Cop26. Greta e gli altri: a Glasgow le voci della protesta
Attesi 100 mila manifestanti
Le caricature di Biden, Merkel, Johnson e altri potenti con tamburi e armi in pugno segnano il ritmo della protesta ai margini della Cop26 che oggi a Glasgow entra nel vivo. Da ieri, leader mondiali, negoziatori di 190 paesi, reali britannici, osservatori ufficiali, giornalisti, attivisti, celebrità, insieme a 100.000 manifestanti sono riuniti per cercare di salvare il pianeta dal riscaldamento incontrollato.
A dettare l'avvio delle proteste ancora una volta è stata Greta Thunberg che ha bacchettato i potenti appena arrivata alla stazione della città scozzesa: "Penso che l'azione sul clima non sia davvero la nostra maggiore priorità al momento", ha tuonato.
Le voci della protesta sono multiformi: ci sono i ragazzi dei Fridays for Future, gli attivisti di Extinction Rebellion, i 'Pellegrini cristiani' verdi giunti a piedi in Scozia dal sud dell'Inghilterra, i rappresentanti "indios" di nazioni lontane a rischio per le conseguenze del surriscaldamento del pianeta. Militanti ai cui occhi Greta, accolta nella città scozzese dall'assalto di reporter, sostenitori e curiosi, è diventata un simbolo; tanto da meritare i riflettori del più popolare talk-show politico domenicale della Bbc. Nell'intervista, la giovane pasionaria svedese non le ha mandate a dire: "L'obiettivo di contenere l'innalzamento delle temperature del globo entro 1,5 gradi in più "è in teoria possibile", ha affermato, denunciando tuttavia i ritardi di coloro che comandano nei diversi Paesi a intraprendere "azioni reali", concrete e tempestive come una dimostrazione del fatto che per loro "il cambiamento climatico non è ancora una vera priorità". Mentre ha giustificato "la rabbia" di chi protesta, fintanto che "nessuno si faccia male". E ha riservato un unico elogio alla 95enne regina Elisabetta, costretta a rinunciare per ragioni mediche a presenziare alla CoP, ma capace di prendere di mira giorni fa a chiare lettere "i leader che parlano, ma non fanno".
Oltre a Greta, sono tanti i volti femminili che spendono le proprie energie in difesa del Pianeta e nella lotta ai cambiamenti climatici. Per citarne solo alcune, tra loro c'è Federica Gasbarro, l'attivista italiana delegata al Youth4Climate, Luisa Neubauer, leader tedesca del movimento "Fridays For Future", la francese Laurence Tubiana, alla direzione della Fondazione europea del clima (European Climate Foundation) e membro dell'Alto consiglio sui cambiamenti climatici, un team di esperti che consiglia il presidente Emmanuel Macron su queste tematiche. In Norvegia Gunhlid A. Stordalen, ex modella, fisico di formazione, filantropa, è la fondatrice della 'EAT initiative' che promuove i collegamenti tra salute umana, dieta e sostenibilità per trasformare le abitudini alimentari della gente.
Glasgow blindata
Sono 10.000 gli agenti chiamati in servizio per tutelare la sicurezza della conferenza; oltre che per sorvegliare le manifestazioni. Un dispiegamento di polizia da record nella storia del Regno Unito, costato 100 milioni di sterline (quasi 120 milioni di euro), più che per le Olimpiadi di Londra del 2012 o per il recente G7 in Cornovaglia. Sono giunti rinforzi da tutto il Paese a dare aiuto agli organici limitati della Scottish Police, mentre la macchina della contestazione già ha dato i primi segni di attività.
La principale giornata di proteste è fissata sulla carta per il 6 novembre, giornata ribattezzata Global Day for Climate Justice e segnata da raduni in varie città del mondo in contemporanea con quello che si terrà in Scozia. Ma le prime iniziative sono in corso già in queste ore, inclusa una veglia interreligiosa promossa come memento ai leader mondiali.
Rivolgendosi agli attivisti, la first minister del governo regionale scozzese, Nicola Sturgeon, paladina dichiarata d'una politica più green, ha promesso spazio per far sì che tutti possano far sentire la propria voce nelle strade; ma ha pure avvertito come sia necessario rispettare i cittadini della Scozia, "la legge e le forze di polizia". Non a caso l'operazione ordine pubblico per la Cop è stata soprannominata Urram, che in gaelico vuol dire "rispetto".
