80 anni fa nasceva Fabrizio De André, in sala il "concerto ritrovato" di Faber e PFM
Conservato per oltre 40 anni dal regista Piero Frattari, lo storico filmato del concerto con la PFM è diventato un docufilm
Il 18 febbraio del 1940, ottanta anni fa, in via de Nicolay 12 a Genova Pegli, nasceva Fabrizio De André. La sua città lo celebra con una settimana di musica, immagini e parole. Da non perdere, per tre giorni al cinema, il concerto ritrovato di Faber con la Pfm alla Fiera del Mare che ha fatto la storia. Era il 3 gennaio del 1979.
Conservato per oltre 40 anni dal regista Piero Frattari, lo storico filmato del concerto è diventato un docufilm di Walter Veltroni, "Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato" che ricostruisce un'epoca indimenticabile e che ha segnato un momento storico - l'irripetibile sodalizio artistico tra uno dei più grandi artisti italiani di sempre e la rock band italiana più conosciuta al mondo.
Dopo un lungo periodo di ricerca con il supporto di Franz Di Cioccio, il nastro, che si credeva perduto per sempre, è stato rintracciato e, grazie a Piero Frattari, è stato recentemente possibile restaurarlo. Spiega Walter Veltroni: "Il rocambolesco ritrovamento delle immagini del concerto meritava di essere celebrato nel giusto modo. Quelle cassette sono state salvate dal macero e dall'oblio. Le immagini furono girate da Piero Frattari con pochi mezzi e poche luci, in modo che Fabrizio non avvertisse la presenza, che non amava, della documentazione visiva del concerto. Poi si erano perse. Il loro ritrovamento e la loro rigenerazione, specie nello spettacolare audio 5.1, consentono a tutti di fruire della testimonianza di uno dei tour più importanti della storia della canzone italiana di quegli anni.
Il documentario l'ho pensato come un viaggio nel tempo. Verso quel giorno di gennaio della fine degli anni Settanta. Su un piccolo treno o nel teatro parrocchiale dove fecero le prove, alcuni dei protagonisti di quella esperienza ricostruiscono il clima di quei giorni e la scelta dell'incontro tra due musiche, quella della canzone d'autore e quella del rock progressivo, che si sentivano lontane, come i loro pubblici".
Il viaggio, che si snoda anche attraverso le testimonianze di altri protagonisti, giunge fino all'ingresso del Padiglione C della fiera, prossimo all'abbattimento. Non ci sono altre voci se non quelle di chi c'era, quella sera. Si arriva, nel tempo e nello spazio, fino agli accordi con i quali il concerto iniziava: 'Questa di Marinella è la storia vera'.
"Strana la vita, non finisce mai di riservarti sorprese", commenta Dori Ghezzi, vedova del cantautore scomparso nel 1999. "Per fortuna, come in questo caso, si tratta di una sorpresa davvero bella. Sono anch'io molto curiosa ed emozionata di rivedere quello storico concerto. Se ci penso mi sento già riproiettata in quei momenti travolgentemente belli, di 40 anni fa". E Franz Di Cioccio della PFM aggiunge: "Che bello ritrovare Fabrizio sul palco con noi... vedere il film del concerto sarà come riabbracciarlo. Un grande amico che ha sempre raccontato gli uomini e le donne senza dare 'buoni consigli'".
Il filmato restaurato del concerto diventerà il fulcro del docufilm; le immagini saranno raccontate dai protagonisti di quell'avventura straordinaria - oltre a Piero Frattari, Dori Ghezzi e Franz Di Cioccio, Patrick Djivas, Franco Mussida, Flavio Premoli, David Riondino e Guido Harari - che rievocheranno l'atmosfera di quel giorno, le emozioni provate, il dietro le quinte e la magia di un'esperienza mai più replicata.
Solo nel 1975 Fabrizio De André decise di esibirsi in pubblico, in locali e palasport, eseguendo il suo repertorio quasi ed esclusivamente nella versione originale. Nel 1978 la PFM lo convinse a fare un tour insieme lungo tutto lo stivale e ad arrangiare i suoi brani in chiave rock. Un'unione artistica unica nella storia, un legame nato ai tempi della registrazione in studio dell'album "La buona novella", un'amicizia che porta Fabrizio e PFM a rincontrarsi nel tempo, come in occasione di un concerto estivo della band a Nuoro proprio nell'agosto del 1978. Fu così che De André tornò nella sua città per quel concerto rimasto nel cuore di tutti e che cambiò per sempre la storia della musica italiana. Nel docufilm troveranno spazio: La canzone di Marinella, Andrea, Il testamento di Tito, Un Giudice, Giugno '73, La guerra di Piero, Amico fragile, Zirichiltaggia, Rimini, Via del campo, Avventura a Durango, Bocca di rosa, Volta la carta, Il pescatore.
L'uomo che trasformò i sogni in canzoni
Nato a Genova il 18 febbraio 1940, De André in quasi quarant'anni di attività artistica ha inciso tredici album in studio. Insieme a Bruno Lauzi, Gino Paoli, Umberto Bindi e Luigi Tenco ha rinnovato profondamente la musica leggera italiana, diventando uno degli esponenti di spicco della cosiddetta Scuola Genovese. I testi delle sue canzoni sono storie di emarginati, ribelli, prostitute, poveri diavoli, gente che "viaggia in direzione ostinata e contraria". Poesie, inserite nelle antologie scolastiche, cantate con quella sua voce straordinaria. Poesie nate dalla sua naturale predisposizione a rielaborare i materiali, fossero le canzoni di Brassens ("Il gorilla") o l'antologia di Spoon River, l'opera di Edgar Lee Master da cui ha tratto "Non al denaro non all'amore né al cielo", un album del 1971 tra i capolavori assoluti della musica italiana, o semplicemente le intuizioni di chi gli lavorava vicino. Come quella di Mauro Pagani che, nel 1984, in anticipo sui tempi, lo ha portato nei territori della World Music, in un viaggio attraverso le musiche del Mediterraneo che ha generato "Creuza de ma", un album cantato in genovese dal respiro internazionale.
Sono passati più di vent'anni dalla scomparsa di Faber, ma la sua opera e il suo pensiero rimangono intatti nella sfida del tempo rinnovandosi nel passaggio tra le generazioni, come succede ai grandi autori che sono riusciti a dare alla loro opera un valore universale, a interpretare sentimenti collettivi.
La canzone di Marinella (Fabrizio De André e PFM)
Questa di Marinella è la storia vera
che scivolò nel fiume a primavera
ma il vento che la vide così bella
dal fiume la portò sopra una stella
Sola senza il ricordo di un dolore
vivevi senza il sogno di un amore
ma un re senza corona e senza scorta
bussò tre volte un giorno alla tua porta
Bianco come la luna il suo cappello
come l'amore rosso il suo mantello
tu lo seguisti senza una ragione
come un ragazzo segue un aquilone
E c'era il sole e avevi gli occhi belli
lui ti baciò le labbra ed i capelli
c'era la luna e avevi gli occhi stanchi
lui pose le sue mani suoi tuoi fianchi
Furono baci e furono sorrisi
poi furono soltanto i fiordalisi
che videro con gli occhi delle stelle
fremere al vento e ai baci la tua pelle
Dicono poi che mentre ritornavi
nel fiume chissà come scivolavi
e lui che non ti volle creder morta
bussò cent'anni ancora alla tua porta
Questa è la tua canzone Marinella
che sei volata in cielo su una stella
e come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno, come le rose
E come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno, come le rose.