L'Europa dei diritti si ferma a Ventimiglia
La denuncia contenuta in "Se questa è Europa", l'ultimo rapporto Oxfam
Minori non accompagnati, anche di 12 anni, che continuano a essere vittima di abusi, detenzioni, respingimenti illegali verso l’Italia da parte della polizia francese una volta superata la frontiera di Ventimiglia.
Questa è la denuncia contenuta nel nuovo rapporto “Se questa è Europa” diffuso da Oxfam, Diacona Valdese e Asgi, che lavorano nella città diventata nota per i respingimenti dei migranti alla frontiera. Un allarme che parte dalla testimonianze dei tanti in fuga: 1 su 4 è un minore che cerca di ricongiungersi con familiari o conoscenti in Francia, Inghilterra, Svezia o Germania.
“Ho provato già dieci volte ad attraversare la frontiera – ha raccontato un ragazzino di 16 anni originario dell’Eritrea – una volta a piedi, da solo, ma mi sono perso. Le altre volte in treno, ma la polizia francese sale sul treno, ti afferra, ti fa scendere ti rispedisce indietro”. L’intervento ormai di prassi della polizia francese comporta, prima ancora del respingimento in Italia, il fermo dei minori e spesso la loro registrazione come maggiorenni, la falsificazione delle dichiarazioni sulla loro volontà di tornare indietro.
Intanto a 1.500 di altitudine il confine tra Italia e Francia, con il disgelo, restituisce sciarpe, ciabatte e mappe. Adesso anche il corpo di un ragazzo africano, senza nome e senza identità. Il giovane è il primo migrante morto trovato in Italia, lungo la strada tra Bardonecchia e il confine francese.
Questa è la denuncia contenuta nel nuovo rapporto “Se questa è Europa” diffuso da Oxfam, Diacona Valdese e Asgi, che lavorano nella città diventata nota per i respingimenti dei migranti alla frontiera. Un allarme che parte dalla testimonianze dei tanti in fuga: 1 su 4 è un minore che cerca di ricongiungersi con familiari o conoscenti in Francia, Inghilterra, Svezia o Germania.
“Ho provato già dieci volte ad attraversare la frontiera – ha raccontato un ragazzino di 16 anni originario dell’Eritrea – una volta a piedi, da solo, ma mi sono perso. Le altre volte in treno, ma la polizia francese sale sul treno, ti afferra, ti fa scendere ti rispedisce indietro”. L’intervento ormai di prassi della polizia francese comporta, prima ancora del respingimento in Italia, il fermo dei minori e spesso la loro registrazione come maggiorenni, la falsificazione delle dichiarazioni sulla loro volontà di tornare indietro.
Intanto a 1.500 di altitudine il confine tra Italia e Francia, con il disgelo, restituisce sciarpe, ciabatte e mappe. Adesso anche il corpo di un ragazzo africano, senza nome e senza identità. Il giovane è il primo migrante morto trovato in Italia, lungo la strada tra Bardonecchia e il confine francese.