Il comandante della polizia locale, Iain Livingstone, ha ammonito da parte sua che chi "supererà il limite" dovrà subirne le conseguenze. E il limite è rappresentato dalla zona rossa attorno al sito della conferenza, sulla riva nord del fiume Clyde, dove - accanto al consueto apparato di agenti armati - sono state rese operative persino unità capaci di abbattere eventuali droni con apparecchiature a impulsi elettromagnetici.
Rischio Covid e maltempo
Altro tema legato alla sicurezza, con un numero così alto di persone in giro, è poi quello del rischio di contagio da Covid, in un'isola con poche restrizioni residue in cui i nuovi casi hanno ripreso a viaggiare a 40.000 al giorno circa. Per l'occasione la Scozia - dove esiste qualche limitata cautela in più rispetto all'Inghilterra - ha deciso peraltro una stretta ad hoc a Glasgow.
Il primo ministro Boris Johnson ha promesso di fornire dosi di vaccino a tutti i partecipanti che non hanno potuto ottenerle nelle loro nazioni d'origine. Un portavoce del governo ha detto mercoledì che le dosi sono state somministrate ai destinatari in 70 nazioni, ma ha rifiutato di dire quante persone le hanno ricevute."Stiamo lavorando instancabilmente con tutti i nostri partner, incluso il governo scozzese e le Nazioni Unite, per garantire un vertice inclusivo, accessibile e sicuro a Glasgow", ha affermato un portavoce della COP26.
"Nessun esperto di salute pubblica al mondo direbbe che non c'è rischio nel mezzo di una pandemia globale di avere decine di migliaia di persone" a Glasgow, ha detto alla Bbc il ministro della sanità scozzese Humza Yousaf. "C'è assolutamente il rischio che i casi di Covid aumentino" ha aggiunto. "Faremo tutto il possibile per rendere sicuro l'evento, perché riconosciamo che l'emergenza climatica stessa è la più grande emergenza sanitaria che affrontiamo a livello globale".
E a mettere i bastoni tra le ruote potrebbe arrivare anche il maltempo. Le immagini più sorprendenti di questa settimana, tuttavia, sono state di una Glasgow sott'acqua, colpita da piogge torrenziali e inondazioni che hanno costretto alla chiusura di strade e al rinvio di uno spettacolo di luci ai giardini botanici. I treni da Londra a Glasgow sono stati cancellati giovedì. Le inondazioni a Glasgow non sono una novità. E, come sanno fin troppo bene tutti i partecipanti alla conferenza sul clima, questi eventi catastrofici stanno diventando più frequenti mentre il mondo si riscalda.
A dettare l'avvio delle proteste ancora una volta è stata Greta Thunberg che ha bacchettato i potenti appena arrivata alla stazione della città scozzesa: "Penso che l'azione sul clima non sia davvero la nostra maggiore priorità al momento", ha tuonato.
Le voci della protesta sono multiformi: ci sono i ragazzi dei Fridays for Future, gli attivisti di Extinction Rebellion, i 'Pellegrini cristiani' verdi giunti a piedi in Scozia dal sud dell'Inghilterra, i rappresentanti "indios" di nazioni lontane a rischio per le conseguenze del surriscaldamento del pianeta. Militanti ai cui occhi Greta, accolta nella città scozzese dall'assalto di reporter, sostenitori e curiosi, è diventata un simbolo; tanto da meritare i riflettori del più popolare talk-show politico domenicale della Bbc. Nell'intervista, la giovane pasionaria svedese non le ha mandate a dire: "L'obiettivo di contenere l'innalzamento delle temperature del globo entro 1,5 gradi in più "è in teoria possibile", ha affermato, denunciando tuttavia i ritardi di coloro che comandano nei diversi Paesi a intraprendere "azioni reali", concrete e tempestive come una dimostrazione del fatto che per loro "il cambiamento climatico non è ancora una vera priorità". Mentre ha giustificato "la rabbia" di chi protesta, fintanto che "nessuno si faccia male". E ha riservato un unico elogio alla 95enne regina Elisabetta, costretta a rinunciare per ragioni mediche a presenziare alla CoP, ma capace di prendere di mira giorni fa a chiare lettere "i leader che parlano, ma non fanno".
