Coree. Dal Sud bottiglie piene di riso e mascherine. Il Nord: "Prossimo passo oltre l'immaginabile"
Gli attivisti sudcoreani preparano bottiglie piene di riso e mascherine da mandare al Nord, ma Pyongyang minaccia nuove azioni dopo aver fatto esplodere l'ufficio di collegamento intercoreano
Un gruppo di disertori nordcoreani e attivisti di Seul ha preparato centinaia di bottiglie di plastica piene di riso e mascherine che intende far arrivare via mare in Corea del Nord. Questa attività prosegue da anni anche, e soprattutto, per via aerea per mezzo di palloni. Ed è stata, secondo quanto riporta la Kcna, agenzia di stampa del nord, il motivo scatenante per cui è stato fatto saltare in aria l'ufficio di collegamento intercoreano di Kaesong, preceduto dall'annuncio unilaterale di Pyongyang sulla fine del dialogo con la Corea del Sud.
Definiti, dalla potente sorella di Kim Jong-un, "cani bastardi" e "feccia umana", i disertori con le loro attività sarebbero un insulto alla dignità del leader supremo del paese.
Pur di non far saltare il dialogo e di migliorare le relazioni tra nord e sud, il governo di Seul aveva persino annunciato azioni legali contro due gruppi di attivisti, affermando che le loro spedizioni transfrontaliere di aiuti e propaganda aumentavano le tensioni con la Corea del Nord, mettendo a rischio i militari al confine e causando danni ambientali. Ma Park Jung-oh, 61 anni, disertore nordcoreano a capo del gruppo, chiamato Kuensaem, dice: "Il nostro è un aiuto umanitario. Qualunque cosa affermi la Corea del Nord, continueremo ad aiutare coloro che si trovano in situazioni difficili, anziani e vittime del regime". Park spedisce merci di là dal confine due volte al mese da almeno cinque anni: in ogni bottiglia da due litri, mette 1 kg e mezzo di riso e, da quando c'è la pandemia, aggiunge una mascherina. Ci sono anche altri gruppi che regolarmente inviano clandestinamente al Nord cibo, banconote da un dollaro, mini radio e chiavette USB con informazioni o drama, le serie tv sudcoreane tramite palloncini o bottiglie nel fiume.
Pyongyang: "Prossimi passi oltre l'immaginabile"
Dopo aver fatto saltare in aria l'ufficio di collegamento intercoreano di Kaesong, mandando in fumo la tregua raggiunta tra i due Paesi nel 2018, Pyongyang alza ulteriormente il tiro e annuncia, tramite il 'Rodong Sinmun', il giornale ufficiale del partito al potere in Corea del Nord, altre azioni di rappresaglia contro la Corea del Sud, che potrebbero "andare ben oltre l'immaginabile".
"L'esplosivo suono della giustizia che continuerà a levarsi potrebbe andare ben oltre l'immaginazione di coloro che fanno rumore per ciò che sta accadendo", si legge, con un avvertimento: "La nostra pazienza militare si è esaurita". E un consiglio: "L'annuncio dei militari che stanno riflettendo a un piano di azione militare dovrebbe essere preso sul serio".
I militari nordcoreani hanno annunciato l'intenzione di inviare truppe nella zona del complesso industriale intercoreano a Kaesong - non più operativo - e nella zona turistica del Monte Kumgang, sulla costa orientale. Alla lista si aggiunge anche il ripristino delle postazioni di controllo che erano state rimosse dalla zona smilitarizzata che divide i due paesi e la ripresa di "ogni tipo di esercitazione militare regolare" nei pressi del confine intercoreano.
Secondo fonti di Seul citate dall'agenzia di stampa Yonhap, numerosi militari hanno già preso servizio nelle postazioni di guardia all'interno della zona cuscinetto. La Corea del Nord disporrebbe di 150 postazioni di quel tipo, diverse delle quali lasciate vacanti in linea con l'accordo per la riduzione delle tensioni intercoreane firmato il 19 settembre del 2018. Alcuni media locali hanno inoltre riferito della presenza di un centinaio di soldati nordcoreani all'interno del complesso industriale intercoreano di Kaesong dopo la distruzione dell'ufficio di collegamento.
