Corea del Nord, Kim Jong-un omaggia il nonno. Un tribunale del Sud lo condanna a risarcimento danni
In quanto rappresentante della Corea del Nord, è stato condannato a risarcire i danni a due ex prigionieri di guerra sudcoreani che sono stati tenuti ai lavori forzati nel Nord
Il leader nordcoreano Kim Jong-un, con il suo classico abito nero ispirato al nonno e senza mascherina, si è recato al mauseoleo Kumsusan per omaggiare Kim Il Sung nel 26mo anniversario della sua morte. Nell'immagine diffusa dall'agenzia di stato, nessuno indossa dispositivi di protezione, nonostante lo stesso Kim solo pochi giorni fa abbia ordinato di non abbassare la guardia nella prevenzione al contagio da COVID-19.
La sorella Kim Yo Jong, che nelle settimane precedenti è stata particolarmente esposta e presente nelle cronache, s'intravede a malapena nella foto in una posizione arretrata, dietro gli altri dignitari di più alto rango che contornano il leader. Tra essi, il quotidiano ufficiale del Partito dei lavoratori coreani, il Rodong sinmun, cita Choe Ryong Hae, Pak Pong Ju e Kim Jae Ryong, tutti membri del Politburo, il sancta sanctorum del potere nordcoreano.
Il Palazzo del Sole Kumsusan è l'edificio in cui sono conservate le spoglie del Presidente eterno Kim Il Sung e del secondo leader, Kim Jong Il, padre di Kim Jong Un. Kim Jong-un non è mai mancato a questa commemorazione, tranne una volta nel 2018, quando era impegnato in un viaggio. Recentemente, proprio a causa della sua visita mancata al mausoleo in occasione del compleanno del nonno, si erano rincorse voci su una sua ipotetica malattia e qualcuno si era spinto a ipotizzare che fosse morto. Negli ultimi giorni l'attività del leader appare tornata a una frequenza più consueta, anche se alcuni osservatori pongono ancora dubbi.
Gli ultimi mesi hanno segnato anche un forte raffreddamento nelle relazioni con la Corea del Sud, culminato con la distruzione da parte di Pyongyang dell'ufficio di collegamento inter-coreano a Kaesong, enclave nordcoreano simbolo del percorso riavviato di riconciliazione, in seguito al lancio di volantini anti-Corea del Nord da parte degli attivisti di Seul.
Colloqui Usa-Corea del Sud
La notizia della visita al palazzo Kumsusan avviene mentre a Seul l'inviato Usa per i colloqui con la Corea del Nord, Stephen Biegun, ha discusso la situazione della penisola coreana e lo stato dei negoziati con la Corea del Nord sulla denuclearizzazione, in stallo dal secondo vertice del 2019 tra Kim e il presente Usa, Donald Trump, e di cui per il momento il regime di Kim ufficialmente esclude una ripresa.
Gli Usa non hanno chiesto incontri con la Corea del Nord ribadendo l'impegno dell'amministrazione Trump a eliminare le armi nucleari dalla penisola coreana. Il sottosegretario di Stato Stephen Biegun ha detto di aver "visto alcuni commenti di stampa secondo cui i nordcoreani non sono pronti a incontrarmi in questa visita. E' un po' strano perché non abbiamo chiesto un incontro coi nordcoreani", ha precisato. Biegun, che ha in carico il dossier dei rapporti con il Nord, ha visto nella sua prima visita a Seul in 7 mesi il ministro degli Esteri Kang Kyung-wha e l'inviato sul nucleare Lee Do-hoon.
I negoziati bilaterali sulla denuclearizzazione sono fermi da febbraio 2019 quando fallì ad Hanoi il secondo summit Trump-Kim. La parte nordcoreana spingeva per avere un allentamento delle sanzioni in cambio di altri passi sulla denuclearizzazione. Biegun, tuttavia, ha ribadito oggi che Pyongyang "ci troverà pronti" in qualsiasi momento di fronte al proposito di un ritorno ai colloqui sulla denuclearizzazione.
Kim "condannato"
Un tribunale sudcoreano ha condannato il leader nordcoreano Kim Jong Un, in quanto rappresentante della Corea del Nord, a risarcire i danni a due ex prigionieri di guerra sudcoreani che sono stati tenuti ai lavori forzati nel Nord. Lo riferisce l'agenzia di stampa France Presse. E' la prima volta che un tribunale sudcoreano esercita la sua potestà su Pyongyang con una sentenza di questo tipo, che potrebbe ulteriormente esacerbare le relazioni intercoreane in questa fase nuovamente in ribasso.
I due uomini - un certo Han di 87 e Ro di 90 - dicono di essere stati fatti prigionieri durante la guerra di Corea del 1950-53 e poi di non essere stati rimpatriati dopo l'armistizio. Per decenni sono stati messi ai lavori forzati in miniere di carbone, finché non sono riusciti a fuggire passando per la Cina. Ro è tornato nel 2000, Han l'anno seguente. Hanno presentato una denuncia nel 2016, sostenendo di aver subito "importanti danni mentali e fisici" da parte della Corea del Nord. Un tribunale di Seoul ha ordinato a Kim Jong-un di versare a ciascuno di loro 21 milioni di won (15.500 euro), secondo una portavoce.
Un'associazione che opera a sostegno dei due uomini ha indicato che intende far sequestrare beni nordcoreani sotto controllo di Seoul, come i diritti d'autore della televisione di stato nordcoreana, per ottenere il risarcimento. Durante la guerra 170mila tra cinesi e nordcoreani erano prigionieri nei campi delle forze Onu, guidate dagli Usa, mentre 100mila soldati sudcoreani e Onu erano detenuti dal Nord. Dopo l'armistizio, solo 8.343 sudcoreani furono rimpatriati. Secondo le associazioni, un'ottantina di prigionieri di guerra sudcoreani riuscirono a fuggire dal Nord tra il 2000 e il 2001. Pyongyang ha sempre affermato di non aver tenuto alcun soldato sudcoreano contro la sua volontà dopo la fine del conflitto.
