Coronavirus, Codogno: code davanti alle farmacie 'blindate'. Prodotti passati dalle finestrelle
I supermercati e le farmacie sono al momento gli esercizi commerciali presi d'assalto dalle persone confinate all'interno della zona rossa. Accade a Codogno e negli altri comuni focolaio del coronavirus. In farmacia nessun contatto con i sanitari, i farmaci sono consegnati dalla finestrella mentre i supermarket chiedono mascherine e guanti in lattice
Al momento farmaci e alimenti sono gli unici elementi in grado di rassicurare la popolazione confinata nella zona rossa. Dopo giorni di chiusura, a Codogno si sono registrate lunghe code davanti alle farmacie e ai supermercati che hanno riaperto con tutte le precauzioni del caso.
Gli abitanti richiedono mascherine e guanti in lattice, mentre le farmacie si limitano a passare i farmaci dalla finestrella. Il copione si ripete in tutti gli esercizi della zona. Ma non tutti gli abitanti hanno mascherina e guanti: da quanto si è appreso, nelle zone focolaio del covid-19 si attendono i preziosi rifornimenti anti-virus per proteggere volto e occhi.
Da Codogno a Vò: unico focolaio?
Secondo Massimo Galli, docente di malattie infettive e primario dell'ospedale Sacco di Milano, se fosse confermata, l'individuazione del 'nesso' tra i casi da nuovo coronavirus in Lombardia (Codogno) e quelli in Veneto (Vò), consentirebbe di stabilire di poter ricondurre l'epidemia a un unico focolaio rendendone, di conseguenza, meno complesso il contenimento. Il 'collegamento' sarebbe un agricoltore 60enne di Albettone (Vicenza), frequentatore dei bar di Vò, che era stato nelle scorse settimane a Codogno e in altri centri del lodigiano, interessati dall'epidemia in Lombardia. L'uomo accusa ora dei sintomi ed è stato sottoposto ai test, di cui si attende l'esito.
Gli abitanti richiedono mascherine e guanti in lattice, mentre le farmacie si limitano a passare i farmaci dalla finestrella. Il copione si ripete in tutti gli esercizi della zona. Ma non tutti gli abitanti hanno mascherina e guanti: da quanto si è appreso, nelle zone focolaio del covid-19 si attendono i preziosi rifornimenti anti-virus per proteggere volto e occhi.
Da Codogno a Vò: unico focolaio?
Secondo Massimo Galli, docente di malattie infettive e primario dell'ospedale Sacco di Milano, se fosse confermata, l'individuazione del 'nesso' tra i casi da nuovo coronavirus in Lombardia (Codogno) e quelli in Veneto (Vò), consentirebbe di stabilire di poter ricondurre l'epidemia a un unico focolaio rendendone, di conseguenza, meno complesso il contenimento. Il 'collegamento' sarebbe un agricoltore 60enne di Albettone (Vicenza), frequentatore dei bar di Vò, che era stato nelle scorse settimane a Codogno e in altri centri del lodigiano, interessati dall'epidemia in Lombardia. L'uomo accusa ora dei sintomi ed è stato sottoposto ai test, di cui si attende l'esito.