Coronavirus, Hong Kong vieta alcolici: "Aiutano a fraternizzare". Due settimane di stop a stranieri
Hong Kong prova a ripartire con delle misure di contenimento al coronavirus Covid-19. Le autorità locali hanno vietato la vendita di alcool negli 8600 bar, ristoranti e club dell'ex colonia britannica, e l'ingresso nel Paese agli stranieri per due settimane. C'è paura di eventuali contagi importati
"A volte la gente diventa più intima dopo aver bevuto e questo aumenta il rischio di infezione", ha dichiarato senza mezzi termini la governatrice di Hong Kong, Carrie Lam, annunciando il divieto di servire alcolici. Lo riporta il South China Morning Post insieme al blocco degli ingressi a tutti turisti e ai viaggiatori in transito, a partire dal 25 marzo. Misure precauzionali per contenere la nuova ondata di contagi da coronavirus registrata - in questo periodo - da casi importati. Dunque, Hong Kong sarà ad appannaggio esclusivo dei residenti per due settimane.
La decisione restrittiva sugli ingressi è maturata da una vicenda che si è registrata a Singapore, dove un medico incaricato di sottoporre a screening i passeggeri in arrivo all'aeroporto internazionale di Hong Kong è risultato positivo al Covid-19. Nella trascorsa giornata, Hong Kong ha accertato 44 nuovi casi, il numero più alto in un solo giorno dall'inizio della pandemia: così il numero di contagi, nel territorio autonomo nel Sudest della Cina, è salito a 318 con quattro decessi.
Fino a qualche giorno fa, nonostante la sua vicinanza alla Cina continentale, questo "centro" finanziario internazionale era riuscito a evitare il Covid-19. In particolare grazie alle rigide precauzioni prese dalla popolazione, che come evidenziano queste fotografie non esce di casa senza mascherina. Negli ultimi giorni, però, qualcosa è cambiato. Si è registrato un aumento improvviso dei contagi che ha allarmato le autorità. La metropoli asiatica, da oltre 7 milioni di abitanti, a partire dalla mezzanotte del 25 marzo sarà inaccessibile ai "non residenti". Chi farà scalo a Hong Kong non potrà entrare in città. Un blocco significativo per l'ottavo aeroporto più trafficato al mondo.
La decisione restrittiva sugli ingressi è maturata da una vicenda che si è registrata a Singapore, dove un medico incaricato di sottoporre a screening i passeggeri in arrivo all'aeroporto internazionale di Hong Kong è risultato positivo al Covid-19. Nella trascorsa giornata, Hong Kong ha accertato 44 nuovi casi, il numero più alto in un solo giorno dall'inizio della pandemia: così il numero di contagi, nel territorio autonomo nel Sudest della Cina, è salito a 318 con quattro decessi.
Fino a qualche giorno fa, nonostante la sua vicinanza alla Cina continentale, questo "centro" finanziario internazionale era riuscito a evitare il Covid-19. In particolare grazie alle rigide precauzioni prese dalla popolazione, che come evidenziano queste fotografie non esce di casa senza mascherina. Negli ultimi giorni, però, qualcosa è cambiato. Si è registrato un aumento improvviso dei contagi che ha allarmato le autorità. La metropoli asiatica, da oltre 7 milioni di abitanti, a partire dalla mezzanotte del 25 marzo sarà inaccessibile ai "non residenti". Chi farà scalo a Hong Kong non potrà entrare in città. Un blocco significativo per l'ottavo aeroporto più trafficato al mondo.