La sorella Kim Yo Jong, che nelle settimane precedenti è stata particolarmente esposta e presente nelle cronache, s'intravede a malapena nella foto in una posizione arretrata, dietro gli altri dignitari di più alto rango che contornano il leader. Tra essi, il quotidiano ufficiale del Partito dei lavoratori coreani, il Rodong sinmun, cita Choe Ryong Hae, Pak Pong Ju e Kim Jae Ryong, tutti membri del Politburo, il sancta sanctorum del potere nordcoreano.
Il Palazzo del Sole Kumsusan è l'edificio in cui sono conservate le spoglie del Presidente eterno Kim Il Sung e del secondo leader, Kim Jong Il, padre di Kim Jong Un. Kim Jong-un non è mai mancato a questa commemorazione, tranne una volta nel 2018, quando era impegnato in un viaggio. Recentemente, proprio a causa della sua visita mancata al mausoleo in occasione del compleanno del nonno, si erano rincorse voci su una sua ipotetica malattia e qualcuno si era spinto a ipotizzare che fosse morto. Negli ultimi giorni l'attività del leader appare tornata a una frequenza più consueta, anche se alcuni osservatori pongono ancora dubbi.
Gli ultimi mesi hanno segnato anche un forte raffreddamento nelle relazioni con la Corea del Sud, culminato con la distruzione da parte di Pyongyang dell'ufficio di collegamento inter-coreano a Kaesong, enclave nordcoreano simbolo del percorso riavviato di riconciliazione, in seguito al lancio di volantini anti-Corea del Nord da parte degli attivisti di Seul.
Colloqui Usa-Corea del Sud
La notizia della visita al palazzo Kumsusan avviene mentre a Seul l'inviato Usa per i colloqui con la Corea del Nord, Stephen Biegun, ha discusso la situazione della penisola coreana e lo stato dei negoziati con la Corea del Nord sulla denuclearizzazione, in stallo dal secondo vertice del 2019 tra Kim e il presente Usa, Donald Trump, e di cui per il momento il regime di Kim ufficialmente esclude una ripresa.
Gli Usa non hanno chiesto incontri con la Corea del Nord ribadendo l'impegno dell'amministrazione Trump a eliminare le armi nucleari dalla penisola coreana. Il sottosegretario di Stato Stephen Biegun ha detto di aver "visto alcuni commenti di stampa secondo cui i nordcoreani non sono pronti a incontrarmi in questa visita. E' un po' strano perché non abbiamo chiesto un incontro coi nordcoreani", ha precisato. Biegun, che ha in carico il dossier dei rapporti con il Nord, ha visto nella sua prima visita a Seul in 7 mesi il ministro degli Esteri Kang Kyung-wha e l'inviato sul nucleare Lee Do-hoon.
I negoziati bilaterali sulla denuclearizzazione sono fermi da febbraio 2019 quando fallì ad Hanoi il secondo summit Trump-Kim. La parte nordcoreana spingeva per avere un allentamento delle sanzioni in cambio di altri passi sulla denuclearizzazione. Biegun, tuttavia, ha ribadito oggi che Pyongyang "ci troverà pronti" in qualsiasi momento di fronte al proposito di un ritorno ai colloqui sulla denuclearizzazione.
Kim "condannato"
Un tribunale sudcoreano ha condannato il leader nordcoreano Kim Jong Un, in quanto rappresentante della Corea del Nord, a risarcire i danni a due ex prigionieri di guerra sudcoreani che sono stati tenuti ai lavori forzati nel Nord. Lo riferisce l'agenzia di stampa France Presse. E' la prima volta che un tribunale sudcoreano esercita la sua potestà su Pyongyang con una sentenza di questo tipo, che potrebbe ulteriormente esacerbare le relazioni intercoreane in questa fase nuovamente in ribasso.
I due uomini - un certo Han di 87 e Ro di 90 - dicono di essere stati fatti prigionieri durante la guerra di Corea del 1950-53 e poi di non essere stati rimpatriati dopo l'armistizio. Per decenni sono stati messi ai lavori forzati in miniere di carbone, finché non sono riusciti a fuggire passando per la Cina. Ro è tornato nel 2000, Han l'anno seguente. Hanno presentato una denuncia nel 2016, sostenendo di aver subito "importanti danni mentali e fisici" da parte della Corea del Nord. Un tribunale di Seoul ha ordinato a Kim Jong-un di versare a ciascuno di loro 21 milioni di won (15.500 euro), secondo una portavoce.
Un'associazione che opera a sostegno dei due uomini ha indicato che intende far sequestrare beni nordcoreani sotto controllo di Seoul, come i diritti d'autore della televisione di stato nordcoreana, per ottenere il risarcimento. Durante la guerra 170mila tra cinesi e nordcoreani erano prigionieri nei campi delle forze Onu, guidate dagli Usa, mentre 100mila soldati sudcoreani e Onu erano detenuti dal Nord. Dopo l'armistizio, solo 8.343 sudcoreani furono rimpatriati. Secondo le associazioni, un'ottantina di prigionieri di guerra sudcoreani riuscirono a fuggire dal Nord tra il 2000 e il 2001. Pyongyang ha sempre affermato di non aver tenuto alcun soldato sudcoreano contro la sua volontà dopo la fine del conflitto.