Coree, il Sud accusa: funzionario scomparso in mare ucciso e bruciato da militari del Nord
Sembra che l'uomo avesse raggiunto acque nordcoreane per disertare. Seoul chiede scuse ufficiali e spiegazioni
Un funzionario sudcoreano scomparso in mare lunedì sarebbe stato ucciso e il suo corpo sarebbe stato bruciato dai militari nordcoreani nella zona di confine tra i due paesi. E' quanto sostiene il Ministero della Difesa di Seoul che condanna la "brutalità" del gesto e chiede spiegazioni e scuse ufficiali alla Corea del Nord. E' la prima volta che un cittadino sudcoreano viene ucciso nel Nord dal 2008, quando un soldato nordcoreano sparò a una donna di 53 anni entrata in una zona ad accesso limitato del resort di Mount Kumgang, gestito congiuntamente dai due paesi.
Il fatto
Il funzionario ucciso, di 47 anni, lavorava per il Ministero degli Oceani e delle Risorse Ittiche di Seul ed era scomparso lunedì scorso. Era in servizio su una nave per le ispezioni che controllava la pesca non autorizzata in acque al largo dell'isola occidentale sud-coreana di Yeonpyeong. Si sarebbe tuffato in mare con un giubbotto di salvataggio e un altro oggetto per galleggiare, quindi, trovato da funzionari nordcoreani, in acque nordcoreane, sarebbe stato interrogato e avrebbe espresso il desiderio di disertare. A quel punto sarebbe stato raggiunto dai colpi d'arma da fuoco sparati da marinai arrivati sul posto che indossavano tute protettive e maschere antigas e che successivamente gli avrebbero dato fuoco.
Secondo Seoul, l'omicidio potrebbe essere collegabile alle misure di controllo e prevenzione della pandemia di Covid-19 vigenti nel regime di Kim Jong-un, che ufficialmente non riconosce casi di contagio.
Il comandante delle forze armate statunitensi in Corea del Sud, Robert Abrams, ha riferito che all'inizio del mese le autorità nordcoreane hanno emesso l'ordine di "sparare a vista" per impedire l'ingresso del coronavirus dalla Cina, creando una "zona cuscinetto" al confine con i soldati delle forze speciali pronti a uccidere.
"Mettiamo solennemente in guardia la Corea del Nord sulle conseguenze associate a questo incidente", ha dichiarato il ministero della Difesa che ha affermato che non è ancora ben chiaro cosa abbia causato la morte dell'uomo e come sia finito al Nord anche se, secondo le prime informazioni raccolte dagli investigatori, sembra che volesse lasciare il Paese.
Moon Jae-in: "Atto scioccante"
L'uccisione del funzionario è un atto "scioccante", che non potrà essere tollerato per alcuna ragione. Questo il commento del presidente sudcoreano Moon Jae-in, che ha esortato Pyongyang a prendere misure "responsabili" in relazione all'incidente, secondo quanto riferito dal portavoce Kang Min-seok.
Non è chiaro come i servizi di intelligence sudcoreani siano riusciti a confermare i dettagli che circondano la sparizione del funzionario, vista la recente interruzione dei canali di comunicazione con Pyongyang. A giugno, la Corea del Nord aveva interrotto le linee rosse inter-coreane - un importante punto di contatto tra i due governi - facendo saltare in aria un ufficio di collegamento inter-coreano dopo che alcuni attivisti nel sud avevano lanciato volantini di propaganda critici del regime nordcoreano oltre il confine. La Yonhap ha citato fonti dell'intelligence.
A luglio, un uomo che aveva disertato in Corea del Sud tre anni prima, aveva scatenato il panico riattraversando il confine verso il Nord: il suo arrivo aveva spinto Pyongyang a chiudere una città di confine e mettere in quarantena migliaia di persone per timore che potesse essere portatore del virus, anche se ufficiali sudcoreani avevano affermato che l'uomo non era positivo.
