Che ci fanno 43 busti di presidenti americani alti 6 metri in una fattoria della Virginia?
La storia di Howard Hankins che sogna di raccontare la libertà
Nel cortile di una fattoria della Virginia, non molto lontano da Williamsburg, giacciono i busti giganti di 43 presidenti americani. Allineati uno accanto all'altro ed esposti alle intemperie, sono quello che resta del President Park, che voleva commemorare la storia d'America e "completare" a suo modo l'opera di Gutzon Borglum, autore del famosissimo complesso scultoreo del Monte Rushmore su cui sono scolpiti i volti di quattro famosi presidenti americani: George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abraham Lincoln, simboli della nascita, della crescita, dello sviluppo e della conservazione degli Stati Uniti.
A dar vita al “Presidential Park” fu, insieme ad altri soci, l’artista David Adickes, autore dei busti alti 6 metri. Il parco fu inaugurato nel 2004 ma nel 2010 fu chiuso per fallimento, senza neanche essere terminato. Lo rilevò un'azienda del Sud Dakota che voleva sbarazzarsi delle ingombranti opere, ma Howard Hankins che aveva partecipato al progetto non se la sentì e, a sue spese, portò i 43 pesantissimi busti nella sua fattoria con il sogno di aprire, prima o poi, un nuovo parco con tanto di ricostruzione della Casa Bianca e di replica dell'Air Force One.
Non aveva considerato quanto quella distesa di teste, monumentale e un po' inquietante, facilmente accessibile a tutti poteva diventare meta di pellegrinaggi a caccia di selfie a rischio e pericoli dei coraggiosi avventurieri che arrampicandosi sulle statue non solo le danneggiavano ma potevano ferirsi. Molti dei soldi destinati all'allestimento del nuovo parco sono stati spesi in assicurazioni, installazione di telecamere e piccoli interventi di restauro. Hankins non ha però intenzione di demordere e per trovare i fondi per finanziare le sue idee e il costoso trasferimento dei busti in una nuova location ha deciso di aprire a pagamento le porte della sua fattoria per fare pubblicità al suo progetto da 1 milione e mezzo di dollari.
“Vorrei far capire ai giovani perché e grazie a chi oggi sono liberi e perché non dovremmo combattere l'uno contro l'altro ma combattere insieme", ha spiegato. E ha promesso che, quando potrà, aggiungerà le "teste" mancanti: quelle di Barack Obama e di Donald Trump.
A dar vita al “Presidential Park” fu, insieme ad altri soci, l’artista David Adickes, autore dei busti alti 6 metri. Il parco fu inaugurato nel 2004 ma nel 2010 fu chiuso per fallimento, senza neanche essere terminato. Lo rilevò un'azienda del Sud Dakota che voleva sbarazzarsi delle ingombranti opere, ma Howard Hankins che aveva partecipato al progetto non se la sentì e, a sue spese, portò i 43 pesantissimi busti nella sua fattoria con il sogno di aprire, prima o poi, un nuovo parco con tanto di ricostruzione della Casa Bianca e di replica dell'Air Force One.
Non aveva considerato quanto quella distesa di teste, monumentale e un po' inquietante, facilmente accessibile a tutti poteva diventare meta di pellegrinaggi a caccia di selfie a rischio e pericoli dei coraggiosi avventurieri che arrampicandosi sulle statue non solo le danneggiavano ma potevano ferirsi. Molti dei soldi destinati all'allestimento del nuovo parco sono stati spesi in assicurazioni, installazione di telecamere e piccoli interventi di restauro. Hankins non ha però intenzione di demordere e per trovare i fondi per finanziare le sue idee e il costoso trasferimento dei busti in una nuova location ha deciso di aprire a pagamento le porte della sua fattoria per fare pubblicità al suo progetto da 1 milione e mezzo di dollari.
“Vorrei far capire ai giovani perché e grazie a chi oggi sono liberi e perché non dovremmo combattere l'uno contro l'altro ma combattere insieme", ha spiegato. E ha promesso che, quando potrà, aggiungerà le "teste" mancanti: quelle di Barack Obama e di Donald Trump.