Coperto da teli speciali il ghiacciaio più antico delle Alpi: è a rischio scioglimento
Il ghiacciaio del Rodano (Glacier du Rhone) è stato protetto con delle coperte bianche allo scopo di ritardare e o evitare l'eventuale scioglimento. Le foto proposte sono state realizzate a Gletsch vicino al Passo della Furka, in Svizzera
Così belle alla vista, queste foto nascondono la drammaticità del cambiamento climatico legato al surriscaldamento globale. Un problema che da diversi anni ha allarmato le autorità svizzere: così il più antico ghiacciaio delle Alpi, il Glacier du Rhone, è stato coperto con degli speciali teli bianchi per evitarne il possibile scioglimento.
Non è la prima volta che si fa ricorso a questo tipo di accorgimenti. E così camminatori, e turisti curiosi, percorrono i sentieri delimitati da questi enormi lenzuoli bianchi che sembrano nascondere vecchi mobili accantonati in attesa di essere trasportati chissà dove.
In Svizzera, lo scorso settembre è stata celebrata una "marcia funebre" per commemorare la scomparsa di uno dei ghiacciai alpini più studiati: il Pizol. Evaporato per effetto del riscaldamento globale, circa 250 persone presidiarono ai funerali di quello che fu. "Ha perso così tanta sostanza che, dal punto di vista scientifico, non è più un ghiacciaio", commentava lapidaria Alessandra Degiacomi, dell'Associazione svizzera per la protezione del clima, una delle ONG organizzatrici della marcia.
Non è la prima volta che si fa ricorso a questo tipo di accorgimenti. E così camminatori, e turisti curiosi, percorrono i sentieri delimitati da questi enormi lenzuoli bianchi che sembrano nascondere vecchi mobili accantonati in attesa di essere trasportati chissà dove.
In Svizzera, lo scorso settembre è stata celebrata una "marcia funebre" per commemorare la scomparsa di uno dei ghiacciai alpini più studiati: il Pizol. Evaporato per effetto del riscaldamento globale, circa 250 persone presidiarono ai funerali di quello che fu. "Ha perso così tanta sostanza che, dal punto di vista scientifico, non è più un ghiacciaio", commentava lapidaria Alessandra Degiacomi, dell'Associazione svizzera per la protezione del clima, una delle ONG organizzatrici della marcia.