La vita su altri pianeti? La Sicilia rilancia la ricerca italiana nello spazio
Tra il 2026 e il 2030 partiranno le missioni Plato, Ariel e Athena, selezionate dall'Agenzia spaziale europea e che prevedono il contributo centrale di scienza e tecnologia italiane
La Sicilia compatta "ri-lancia" l'Italia in orbita. Sulla rotta Catania-Palermo si scrive un pezzo importante dell'esplorazione spaziale non solo del Paese, ma europea, con gli occhi puntati da parte di tutti gli scienziati del mondo.
La missione Plato
"Plato" è il nome della terza missione scientifica di classe media selezionata dall'Agenzia spaziale europea (Esa) nell'ambito del programma Cosmic Vision in corso dal 2015. Un satellite munito di 26 piccoli telescopi sarà dedicato alla ricerca di pianeti extrasolari (esopianeti) intorno a stelle brillanti. Il lancio è previsto per il 2026 e uno dei responsabili è Isabella Pagano, dell'Osservatorio Astrofisico di Catania.
Per la strumentazione e la selezione delle stelle dove cercare gli esopianeti c'è il coinvolgimento italiano, tra l'Agenzia spaziale italiana, Catania, Padova e Palermo. Le stelle saranno scelte sotto la responsabilità di Giampaolo Piotto, dell'Università di Padova, e saranno divise in quattro tipologie di cui una sotto la responsabilità della ricercatrice di Palermo Loredana Prisinzano, che spiega: "Lavoro alla selezione delle stelle più piccole che osserverà Plato, stelle rosse, le più interessanti dal punto di vista della ricerca di un pianeta simile alla Terra. Così, stiamo lavorando attivamente per un telescopio in grado di scoprire nuovi pianeti extrasolari".
Si vuole, insomma, aggiunge Prisinzano, "andare a cercare altri sistemi, molto simili al nostro. Perché lo scopo è sempre lo stesso: rispondere alla domanda se esista la vita oltre la Terra". Il direttore dell'Osservatorio, Fabrizio Bocchino, la dice in questo modo: "La scoperta degli esopianeti ha smontato l'idea che il nostro sistema solare sia il prototipo di tutti i sistemi stellari. Quando si scopriranno biomarcatori, indicatori dell'esistenza della vita, per l'uomo sarà la vera rivoluzione".
La missione Ariel
Nel 2028 è fissata la missione Ariel (Atmospheric Remote-Sensing Infrared Exoplanet Large-survey), selezionata dall'Agenzia spaziale europea e dedicata allo studio delle atmosfere dei pianeti in orbita attorno a stelle distanti. Nell'arco di quattro anni osserverà oltre mille esopianeti, realizzando un vero e proprio censimento della composizione chimica delle loro atmosfere. I dati raccolti permetteranno di rispondere a domande fondamentali sulla formazione ed evoluzione dei sistemi planetari e se possano esistere attorno ad altre stelle sistemi planetari simili al nostro.
"In questa missione - spiega Giuseppina Micela, ricercatrice dell'Osservatorio astronomico di Palermo che guida la squadra che ha la responsabilità del telescopio avanzato, dell'elettronica di bordo e anche un ruolo scientifico importante - mettiamo insieme la ricerca e l'aspetto industriale. La tecnologia che c'è nelle missioni spaziali è sempre alla frontiera, cioè non è mai tecnologia disponibile". In Italia siamo responsabili del telescopio, in particolare la parte più innovativa, lo specchio primario, ellissoidale, 110 centimetri per 70, interamente in alluminio: "Dovrà lavorare in condizioni spaziali che sono piuttosto dure, a temperature molto basse. I telescopi in alluminio si fanno sulla Terra, ma per lo Spazio i telescopi grandi non sono mai stati fatti in alluminio. Lo realizza una ditta in Lombardia coordinata da Palermo".
La missione Athena
Nel 2030 spiccherà il volo "Athena", a cui contribuirà ancora la Sicilia. Acronimo di Advanced Telescope for High Energy Astrophysics, è la seconda missione di classe large dell'Esa e sarà il grande osservatorio di Astrofisica in raggi X della prossima generazione, con lancio previsto nel 2030, dando all'Europa la leadership nel settore. Athena svelerà la formazione e l'evoluzione delle sorgenti più energetiche e calde, buchi neri, lampi gamma, sorgenti di onde gravitazionali, oscillazioni dello spazio-tempo, fino all'epoca in cui si sono formate le prime stelle super-massicce. Per esplorare l'Universo profondo nei raggi X, Athena disporrà di strumentazione avanzatissima, combinando un telescopio di grande area con due strumenti di piano focale.