Il 'Rodong Sinmun' accusa la Corea del Sud di aver seminato il caos nelle relazioni intercoreane non impedendo il lancio di volantini di propaganda, e rendendosi così responsabile della rinuncia alla linea della 'fiducia e della promessa". Il giornale afferma inoltre che il popolo è pronto a unirsi a campagne su larga scala per l'invio di volantini in un paese "che ospita la feccia umana", un riferimento a quanti hanno fatto defezione raggiungendo il sud e poi si sono uniti alle campagne di volantinaggio. Insomma anche dal Nord partiranno palloni di propaganda contro il Sud.
Ma davvero la crisi è scoppiata per un pungo di riso inviato oltre confine? Secondo gli analisti, l'escalation di minacce e avvertimenti non sarebbe casuale ma avrebbe uno scopo preciso: fare pressioni su Seul per strappare concessioni a Washington in un momento in cui il Paese è segnato dalla crisi, economica e sanitaria, generata dalla pandemia.
Il ruolo della sorella di Kim
Certo è che nello scontro il volto che emerge è quello di Kim Yo Jong, potente sorella del leader nordcoreano che si era occupata inizialmente proprio delle relazioni con il Sud e che aveva cambiato atteggiamento poco prima della scorsa Pasqua. Kim Yo Jong ha fatto sapere di aver respinto la recente offerta del presidente sudcoreano Moon Jae-in di far arrivare inviati speciali a Pyongyang per disinnescare la tensione, e ha definito l'offerta di Moon una "piccola farsa" e un "trucco" per superare una crisi.
Da parte sua Seul ha bollato l'affermazione come "molto scortese, irrazionale e insensata" e ha ammonito il Nord che, in caso di intervento militare, pagherà le conseguenze.
L'aumento della tensione tra i due Paesi è insolito visto che proprio il presidente Moon è accusato di essere troppo morbido con Pyongyang ed è stato il motore della diplomazia tra il Nord e gli Stati Uniti, che ha portato al primo vertice tra Kim e Donald Trump a Singapore nel giugno del 2018. Le relazioni tra le Coree si sono incrinate dopo che un secondo vertice Kim-Trump, all'inizio del 2019, non ha avuto l'esito sperato a causa delle discussioni sulle sanzioni. E ora, la Corea del Nord cerca di attirare l'attenzione aumentando l'aggressività. È un modello che si è ripetuto nel corso dei decenni. Quando Washington non dà al Nord quello che vuole, Pyongyang fa pressione sul Sud.
Kim Yo Jong ha definito la Corea del Sud un "nemico" e si è sfogata per l'incapacità di Seul di impedire agli attivisti di inviare volantini anti-Pyongyang attraverso il confine. Sebbene la Corea del Nord sia sensibile alle critiche di questi volantini, è improbabile che il Paese stia rompendo i rapporti con Seul per qualcosa che va avanti da anni. L'obiettivo sembra invece quello di riguadagnare l'attenzione del mondo, in particolare quella di Washington, nel tentativo di ottenere gli aiuti necessari a dare impulso a un'economia al collasso.
Il ruolo di Kim Yo Jong appare tuttavia innaturale per molti osservatori. Forse potrebbe essere motivata dal tentativo di legittimarsi agli occhi dei militari, essendo donna e poco più che trentenne. Il fratello, per rafforzare il suo peso al momento della successione al padre Kim Jong-il, mostrò coraggio e determinazione facendo bombardare a novembre 2010 con 200 colpi di artiglieria l'isola sudcoreana di Yeonpyeong e causando la morte di almeno due soldati.
Dov'è Kim Jong-un?
Negli avvenimenti degli ultimi giorni il leader nordcoreano è poco presente. Per lasciare spazio alla sorella minore o perché si sta occupando di altro. Questo "altro" potrebbe essere una nuova arma o un nuovo progetto militare.
Secondo l'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, l'aereo solitamente utilizzato per il trasporto di Kim Jong-un ha volato da Pyongyang verso la parte orientale del paese. Il bimotore An-148 della Air Koryo è stato visto volare verso nord-est attorno alle 10 locali di ieri, secondo quanto ha riferito il sito di tracciamento aereo Aircraft Spot. Poi il segnale è scomparso vicino alla provincia di Nord Hamkyong, dove potrebbe essere atterrato. Il velivolo in passato è stato utilizzato per gli spostamenti brevi del leader, che per quelli più lunghi usa un IL-62 dotato di ogni lusso. E' però raro che Kim si sposti in aereo, mezzo che non ama, ma, visto il momento, gli osservatori ipotizzano che possa far prevedere un suo ritorno sulla scena magari a Sinpo (costa orientale), dove la Corea del Nord starebbe costruendo un nuovo sottomarino da 3mila tonnellate, in grado di lanciare missili balistici SLBM.
