Scontro al confine tra India e Cina: morti almeno 20 militari indiani
"Confronto violento" con le truppe cinesi lungo il confine conteso nella regione himalayana del Ladakh
Almeno venti soldati indiani sono stati uccisi in uno scontro con le forze cinesi sul controverso confine himalayano. Lo denuncia l'esercito indiano, confermando lo scontro più violento degli ultimi decenni tra le due grandi potenze nucleari vicine.
L'India aveva dichiarato in precedenza che 3 dei suoi soldati erano stati uccisi, ma poi ha rivisto il bilancio, aggiungendo altre 17 vittime, militari "che erano stati gravemente feriti lunedì e che sono poi morti a causa delle impervie condizioni della zona dove si trovavano a combattere, a quote elevate e a temperature ben al di sotto dello zero".
"Durante il processo di de-escalation in corso nella Valle di Galwan, un violento scontro ha avuto luogo ieri notte con perdite da entrambe le parti", ha commentato in un comunicato lo stato maggiore dell'esercito indiano. "La perdita di vite da parte indiana - ha continuato - include un ufficiale e due soldati. Alti ufficiali delle due parti si stanno attualmente incontrando per alleviare la situazione".
La Cina dal canto suo ha accusato le forze indiane di aver sconfinato per due volte e di aver provocato le forze cinesi, il che ha portato a uno scontro tra le due parti, senza l'uso di armi da fuoco. Secondo il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian le forze indiane hanno violato un accordo che era stato raggiunto.
"L'India vuole la pace, ma è in grado di dare una risposta adeguata, se provocata". Così il primo ministro indiano, Narendra Modi, citato dai media locali, si esprime per la prima volta sugli scontri al confine hymalaiano. Il premier ha convocato per venerdì un incontro di tutti i partiti per discutere la situazione. Sempre questa mattina è arrivata, in un tweet, la prima presa di posizione ufficiale del ministro della difesa indiano Rajnath Singh, che ha definito l'incidente "profondamente inquietante".
Entrambi i paesi hanno attribuito all'altro la responsabilità dell'incidente, che non avrebbe visto l'uso di armi da fuoco, ma un corpo a corpo con bastoni, lanci di pietre e sassi. L'episodio incide negativamente sui colloqui avviati il 6 giugno tra militari di alto rango dei due paesi per ritrovare un accordo bilaterale, dopo oltre un mese di tensioni nell'area.
La Casa Bianca ha dichiarato di sperare in una soluzione pacifica. "L'India e la Cina hanno entrambe espresso il desiderio di una soluzione pacifica e noi la sosteniamo", ha detto un portavoce del dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Washington, ha proseguito il portavoce sta seguendo la situazione "da vicino" e ha espresso le condoglianze ai familiari dei militari indiani uccisi.
L'India aveva dichiarato in precedenza che 3 dei suoi soldati erano stati uccisi, ma poi ha rivisto il bilancio, aggiungendo altre 17 vittime, militari "che erano stati gravemente feriti lunedì e che sono poi morti a causa delle impervie condizioni della zona dove si trovavano a combattere, a quote elevate e a temperature ben al di sotto dello zero".
"Durante il processo di de-escalation in corso nella Valle di Galwan, un violento scontro ha avuto luogo ieri notte con perdite da entrambe le parti", ha commentato in un comunicato lo stato maggiore dell'esercito indiano. "La perdita di vite da parte indiana - ha continuato - include un ufficiale e due soldati. Alti ufficiali delle due parti si stanno attualmente incontrando per alleviare la situazione".
La Cina dal canto suo ha accusato le forze indiane di aver sconfinato per due volte e di aver provocato le forze cinesi, il che ha portato a uno scontro tra le due parti, senza l'uso di armi da fuoco. Secondo il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian le forze indiane hanno violato un accordo che era stato raggiunto.
"L'India vuole la pace, ma è in grado di dare una risposta adeguata, se provocata". Così il primo ministro indiano, Narendra Modi, citato dai media locali, si esprime per la prima volta sugli scontri al confine hymalaiano. Il premier ha convocato per venerdì un incontro di tutti i partiti per discutere la situazione. Sempre questa mattina è arrivata, in un tweet, la prima presa di posizione ufficiale del ministro della difesa indiano Rajnath Singh, che ha definito l'incidente "profondamente inquietante".
Entrambi i paesi hanno attribuito all'altro la responsabilità dell'incidente, che non avrebbe visto l'uso di armi da fuoco, ma un corpo a corpo con bastoni, lanci di pietre e sassi. L'episodio incide negativamente sui colloqui avviati il 6 giugno tra militari di alto rango dei due paesi per ritrovare un accordo bilaterale, dopo oltre un mese di tensioni nell'area.
La Casa Bianca ha dichiarato di sperare in una soluzione pacifica. "L'India e la Cina hanno entrambe espresso il desiderio di una soluzione pacifica e noi la sosteniamo", ha detto un portavoce del dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Washington, ha proseguito il portavoce sta seguendo la situazione "da vicino" e ha espresso le condoglianze ai familiari dei militari indiani uccisi.