimento 'Fridays for Future'.
SETTEMBRE - I democratici della Camera dei rappresentanti Usa lanciano la procedura di impeachment contro Donald Trump, per avere chiesto all'Ucraina di indagare sul rivale Dem Joe Biden, potenziale avversario delle presidenziali 2020. Il presidente Usa viene messo in stato d'accusa il 18 dicembre dalla Camera, controllata dai Dem, che vota a favore del suo impeachment per le accuse di abuso di potere e ostacolo al Congresso. Spetta ora al Senato giudicare Trump, da gennaio, ma i repubblicani che controllano la Camera alta hanno intenzione di assolverlo.
OTTOBRE - La Turchia, dopo che Trump annuncia il ritiro delle truppe Usa dal nordest della Siria, lancia un'offensiva contro la milizia curda Ypg (Unità di protezione del popolo), alleata degli occidentali nella lotta contro l'Isis ma definita 'terrorista' da Ankara per i suoi legami con il Pkk. Ankara pone fine all'offensiva due settimane dopo, a seguito di due accordi negoziati separatamente con Usa e Russia che prevedono il ritiro delle Ypg dalla maggior parte delle postazioni alla frontiera.
Il primo ottobre comincia in Iraq una contestazione contro corruzione, disoccupazione e il peggioramento dei servizi pubblici. Il 1° dicembre il Parlamento accetta le dimissioni del governo. Il bilancio della repressione delle proteste, ancora in corso, è di 460 persone uccise e 25mila ferite.
Dal 3 al 14 ottobre l'Ecuador viene paralizzato da proteste contro l'eliminazione dei sussidi sui carburanti. Le marce terminano quando la misura viene alla fine annullata.
In Libano l'annuncio il 17 ottobre di una tassa sulle chiamate tramite WhatsApp, presto annullata, scatena proteste di piazza, che portano alle dimissioni del premier Saad Hariri. Per la successione viene designato Hassan Diab, un accademico sostenuto dal potente movimento sciita Hezbollah, ma la nomina non ha placato i cortei.
Il 18 ottobre in Cile cominciano proteste contro l'aumento del prezzo del biglietto della metropolitana di Santiago. La misura viene poi revocata, ma le manifestazioni si estendono al resto del Paese e sono ancora in corso, diventando una contestazione contro le diseguaglianze sociali e per chiedere le dimissioni del presidente Sebastian Pinera. Ad alimentare la rabbia dei dimostranti è stata la dura repressione. A metà novembre il Parlamento ha deciso di lanciare un referendum il 26 aprile del 2020 per cambiare la Costituzione, ereditata dal periodo della dittatura di Augusto Pinochet (1973-1990).
NOVEMBRE - Il 24 novembre la Bolivia annulla la contestata rielezione del presidente Evo Morales, primo capo dello Stato indigeno del Paese, dopo quattro settimane di proteste con decine di morti. Abbandonato da esercito e polizia, Morales si era dimesso il 10 novembre, andando in esilio in Messico e denunciando un colpo di Stato. Si è poi trasferito in Argentina, dove ha chiesto asilo.
Dal 21 novembre in Colombia il presidente di destra Ivan Duque affronta una contestazione insolita, con manifestazioni massicce.
Da metà novembre l'Iran è teatro di diversi giorni di rivolte contro un aumento dei prezzi del carburante. Secondo Amnesty International, in tre giorni nella repressione sono state uccise 304 persone. Almeno 7mila gli arresti, secondo l'Alto commissariato Onu per i diritti umani.
Il 20 novembre in Cile, le donne scendono in piazza per manifestare contro le violenze di genere. La performance "El violador eres tu!" (Lo stupratore sei tu), che denuncia il sessismo e le violenze, viene interpretata per la prima volta nelle strade di Valparaiso e presto arriva nelle grandi città di tutto il mondo
Da Facebook parte un tam tam: "Seimila sardine contro Salvini" dove si invitano i bolognesi ad accorrere numerosi in piazza la stessa sera in cui al Paladozza (che può ospitare 5570 persone) di Bologna, Matteo Salvini sostiene la sua candidata, Lucia Borgonzoni. Arrivano in 15mila. Nasce così il "movimento delle sardine" che riempie le piazze d'Italia e d'Europa.
DICEMBRE - Mentre il movimento dei "gilet gialli" compie un anno, dal 5 dicembre la Francia affronta un'imponente mobilitazione sociale contro la riforma delle pensioni voluta da Emmanuel Macron: gli scioperi dei trasporti vanno avanti da oltre 20 giorni.