Il Mar Giallo, situato a ovest della penisola coreana, è stato spesso fonte di tensioni tra i due paesi. Nel novembre 2010, il Nord aveva bombardato l'isola di Yeonpyeong, uccidendo quattro persone e provocando ritorsioni da parte del Sud in uno dei peggiori scontri dalla fine della guerra di Corea. Sempre all'inizio di quell'anno, 46 marinai sudcoreani persero la vita quando la loro nave, la Cheonan, fu colpita da un siluro nordcoreano al largo della vicina isola di Baengnyeong.
Il fatto
Il funzionario ucciso, di 47 anni, lavorava per il Ministero degli Oceani e delle Risorse Ittiche di Seul ed era scomparso lunedì scorso. Era in servizio su una nave per le ispezioni che controllava la pesca non autorizzata in acque al largo dell'isola occidentale sud-coreana di Yeonpyeong. Si sarebbe tuffato in mare con un giubbotto di salvataggio e un altro oggetto per galleggiare, quindi, trovato da funzionari nordcoreani, in acque nordcoreane, sarebbe stato interrogato e avrebbe espresso il desiderio di disertare. A quel punto sarebbe stato raggiunto dai colpi d'arma da fuoco sparati da marinai arrivati sul posto che indossavano tute protettive e maschere antigas e che successivamente gli avrebbero dato fuoco.
Secondo Seoul, l'omicidio potrebbe essere collegabile alle misure di controllo e prevenzione della pandemia di Covid-19 vigenti nel regime di Kim Jong-un, che ufficialmente non riconosce casi di contagio.
Il comandante delle forze armate statunitensi in Corea del Sud, Robert Abrams, ha riferito che all'inizio del mese le autorità nordcoreane hanno emesso l'ordine di "sparare a vista" per impedire l'ingresso del coronavirus dalla Cina, creando una "zona cuscinetto" al confine con i soldati delle forze speciali pronti a uccidere.
"Mettiamo solennemente in guardia la Corea del Nord sulle conseguenze associate a questo incidente", ha dichiarato il ministero della Difesa che ha affermato che non è ancora ben chiaro cosa abbia causato la morte dell'uomo e come sia finito al Nord anche se, secondo le prime informazioni raccolte dagli investigatori, sembra che volesse lasciare il Paese.
Moon Jae-in: "Atto scioccante"
L'uccisione del funzionario è un atto "scioccante", che non potrà essere tollerato per alcuna ragione. Questo il commento del presidente sudcoreano Moon Jae-in, che ha esortato Pyongyang a prendere misure "responsabili" in relazione all'incidente, secondo quanto riferito dal portavoce Kang Min-seok.
Non è chiaro come i servizi di intelligence sudcoreani siano riusciti a confermare i dettagli che circondano la sparizione del funzionario, vista la recente interruzione dei canali di comunicazione con Pyongyang. A giugno, la Corea del Nord aveva interrotto le linee rosse inter-coreane - un importante punto di contatto tra i due governi - facendo saltare in aria un ufficio di collegamento inter-coreano dopo che alcuni attivisti nel sud avevano lanciato volantini di propaganda critici del regime nordcoreano oltre il confine. La Yonhap ha citato fonti dell'intelligence.
A luglio, un uomo che aveva disertato in Corea del Sud tre anni prima, aveva scatenato il panico riattraversando il confine verso il Nord: il suo arrivo aveva spinto Pyongyang a chiudere una città di confine e mettere in quarantena migliaia di persone per timore che potesse essere portatore del virus, anche se ufficiali sudcoreani avevano affermato che l'uomo non era positivo.
Il Mar Giallo, situato a ovest della penisola coreana, è stato spesso fonte di tensioni tra i due paesi. Nel novembre 2010, il Nord aveva bombardato l'isola di Yeonpyeong, uccidendo quattro persone e provocando ritorsioni da parte del Sud in uno dei peggiori scontri dalla fine della guerra di Corea. Sempre all'inizio di quell'anno, 46 marinai sudcoreani persero la vita quando la loro nave, la Cheonan, fu colpita da un siluro nordcoreano al largo della vicina isola di Baengnyeong.