La missione Plato
"Plato" è il nome della terza missione scientifica di classe media selezionata dall'Agenzia spaziale europea (Esa) nell'ambito del programma Cosmic Vision in corso dal 2015. Un satellite munito di 26 piccoli telescopi sarà dedicato alla ricerca di pianeti extrasolari (esopianeti) intorno a stelle brillanti. Il lancio è previsto per il 2026 e uno dei responsabili è Isabella Pagano, dell'Osservatorio Astrofisico di Catania.
Per la strumentazione e la selezione delle stelle dove cercare gli esopianeti c'è il coinvolgimento italiano, tra l'Agenzia spaziale italiana, Catania, Padova e Palermo. Le stelle saranno scelte sotto la responsabilità di Giampaolo Piotto, dell'Università di Padova, e saranno divise in quattro tipologie di cui una sotto la responsabilità della ricercatrice di Palermo Loredana Prisinzano, che spiega: "Lavoro alla selezione delle stelle più piccole che osserverà Plato, stelle rosse, le più interessanti dal punto di vista della ricerca di un pianeta simile alla Terra. Così, stiamo lavorando attivamente per un telescopio in grado di scoprire nuovi pianeti extrasolari".
Si vuole, insomma, aggiunge Prisinzano, "andare a cercare altri sistemi, molto simili al nostro. Perché lo scopo è sempre lo stesso: rispondere alla domanda se esista la vita oltre la Terra". Il direttore dell'Osservatorio, Fabrizio Bocchino, la dice in questo modo: "La scoperta degli esopianeti ha smontato l'idea che il nostro sistema solare sia il prototipo di tutti i sistemi stellari. Quando si scopriranno biomarcatori, indicatori dell'esistenza della vita, per l'uomo sarà la vera rivoluzione".
La missione Ariel
Nel 2028 è fissata la missione Ariel (Atmospheric Remote-Sensing Infrared Exoplanet Large-survey), selezionata dall'Agenzia spaziale europea e dedicata allo studio delle atmosfere dei pianeti in orbita attorno a stelle distanti. Nell'arco di quattro anni osserverà oltre mille esopianeti, realizzando un vero e proprio censimento della composizione chimica delle loro atmosfere. I dati raccolti permetteranno di rispondere a domande fondamentali sulla formazione ed evoluzione dei sistemi planetari e se possano esistere attorno ad altre stelle sistemi planetari simili al nostro.
"In questa missione - spiega Giuseppina Micela, ricercatrice dell'Osservatorio astronomico di Palermo che guida la squadra che ha la responsabilità del telescopio avanzato, dell'elettronica di bordo e anche un ruolo scientifico importante - mettiamo insieme la ricerca e l'aspetto industriale. La tecnologia che c'è nelle missioni spaziali è sempre alla frontiera, cioè non è mai tecnologia disponibile". In Italia siamo responsabili del telescopio, in particolare la parte più innovativa, lo specchio primario, ellissoidale, 110 centimetri per 70, interamente in alluminio: "Dovrà lavorare in condizioni spaziali che sono piuttosto dure, a temperature molto basse. I telescopi in alluminio si fanno sulla Terra, ma per lo Spazio i telescopi grandi non sono mai stati fatti in alluminio. Lo realizza una ditta in Lombardia coordinata da Palermo".
La missione Athena
Nel 2030 spiccherà il volo "Athena", a cui contribuirà ancora la Sicilia. Acronimo di Advanced Telescope for High Energy Astrophysics, è la seconda missione di classe large dell'Esa e sarà il grande osservatorio di Astrofisica in raggi X della prossima generazione, con lancio previsto nel 2030, dando all'Europa la leadership nel settore. Athena svelerà la formazione e l'evoluzione delle sorgenti più energetiche e calde, buchi neri, lampi gamma, sorgenti di onde gravitazionali, oscillazioni dello spazio-tempo, fino all'epoca in cui si sono formate le prime stelle super-massicce. Per esplorare l'Universo profondo nei raggi X, Athena disporrà di strumentazione avanzatissima, combinando un telescopio di grande area con due strumenti di piano focale.