Corea del Nord. Il sospetto "paziente zero" giunto a nuoto dal Sud: ecco come ha passato il confine
Se confermato, sarebbe il primo caso di Covid-19 accertato in Corea del Nord. L'uomo si trova sotto stretta sorveglianza in quarantena
L'uomo misterioso sospettato di essere il "paziente zero", ossia il primo caso di Covid-19 accertato in Corea del Nord, è entrato nel Paese a nuoto dal Sud. Lo sostiene un'indagine condotta dai militari sudcoreani, che sono al centro di polemiche per la facilità con la quale se lo sono lasciati scappare.
Si tratterebbe di un fuoriuscito nordcoreano che, dopo essere fuggito in Corea del Sud ed esservi rimasto per tre anni, avrebbe deciso di rientrare nel paese. L'uomo, di 24 anni, di cui si conosce solo il cognome Kim (estremamente diffuso nella penisola coreana), si sarebbe recato in taxi il 18 luglio a Gangwha, vicino al confine. Lì, vicino a un canale fognario, è stata rinvenuta una borsa che gli apparteneva. Quindi sarebbe passato sotto il filo spinato e avrebbe attraversato a nuoto il fiume Han per ritrovarsi in Corea del Nord. Esattamente come aveva fatto nel 2017 per scappare dal Paese.
Le autorità sanitarie sudcoreane, in ogni caso, non confermano che sia stato contagiato da COVID-19: il suo nome non risulterebbe nei registri. Secondo la polizia l'uomo avrebbe realizzato questo rocambolesco, quanto insolito e pericoloso, ritorno in patria perché sospettato di aver stuprato una donna, anche lei fuggita dalla Corea del Nord.
L'agenzia di stato nordcoreana Kcna ha fatto sapere che la persona sospettata di aver contratto il coronavirus "è stata posta sotto stretta quarantena così come tutti quelli con cui è entrata in contatto durante la permanenza nella città di Kaesong, posta in lockdown e per la quale è stato diramato un allerta e dichiarato lo stato di emergenza.
Pyongyang ha finora sempre sostenuto di non avere alcun caso di coronavirus e che le frontiere del Paese restano chiuse. Decine di cittadini nordcoreani, tuttavia, attraversano quasi quotidianamente la frontiera per portare prodotti di contrabbando e, secondo gli analisti, potrebbero aver portato il virus nel paese isolato già prima della chiusura dei confini.
Si tratterebbe di un fuoriuscito nordcoreano che, dopo essere fuggito in Corea del Sud ed esservi rimasto per tre anni, avrebbe deciso di rientrare nel paese. L'uomo, di 24 anni, di cui si conosce solo il cognome Kim (estremamente diffuso nella penisola coreana), si sarebbe recato in taxi il 18 luglio a Gangwha, vicino al confine. Lì, vicino a un canale fognario, è stata rinvenuta una borsa che gli apparteneva. Quindi sarebbe passato sotto il filo spinato e avrebbe attraversato a nuoto il fiume Han per ritrovarsi in Corea del Nord. Esattamente come aveva fatto nel 2017 per scappare dal Paese.
Le autorità sanitarie sudcoreane, in ogni caso, non confermano che sia stato contagiato da COVID-19: il suo nome non risulterebbe nei registri. Secondo la polizia l'uomo avrebbe realizzato questo rocambolesco, quanto insolito e pericoloso, ritorno in patria perché sospettato di aver stuprato una donna, anche lei fuggita dalla Corea del Nord.
L'agenzia di stato nordcoreana Kcna ha fatto sapere che la persona sospettata di aver contratto il coronavirus "è stata posta sotto stretta quarantena così come tutti quelli con cui è entrata in contatto durante la permanenza nella città di Kaesong, posta in lockdown e per la quale è stato diramato un allerta e dichiarato lo stato di emergenza.
Pyongyang ha finora sempre sostenuto di non avere alcun caso di coronavirus e che le frontiere del Paese restano chiuse. Decine di cittadini nordcoreani, tuttavia, attraversano quasi quotidianamente la frontiera per portare prodotti di contrabbando e, secondo gli analisti, potrebbero aver portato il virus nel paese isolato già prima della chiusura dei confini.