7 anni senza Nelson Mandela, simbolo della lotta contro l'apartheid
Il 5 dicembre 2013 moriva Nelson Mandela, primo presidente di colore del Sudafrica e premio Nobel per la Pace, icona della lotta per tutte le libertà
Nelson Rolihlahla ('piantagrane') Mandela, nasce il 18 luglio 1918 in un villaggio del Transkei (nel sud-est del Sudafrica) da una famiglia di sangue reale di etnia Xhosa. Fino alla morte è stato il simbolo dell'ultima lotta dell'Africa nera contro l'estremo baluardo della dominazione bianca nel continente.
Nel 1964 viene condannato all’ergastolo con l’accusa di alto tradimento, dal carcere riesce a rimanere alla testa del movimento di liberazione e diventa il simbolo della lotta.
Il discorso davanti alla corte che lo condannò all'ergastolo - 20 aprile 1964
Nelson Mandela ha trascorso 27 anni in prigione. Prima a Robben Island, chiamata l'Università. Lì restò per 18 anni, si laureò in Legge. Nel 1982 fu trasferito nel carcere di Pollsmoor, dove le condizioni erano migliori e dove per la prima volta dopo 20 anni gli fu concesso di incontrare la moglie Winnie. Nel 1988, fu mandato a Victor Verster, gabbia dorata vicino a Cape Town: non c'erano sbarre e Madiba poteva passeggiare liberamente. L'11 febbraio 1990, uscì dal carcere mano nella mano con la moglie accolto da una folla che gridava il suo nome. Poco più tardi affacciato al balcone del municipio tenne il suo primo discorso dopo la liberazione.
La scarcerazione di Mandela, avvenuta nel 1990 dopo 27 anni di prigionia, il Premio Nobel che gli viene assegnato nel 1993 e la sua successiva elezione a capo dello Stato, decretano la fine dell'apartheid. Muore il 5 dicembre 2013. Al suo funerale a Johannesburg, allo stadio di Soweto, 100 capi di stato e di governo siedono l'uno accanto all'altro per l'ultimo saluto.
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