Storie Americane: Bruno Serato, eroe due volte
di Valentina Martelli
18 aprile 2005. 4 febbraio 2017. 4 maggio 2018. Tre date sono impresse nella mente di Bruno Serato italiano, nato in Francia, cresciuto nel veronese ed emigrato ad Anaheim, trent’anni fa.
Questa non è però la storia di un immigrato che ha avuto successo in America. O meglio in parte lo è. Bruno infatti è il proprietario dell’Anaheim White House, un ristorante che ricorda appunto la Casa Bianca, diventato luogo di ritrovo di celebrità come Gwen Stefani, Andy Garcia, Andrea Bocelli e importanti personaggi politici inclusi due presidenti americani, Jimmy Carter e George W Bush. Ma questa è soprattutto la storia di un uomo che ha capito che nella vita basta poco per fare la differenza. E questo ne ha fatto di lui un eroe.
La storia si svolge ad Anaheim, cittadina nella Orange County, a sud di Los Angeles, scelta da Walt Disney, nel 1955, per aprire la sua Disneyland. “Il posto più felice sulla terra” cita il celebre slogan, ma per molti bambini è tutto fuorché un luogo di spensieratezza.
E’, infatti, il 2005 quando Bruno, assieme alla madre Caterina, in visita dall’Italia entra per la prima volta al Boys and Girls club (uno di quattromila centri di solidarietà per minori in difficoltà aperti in America), dove e’ stato invitato per una raccolta di beneficenza. “C’erano centinaia di bambini – ricorda - il direttore mi raccontò che, per la maggior parte di loro, la cena consisteva in un sacchetto di patatine, perché i genitori non potevano permettersi altro”.
E’ cosi’ che Bruno e la madre vengono a contatto con una delle realtà più tristi in America, quella dei Motel Kids. “Sa – continua – questi bambini mangiano solo il pranzo scolastico. E quando la scuola è chiusa, spesso neppure quello”.
In risposta la madre, Caterina, pronuncia la frase che gli cambierà la vita: “Bruno, ma se i bambini non hanno da mangiare, preparagli tu la pastasciutta.”
Il 18 aprile dello stesso anno Serato arriva al Boys and Club con spaghetti al pomodoro a sufficienza per sfamare qualche centinaio di bambini e da quel giorno non si ferma più. Viene anche premiato dalla CNN che ogni anno riconosce l’impegno di persone che da normali diventano “eroiche”. Il primo di molti che gli permettono di acquistare notorietà, sostegno e fondare il Caterina’s Club che oltre a sfamare un numero crescente di bambini, aiuta le famiglie in difficoltà a lasciare le misere stanze di motel e spostarsi in appartamenti.
Poi arriva il 4 febbraio 2017. “Erano le 4 del mattino – racconta- quando vengo svegliato da una telefonata, durante la quale mi viene comunicato che il ristorante è in fiamme”. In pochi minuti l’incendio, causato da un cortocircuito, distrugge il lavoro di decenni ma soprattutto lascia Serato senza una cucina, dove preparare i pasti per i bambini.
A quel punto sono duemila quelli che ogni giorno, alle 17, lo attendono.
Ma nel mezzo della disperazione ecco un segno tangibile che il bene che si fa ritorna sempre indietro. In questo caso ritorna sotto forma di telefonate, messaggi, email, offerte da parte di amici e sconosciuti, colleghi e ristoranti concorrenti. “Chef Bruno hai bisogno di un posto dove cucinare?”, “Ti servono donazioni?”, “Ti serve pasta, pomodoro, parmigiano?”, “ Come possiamo aiutarti?”. La mobilitazione è massiccia e Serato riesce a mantenere l’impegno con i bambini mancando solamente un giorno l’appuntamento con la cena.
Non solo, il ristorante viene ricostruito a tempo di record e riaperto il 4 maggio scorso. Alla cena inaugurale arrivano i “clienti” preferiti di Sir Bruno Serato che da ora, grazie alle donazioni raccolte in questi mesi, potranno aumenteranno fino a diventare quasi quattromila.
Due milioni, invece, i piatti di pasti serviti sino ad oggi.
Ma la sensazione è che questo sia solo un nuovo inizio.