"Mai più". 25 anni fa il massacro di Srebrenica. Il ricordo delle vittime del genocidio
L'11 luglio è stato proclamato dall'Unione Europea la giornata ufficiale del ricordo delle vittime del genocidio di Srebrenica
L'11 luglio del 1995 oltre 8.000 giovani e adulti musulmani vennero uccisi a Srebrenica, in quella che le Nazioni Unite avevano designato come "zona protetta" e nonostante la presenza dei caschi blu.
La commemorazione della tragedia, che provocò anche la deportazione di altre 20 mila persone, soprattutto anziani donne e bambini, vede ogni anno la partecipazione di decine di migliaia di persone, ma quest'anno è prevista un'affluenza ridotta a causa delle misure legate alla pandemia di Covid-19.
Il momento più toccante è riservato all'inumazione delle spoglie di 9 vittime, ritrovate in una delle 70 fosse comuni e solo recentemente identificate, nel Cimitero Commemorativo di Potocari, alle porte di Srebrenica. Al rito funebre sono ammessi solo i familiari. La vittima più giovane è Salko Ibisevic che nel 1995 aveva 23 anni, mentre il più anziano è il settantenne Hasan Pezic.
"Mentre il mondo si appresta a commemorare coloro che persero la vita 25 anni fa e a mostrare solidarietà a chi sopravvisse è del tutto inaccettabile che le famiglie di oltre un migliaio di vittime siano ancora alla ricerca dei loro resti. La verità sulla sorte dei loro cari, seppelliti chissà dove un quarto di secolo fa, rende assai difficile trovare pace o qualche forma di conforto", ha dichiarato Jelena Sesar, ricercatrice di Amnesty International sui Balcani.
"Questo cupo anniversario segna anche 25 anni di lotta per ottenere giustizia, verità e riparazione per le persone sopravvissute, comprese coloro che subirono stupri di guerra e violenza sessuale. Mentre molti responsabili, come Ratko Mladic e Radovan Karadzic, sono stati assicurati alla giustizia, i sopravvissuti continuano a trovarsi di fronte ostacoli insormontabili per ottenere verità, giustizia e rimedio giudiziario per la loro sofferenza", ha proseguito Sesar.
Conte: "Pagina buia"
"Il genocidio di Srebrenica di 25 anni fa rimane una delle pagine più buie della storia europea, frutto di odio e della violenza nazionalista. Il riconoscimento e la tutela dei diritti umani e il perseguimento della pace sono valori essenziali per l'Europa e per l'umanità intera". Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte su Twitter.
Farnesina: "Commemorare Srebrenica è un imperativo morale"
"Oggi commemoriamo le vittime del genocidio di Srebrenica. Rivolgiamo a loro e alle loro famiglie il nostro pensiero e le nostre preghiere. A distanza di 25 anni è fondamentale assicurare piena giustizia". E' quanto si legge in una nota della Farnesina, nel giorno in cui ricorre l'anniversario del massacro di circa 8 mila persone avvenuto nella cittadina bosniaca, al termine della guerra dei Balcani. "Commemorare Srebrenica è un imperativo morale per chi sostiene la pace e il rispetto dei diritti umani. Coltivare la memoria è essenziale per evitare il ripetersi di simili tragedie. Il rispetto collettivo e il riconoscimento sono la base su cui costruire un futuro migliore e i cardini della cooperazione regionale. Nella loro domanda di pace e prosperità i cittadini della Bosnia ed Erzegovina possono contare sul forte sostegno e sulla salda amicizia dell'Italia", conclude la nota.
Gentiloni: "Mai girarsi dall'altra parte"
"25 anni fa la strage di Srebrenica. La pulizia etnica con oltre ottomila vittime è la vergogna dell'Onu. Ma a quell'infamia il mondo libero si ribellò, intervenendo. Mai girarsi dall'altra parte". Lo scrive su twitter Paolo Gentiloni, commissario Ue.
Il ricordo di Boris Johnson
Il premier britannico ha ricordato l'anniversario in un messaggio video postato sul suo profilo Twitter: "25 anni fa, l'Europa fu testimone della peggiore atrocità sul suo territorio dalla Seconda guerra mondiale, il genocidio di Srebrenica. Oggi, ricordiamo le vittime di quei terribili crimini e stiamo al fianco delle loro famiglie nella battaglia per ottenere giustizia".
25 years ago, Europe witnessed the worst atrocity on its soil since the Second World War - the genocide in Srebrenica, Bosnia.
— Boris Johnson #StayAlert (@BorisJohnson) July 11, 2020
Today we mourn and remember the victims of those terrible crimes and stand with the families in their fight for justice.#Srebrenica25 pic.twitter.com/YqZaYeUz9F
Anche il primo ministro austriaco Sebastian Kurz ricorda le vittime e ribadisce il sostegno alla Bosnia nel suo percorso verso l'Ue.
Onu: "Abbiamo fallito"
"Un quarto di secolo fa, le Nazioni Unite e la comunità internazionale non hanno difeso il popolo di Srebrenica" e "come ha detto l'ex segretario generale Kofi Annan, questo fallimento 'perseguiterà la nostra storia per sempre''. Lo dice il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres in occasione dell'anniversario del genocidio di Srebrenica, che l'Onu invita a non dimenticare per onorare le vittime e proseguire il lavoro di riconciliazione in Bosnia Erzegovina.
Giudicato un genocidio dal Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia (ICTY), il massacro di Srebrenica ''è stata la peggiore atrocità sul suolo europeo dalla seconda guerra mondiale'' sottolinea l'Onu. A 25 anni da quel fatto, ricorda l'Onu, i principali artefici di alcune delle peggiori atrocità commesse in Bosnia Erzegovina durante la guerra nell'ex Jugoslavia sono stati consegnati alla giustizia. "Ma resta ancora molto da fare per garantire la responsabilità, fornire un risarcimento alle vittime e promuovere la riconciliazione", ha dichiarato Michelle Bachelet, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani.
Il massacro
Mentre era una "zona protetta" delle Nazioni Unite, Srebrenica fu conquistata pochi mesi prima della fine della guerra dei Balcani dalle forze serbe-bosniache di Ratko Mladic, che l'11 luglio del 1995 operarono il massacro e le deportazioni senza che i "caschi blu" olandesi presenti facessero nulla per evitarlo. Quanto accaduto in quella occasione, secondo Amnesty International, "ci ricorda che nessuna società è immune dal più grave dei crimini" e che "a precedere la violenza sono anni di populismo pregno d'odio che sfrutta le divisioni della società".