Oltre a Greta, sono tanti i volti femminili che spendono le proprie energie in difesa del Pianeta e nella lotta ai cambiamenti climatici. Per citarne solo alcune, tra loro c'è Federica Gasbarro, l'attivista italiana delegata al Youth4Climate, Luisa Neubauer, leader tedesca del movimento "Fridays For Future", la francese Laurence Tubiana, alla direzione della Fondazione europea del clima (European Climate Foundation) e membro dell'Alto consiglio sui cambiamenti climatici, un team di esperti che consiglia il presidente Emmanuel Macron su queste tematiche. In Norvegia Gunhlid A. Stordalen, ex modella, fisico di formazione, filantropa, è la fondatrice della 'EAT initiative' che promuove i collegamenti tra salute umana, dieta e sostenibilità per trasformare le abitudini alimentari della gente.
Glasgow blindata
Sono 10.000 gli agenti chiamati in servizio per tutelare la sicurezza della conferenza; oltre che per sorvegliare le manifestazioni. Un dispiegamento di polizia da record nella storia del Regno Unito, costato 100 milioni di sterline (quasi 120 milioni di euro), più che per le Olimpiadi di Londra del 2012 o per il recente G7 in Cornovaglia. Sono giunti rinforzi da tutto il Paese a dare aiuto agli organici limitati della Scottish Police, mentre la macchina della contestazione già ha dato i primi segni di attività.
La principale giornata di proteste è fissata sulla carta per il 6 novembre, giornata ribattezzata Global Day for Climate Justice e segnata da raduni in varie città del mondo in contemporanea con quello che si terrà in Scozia. Ma le prime iniziative sono in corso già in queste ore, inclusa una veglia interreligiosa promossa come memento ai leader mondiali.
Rivolgendosi agli attivisti, la first minister del governo regionale scozzese, Nicola Sturgeon, paladina dichiarata d'una politica più green, ha promesso spazio per far sì che tutti possano far sentire la propria voce nelle strade; ma ha pure avvertito come sia necessario rispettare i cittadini della Scozia, "la legge e le forze di polizia". Non a caso l'operazione ordine pubblico per la Cop è stata soprannominata Urram, che in gaelico vuol dire "rispetto".
Il comandante della polizia locale, Iain Livingstone, ha ammonito da parte sua che chi "supererà il limite" dovrà subirne le conseguenze. E il limite è rappresentato dalla zona rossa attorno al sito della conferenza, sulla riva nord del fiume Clyde, dove - accanto al consueto apparato di agenti armati - sono state rese operative persino unità capaci di abbattere eventuali droni con apparecchiature a impulsi elettromagnetici.
Rischio Covid e maltempo
Altro tema legato alla sicurezza, con un numero così alto di persone in giro, è poi quello del rischio di contagio da Covid, in un'isola con poche restrizioni residue in cui i nuovi casi hanno ripreso a viaggiare a 40.000 al giorno circa. Per l'occasione la Scozia - dove esiste qualche limitata cautela in più rispetto all'Inghilterra - ha deciso peraltro una stretta ad hoc a Glasgow.
Il primo ministro Boris Johnson ha promesso di fornire dosi di vaccino a tutti i partecipanti che non hanno potuto ottenerle nelle loro nazioni d'origine. Un portavoce del governo ha detto mercoledì che le dosi sono state somministrate ai destinatari in 70 nazioni, ma ha rifiutato di dire quante persone le hanno ricevute."Stiamo lavorando instancabilmente con tutti i nostri partner, incluso il governo scozzese e le Nazioni Unite, per garantire un vertice inclusivo, accessibile e sicuro a Glasgow", ha affermato un portavoce della COP26.
"Nessun esperto di salute pubblica al mondo direbbe che non c'è rischio nel mezzo di una pandemia globale di avere decine di migliaia di persone" a Glasgow, ha detto alla Bbc il ministro della sanità scozzese Humza Yousaf. "C'è assolutamente il rischio che i casi di Covid aumentino" ha aggiunto. "Faremo tutto il possibile per rendere sicuro l'evento, perché riconosciamo che l'emergenza climatica stessa è la più grande emergenza sanitaria che affrontiamo a livello globale".
E a mettere i bastoni tra le ruote potrebbe arrivare anche il maltempo. Le immagini più sorprendenti di questa settimana, tuttavia, sono state di una Glasgow sott'acqua, colpita da piogge torrenziali e inondazioni che hanno costretto alla chiusura di strade e al rinvio di uno spettacolo di luci ai giardini botanici. I treni da Londra a Glasgow sono stati cancellati giovedì. Le inondazioni a Glasgow non sono una novità. E, come sanno fin troppo bene tutti i partecipanti alla conferenza sul clima, questi eventi catastrofici stanno diventando più frequenti mentre il mondo si riscalda.