Corea del Nord, il braccio destro di Kim Jong-un a Washington per i dettagli del summit con Trump
La settimana scorsa il presidente sud-coreano Moon Jae-in, aveva definito "imminente" il secondo summit tra Usa e Corea del Nord,
Stati Uniti e Corea del Nord potrebbero tornare a incontrarsi nel corso di questa settimana a Washington. Ai lati opposti del tavolo il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, e il capo negoziatore per il nucleare nord-coreano, Kim Yong-chol, uno tra i più stretti consiglieri del leader di Pyongyang, Kim Jong-un.
Secondo il Chosun Ilbo, quotidiano di Seul, Kim Yong-chol, sarà a Washington il 17 e il 18 gennaio per discutere data, luogo e temi dell'agenda del secondo summit tra Stati Uniti e Corea del Nord, che dovrebbe tenersi a febbraio in Vietnam. In sostanza, gli Usa starebbero discutendo con il governo sudcoreano il parziale allentamento delle sanzioni in cambio della rinuncia di Pyongyang ai missili balistici intercontinentali e al congelamento dello sviluppo delle armi nucleari. Un piccolo passo indietro sulla denuclearizzazione totale per ottenere "risultati che premino" la strategia di Trump. Sull'incontro non ci sono ancora annunci ufficiali da parte di Washington e Pyongyang.
Secondo la Cnn, che cita una fonte a conoscenza dei colloqui sulla denuclearizzazione, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha inviato nel fine settimana una lettera al leader nordcoreano Kim Jong-un, mentre le parti negoziano i dettagli di un secondo incontro fra i due. La lettera sarebbe già stata consegnata a Kim.
Imminente il secondo summit
La settimana scorsa, il presidente sud-coreano, Moon Jae-in, aveva definito "imminente" il secondo summit tra Usa e Corea del Nord, dopo l'incontro a Pechino tra Kim e il presidente cinese, Xi Jinping.
Intanto la viceministra nordcoreana degli Esteri Choe Son Hui ha dichiarato che sarà "oggi in Svezia per una conferenza internazionale". Una dichiarazione, quella dell'alto diplomatico, rilasciata a Pechino dopo essere atterrata dal volo da Pyongyang, che ha scatenato le ipotesi sulle motivazioni del viaggio. La Svezia, in questo contesto, è un Paese strategico con una lunga esperienza di mediazione tra i due Paesi. Prima del suo ruolo attuale Choe era la direttrice generale del dipartimento nordamericano degli Esteri e ha partecipato al summit di Singapore del giugno 2018. Tra i luoghi evocati dai rumors per il secondo incontro, circolano le ipotesi di Vietnam e Thailandia.
Segnali di disgelo tra le Coree
La Corea del Sud ha smesso di definire "nemico" la Corea del Nord: il rapporto biennale sulla Difesa, recentemente pubblicato, registra quella che può essere vista come una mossa per la distensione delle relazioni con Pyongyang.
Gli sviluppi sono maturati mentre Usa e Nord stanno trattando termini e contenuti del secondo summit tra i leader Donald Trump e Kim Jong-un al fine di superare lo stallo negoziale sulla denuclearizzazione della penisola coreana. Il libro bianco della Difesa non cita Pyongyang facendo ricorso a nomi tipici presenti nei rapporti precedenti tra cui "nemico", "presente nemico" o "principale nemico". Nelle fasi di aspre tensioni, i termini usati sono stati motivo di scontro tra i due Paesi consentendo soprattutto a Pyongyang di "denunciare" le provocazioni ai suoi danni, nonché prove dell'ostilità nei suoi confronti manifestata dal Sud. Ad esempio, nel documento del 1995, il Nord fu apostrofato"principale nemico", appena un anno dopo le minacce di Pyongyang di trasformare Seul in un "mare di fiamme".
Secondo il Chosun Ilbo, quotidiano di Seul, Kim Yong-chol, sarà a Washington il 17 e il 18 gennaio per discutere data, luogo e temi dell'agenda del secondo summit tra Stati Uniti e Corea del Nord, che dovrebbe tenersi a febbraio in Vietnam. In sostanza, gli Usa starebbero discutendo con il governo sudcoreano il parziale allentamento delle sanzioni in cambio della rinuncia di Pyongyang ai missili balistici intercontinentali e al congelamento dello sviluppo delle armi nucleari. Un piccolo passo indietro sulla denuclearizzazione totale per ottenere "risultati che premino" la strategia di Trump. Sull'incontro non ci sono ancora annunci ufficiali da parte di Washington e Pyongyang.
Secondo la Cnn, che cita una fonte a conoscenza dei colloqui sulla denuclearizzazione, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha inviato nel fine settimana una lettera al leader nordcoreano Kim Jong-un, mentre le parti negoziano i dettagli di un secondo incontro fra i due. La lettera sarebbe già stata consegnata a Kim.
Imminente il secondo summit
La settimana scorsa, il presidente sud-coreano, Moon Jae-in, aveva definito "imminente" il secondo summit tra Usa e Corea del Nord, dopo l'incontro a Pechino tra Kim e il presidente cinese, Xi Jinping.
Intanto la viceministra nordcoreana degli Esteri Choe Son Hui ha dichiarato che sarà "oggi in Svezia per una conferenza internazionale". Una dichiarazione, quella dell'alto diplomatico, rilasciata a Pechino dopo essere atterrata dal volo da Pyongyang, che ha scatenato le ipotesi sulle motivazioni del viaggio. La Svezia, in questo contesto, è un Paese strategico con una lunga esperienza di mediazione tra i due Paesi. Prima del suo ruolo attuale Choe era la direttrice generale del dipartimento nordamericano degli Esteri e ha partecipato al summit di Singapore del giugno 2018. Tra i luoghi evocati dai rumors per il secondo incontro, circolano le ipotesi di Vietnam e Thailandia.
Segnali di disgelo tra le Coree
La Corea del Sud ha smesso di definire "nemico" la Corea del Nord: il rapporto biennale sulla Difesa, recentemente pubblicato, registra quella che può essere vista come una mossa per la distensione delle relazioni con Pyongyang.
Gli sviluppi sono maturati mentre Usa e Nord stanno trattando termini e contenuti del secondo summit tra i leader Donald Trump e Kim Jong-un al fine di superare lo stallo negoziale sulla denuclearizzazione della penisola coreana. Il libro bianco della Difesa non cita Pyongyang facendo ricorso a nomi tipici presenti nei rapporti precedenti tra cui "nemico", "presente nemico" o "principale nemico". Nelle fasi di aspre tensioni, i termini usati sono stati motivo di scontro tra i due Paesi consentendo soprattutto a Pyongyang di "denunciare" le provocazioni ai suoi danni, nonché prove dell'ostilità nei suoi confronti manifestata dal Sud. Ad esempio, nel documento del 1995, il Nord fu apostrofato"principale nemico", appena un anno dopo le minacce di Pyongyang di trasformare Seul in un "mare di fiamme".