Definiti, dalla potente sorella di Kim Jong-un, "cani bastardi" e "feccia umana", i disertori con le loro attività sarebbero un insulto alla dignità del leader supremo del paese.
Pur di non far saltare il dialogo e di migliorare le relazioni tra nord e sud, il governo di Seul aveva persino annunciato azioni legali contro due gruppi di attivisti, affermando che le loro spedizioni transfrontaliere di aiuti e propaganda aumentavano le tensioni con la Corea del Nord, mettendo a rischio i militari al confine e causando danni ambientali. Ma Park Jung-oh, 61 anni, disertore nordcoreano a capo del gruppo, chiamato Kuensaem, dice: "Il nostro è un aiuto umanitario. Qualunque cosa affermi la Corea del Nord, continueremo ad aiutare coloro che si trovano in situazioni difficili, anziani e vittime del regime". Park spedisce merci di là dal confine due volte al mese da almeno cinque anni: in ogni bottiglia da due litri, mette 1 kg e mezzo di riso e, da quando c'è la pandemia, aggiunge una mascherina. Ci sono anche altri gruppi che regolarmente inviano clandestinamente al Nord cibo, banconote da un dollaro, mini radio e chiavette USB con informazioni o drama, le serie tv sudcoreane tramite palloncini o bottiglie nel fiume.
Pyongyang: "Prossimi passi oltre l'immaginabile"
Dopo aver fatto saltare in aria l'ufficio di collegamento intercoreano di Kaesong, mandando in fumo la tregua raggiunta tra i due Paesi nel 2018, Pyongyang alza ulteriormente il tiro e annuncia, tramite il 'Rodong Sinmun', il giornale ufficiale del partito al potere in Corea del Nord, altre azioni di rappresaglia contro la Corea del Sud, che potrebbero "andare ben oltre l'immaginabile".
"L'esplosivo suono della giustizia che continuerà a levarsi potrebbe andare ben oltre l'immaginazione di coloro che fanno rumore per ciò che sta accadendo", si legge, con un avvertimento: "La nostra pazienza militare si è esaurita". E un consiglio: "L'annuncio dei militari che stanno riflettendo a un piano di azione militare dovrebbe essere preso sul serio".
I militari nordcoreani hanno annunciato l'intenzione di inviare truppe nella zona del complesso industriale intercoreano a Kaesong - non più operativo - e nella zona turistica del Monte Kumgang, sulla costa orientale. Alla lista si aggiunge anche il ripristino delle postazioni di controllo che erano state rimosse dalla zona smilitarizzata che divide i due paesi e la ripresa di "ogni tipo di esercitazione militare regolare" nei pressi del confine intercoreano.
Secondo fonti di Seul citate dall'agenzia di stampa Yonhap, numerosi militari hanno già preso servizio nelle postazioni di guardia all'interno della zona cuscinetto. La Corea del Nord disporrebbe di 150 postazioni di quel tipo, diverse delle quali lasciate vacanti in linea con l'accordo per la riduzione delle tensioni intercoreane firmato il 19 settembre del 2018. Alcuni media locali hanno inoltre riferito della presenza di un centinaio di soldati nordcoreani all'interno del complesso industriale intercoreano di Kaesong dopo la distruzione dell'ufficio di collegamento.
Il 'Rodong Sinmun' accusa la Corea del Sud di aver seminato il caos nelle relazioni intercoreane non impedendo il lancio di volantini di propaganda, e rendendosi così responsabile della rinuncia alla linea della 'fiducia e della promessa". Il giornale afferma inoltre che il popolo è pronto a unirsi a campagne su larga scala per l'invio di volantini in un paese "che ospita la feccia umana", un riferimento a quanti hanno fatto defezione raggiungendo il sud e poi si sono uniti alle campagne di volantinaggio. Insomma anche dal Nord partiranno palloni di propaganda contro il Sud.
