Corea del Sud. Trovato morto il sindaco di Seul. In un biglietto l'addio: "Mi scuso con tutti"
Park Won-soon, sindaco si Seul, è stato trovato morto poche ore dopo che la figlia ne aveva denunciato la scomparsa.
Un biglietto di scuse "a tutte le persone che sono state nella mia vita" è stato trovato a casa del sindaco di Seul, Park Won-Soon, scomparso nel pomeriggio di ieri dalla sua residenza e ritrovato cadavere poche ore dopo dalla polizia a Mount Bugak, tra le montagne a nord della capitale sudcoreana.
La polizia sta ancora indagando sulle cause della morte e solo l'autopsia dirà se si sia trattato di suicidio ma la nota trovata dagli inquirenti lascia pochi dubbi: "Mi scuso con tutti e ringrazio tutti coloro che hanno fatto parte della mia vita", scrive il sindaco che chiede di essere cremato e che le sue ceneri siano disperse sopra le tombe dei suoi genitori.
A denunciarne la scomparsa era stata la figlia che aveva descritto l'ultimo messaggio lasciato dal padre "come un testamento". Sul politico noto per le battaglie civili aleggiava l'ombra di accuse infamanti su presunte molestie sessuali. Membro del partito democratico di Moon Jae-in, era tra i papabili per la candidatura alle presidenziali del 2022.
La polizia stava perlustrando palmo a palmo il quartiere Sungbuk capitale della Corea del Sud, dove il segnale del suo cellulare era stato rilevato per l'ultima volta.
Circa 700 agenti, tre droni e i cani poliziotto stavano cercando di rintracciarlo. Il suo telefono risultava spento. Ad allertare la polizia era stata la figlia, dopo aver provato più volte a mettersi in contatto con il padre, senza successo.
Un funzionario del governo metropolitano della città, Kim Ji-hyeong, aveva riferito che l'uomo non si era presentato al lavoro per motivi non meglio specificati e aveva annullato tutti i suoi impegni, compreso un incontro con un funzionario presidenziale.
Sul motivo della scomparsa e della morte rimangono ancora dubbi ma una delle spiegazioni possibili porterebbe alle accuse di molestie sessuali, mosse da una donna che lavorava con lui. Un messaggio verbale, che la figlia ha definito simile a un testamento, lasciato dal sindaco circa 4 o 5 ore prima di andarsene da casa, non faceva presagire agli inquirenti nulla di buono e purtroppo i timori sono stati confermati dal ritrovamento.
Park, attivista civico di lunga data e avvocato per i diritti umani, era stato eletto sindaco di Seul nel 2011. Era diventato il primo sindaco della città a ricoprire l'incarico per un terzo mandato nel giugno dello scorso anno. Membro del Partito democratico del presidente Moon Jae-in, era considerato uno dei potenziali candidati in corsa per le elezioni presidenziali del 2022 e si era distinto in queste ultime settimane per la campagna aggressiva contro il Covid-19.
Sulla reputazione del sindaco era calata un'ombra. La rete televisiva Sbs con sede a Seul ha riferito che una delle segretarie di Park, la sera prima della scomparsa, avrebbe sporto denuncia alla polizia contro di lui per presunte molestie sessuali che sarebbero iniziate nel 2017.
Un duro colpo per Park, che si era affermato come avvocato proprio grazie all'ottenimento della
prima condanna per molestie sessuali nel Paese. Il servizio dell'Sbs, che non ha citato alcuna fonte, affermava che la segretaria avrebbe riferito agli investigatori che un numero non precisato di altre donne, impiegate nel Municipio di Seul, avrebbe subito molestie sessuali simili da Park. Sia la polizia della capitale, sia l'ufficio di Park, hanno dichiarato di non poter confermare le rivelazioni.
Il sindaco era noto nel Paese anche per essersi imposto come un feroce oppositore dell'ex presidente conservatrice Park Geun-hye, e per aver partecipato alle proteste che scoppiarono tra la fine del 2016 e il 2017 per chiedere la sua espulsione dopo uno scandalo di corruzione.
Durante il mandato, il primo cittadino era rimasto fedele ai suoi valori di attivista, criticando le crescenti disuguaglianze sociali ed economiche nel Paese e la corruzione che lega le grandi imprese ai politici.