Coronavirus. Effetto 'lockdown' a Amsterdam. Niente turisti: crolla il consumo di cocaina e ecstasy

I ricercatori olandesi che studiano le acque di scarico della città hanno rilevato che l'uso di droghe illegali ad Amsterdam è crollata nel primo mese di isolamento a causa del coronavirus.

L'istituto di ricerca KWR sostiene che la riduzione è da collegare con ogni probabilità alla drastica riduzione dell'afflusso di turisti in visita nella capitale olandese e dalla chiusura dei club notturni, anche se, sempre per il KWR, sono necessarie ulteriori ricerche per capire meglio quali siano stati gli effetti del 'lockdown' sul consumo delle sostanze psicotrope.

I 'coffeeshop' di Amsterdam sono storicamente una calamita per i visitatori stranieri ma sono utilizzati regolarmente anche dai residenti della città, e i ricercatori hanno notato che l'uso di cannabis durante l'isolamento è rimasto stabile rispetto a l'anno scorso senza subire in maniera rilevante dell'effetto generale del 'lockdown'.

L'uso di farmaci e sostanze psicoattive illegali, che invece non sono vendute nei 'coffeeshop', appare essersi notevolmente ridotto ad Amsterdam, ma non in altre due città olandesi dove sono state testate le acque di scarico - Utrecht e Eindhoven. Queste città attirano molti meno turisti di Amsterdam.

Secondo i rilievi della KWR effettuati dal 18 al 24 marzo, diversi giorni dopo l'inizio del blocco olandese, l'uso di ecstasy ad Amsterdam è sceso del 50% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. L'uso di anfetamine è diminuito di un terzo e la cocaina ha mostrato una riduzione del 25%.

Quando il governo olandese ha annunciato il blocco, ha incluso i 'coffeeshop' tra gli esercizi commerciali che dovevano rimanere chiusi. Nell'immediato la misura aveva portato a una breve ondata di corsa all'acquisto di erba e cannabis di scorta con lunghe code fuori dai coffeeshop prima che le autorità specificassero che la vendite da asporto sarebbe stata consentita.