Ma davvero la crisi è scoppiata per un pungo di riso inviato oltre confine? Secondo gli analisti, l'escalation di minacce e avvertimenti non sarebbe casuale ma avrebbe uno scopo preciso: fare pressioni su Seul per strappare concessioni a Washington in un momento in cui il Paese è segnato dalla crisi, economica e sanitaria, generata dalla pandemia.
Il ruolo della sorella di Kim
Certo è che nello scontro il volto che emerge è quello di Kim Yo Jong, potente sorella del leader nordcoreano che si era occupata inizialmente proprio delle relazioni con il Sud e che aveva cambiato atteggiamento poco prima della scorsa Pasqua. Kim Yo Jong ha fatto sapere di aver respinto la recente offerta del presidente sudcoreano Moon Jae-in di far arrivare inviati speciali a Pyongyang per disinnescare la tensione, e ha definito l'offerta di Moon una "piccola farsa" e un "trucco" per superare una crisi.
Da parte sua Seul ha bollato l'affermazione come "molto scortese, irrazionale e insensata" e ha ammonito il Nord che, in caso di intervento militare, pagherà le conseguenze.
L'aumento della tensione tra i due Paesi è insolito visto che proprio il presidente Moon è accusato di essere troppo morbido con Pyongyang ed è stato il motore della diplomazia tra il Nord e gli Stati Uniti, che ha portato al primo vertice tra Kim e Donald Trump a Singapore nel giugno del 2018. Le relazioni tra le Coree si sono incrinate dopo che un secondo vertice Kim-Trump, all'inizio del 2019, non ha avuto l'esito sperato a causa delle discussioni sulle sanzioni. E ora, la Corea del Nord cerca di attirare l'attenzione aumentando l'aggressività. È un modello che si è ripetuto nel corso dei decenni. Quando Washington non dà al Nord quello che vuole, Pyongyang fa pressione sul Sud.
Kim Yo Jong ha definito la Corea del Sud un "nemico" e si è sfogata per l'incapacità di Seul di impedire agli attivisti di inviare volantini anti-Pyongyang attraverso il confine. Sebbene la Corea del Nord sia sensibile alle critiche di questi volantini, è improbabile che il Paese stia rompendo i rapporti con Seul per qualcosa che va avanti da anni. L'obiettivo sembra invece quello di riguadagnare l'attenzione del mondo, in particolare quella di Washington, nel tentativo di ottenere gli aiuti necessari a dare impulso a un'economia al collasso.
Il ruolo di Kim Yo Jong appare tuttavia innaturale per molti osservatori. Forse potrebbe essere motivata dal tentativo di legittimarsi agli occhi dei militari, essendo donna e poco più che trentenne. Il fratello, per rafforzare il suo peso al momento della successione al padre Kim Jong-il, mostrò coraggio e determinazione facendo bombardare a novembre 2010 con 200 colpi di artiglieria l'isola sudcoreana di Yeonpyeong e causando la morte di almeno due soldati.
Dov'è Kim Jong-un?
Negli avvenimenti degli ultimi giorni il leader nordcoreano è poco presente. Per lasciare spazio alla sorella minore o perché si sta occupando di altro. Questo "altro" potrebbe essere una nuova arma o un nuovo progetto militare.
Secondo l'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, l'aereo solitamente utilizzato per il trasporto di Kim Jong-un ha volato da Pyongyang verso la parte orientale del paese. Il bimotore An-148 della Air Koryo è stato visto volare verso nord-est attorno alle 10 locali di ieri, secondo quanto ha riferito il sito di tracciamento aereo Aircraft Spot. Poi il segnale è scomparso vicino alla provincia di Nord Hamkyong, dove potrebbe essere atterrato. Il velivolo in passato è stato utilizzato per gli spostamenti brevi del leader, che per quelli più lunghi usa un IL-62 dotato di ogni lusso. E' però raro che Kim si sposti in aereo, mezzo che non ama, ma, visto il momento, gli osservatori ipotizzano che possa far prevedere un suo ritorno sulla scena magari a Sinpo (costa orientale), dove la Corea del Nord starebbe costruendo un nuovo sottomarino da 3mila tonnellate, in grado di lanciare missili balistici SLBM.