Coronavirus. L'Europa torna a scuola. Sistemi e storie a confronto
Virus o non virus, i governi della maggior parte dei Paesi europei sono determinati a rimandare bambini e ragazzi nelle aule.
Tra gli obiettivi dichiarati c'è quello di ridurre il divario di apprendimento tra chi ha e chi non ha, un divario che si è approfondito durante il blocco per frenare il Covid_19. L'altra motivazione comune è quella di far tornare i genitori al lavoro.
Di fronte alla risalita nei casi di virus, le autorità in Francia, Gran Bretagna, Spagna e altrove stanno imponendo regole sull'uso delle mascherine, assumono insegnanti extra o implementano nuovi banchi in massa come da noi.
E anche se negli ultimi giorni nelle aule da Berlino a Seoul si sono registrati diversi casi di contagio, e alcuni insegnanti e genitori avvertono che le loro scuole non sono pronte, i leader europei di tutte le tendenze - sinistra, destra e centro - stanno inviando un messaggio insolitamente coerente: anche in una pandemia, i bambini stanno meglio in classe.
Il primo ministro francese ha promesso mercoledì di "fare tutto" per far sì che le persone tornino a scuola e al lavoro. Il primo ministro britannico Boris Johnson ha definito la riapertura delle scuole un "dovere morale", e il suo governo ha persino minacciato di multare i genitori che tengono i figli a casa. Da noi il ministro della Salute ha chiuso bruscamente le discoteche questo mese con un obiettivo in mente - "riaprire le scuole a settembre in sicurezza totale".
Tra le misure comuni alla maggior parte dei Paesi: postazioni per il lavaggio delle mani, corridoi a senso unico, orari di inizio lezioni e pausa pranzo sfalsati. Alcuni stanno distribuendo computer portatili gratuiti, in caso di nuovi blocchi. Molti paesi richiedono le mascherine a scuola, ma le regole variano a seconda di dove è obbligatorio indossarli e a partire da quale età.
Alcuni Paesi europei stanno pianificando o considerando un anno scolastico ibrido, con alcune lezioni in presenza e altre online. Ma la maggior parte punta ad una piena partecipazione di persona alle classi. Questo è in linea con le indicazioni di organizzazioni come l'UNICEF, che ha detto giovedì che almeno un terzo degli alunni nel mondo non sono stati in grado di accedere all'apprendimento a distanza durante i blocchi. UNICEF Ha avvertito che "le ripercussioni [di questo divario, ndr] potrebbero essere sentite nelle economie e nelle società per decenni". Gli esperti dicono che il rischio di aprire scuole dipende da quanto è diffuso il COVID-19 nella comunità e quali misure di sicurezza vengono adottate. I test sembrano suggerire che i bambini piccoli non diffondono la malattia molto facilmente, mentre I bambini dai 10 anni in su possono trasmettere con la stessa facilità degli adulti. Infine, anche se i bambini sembrano meno propensi a contrarre la malattia rispetto agli adulti, si sono comunque verificati casi gravi e decessi.
Francia
Sia come genitore che come insegnante, Mathieu Maillard, intervistata da Associated Press, ha molto di cui preoccuparsi prima che le scuole francesi riaprano martedì prossimo. Il numero di infezioni da virus è cresciuto di cinque volte in Francia nell'ultimo mese. Come farà sua figlia di 5 anni a mantenere una distanza di sicurezza dai compagni dell'asilo che non vede l'ora di rivedere per la prima volta dopo sei mesi? Come si guadagnerà la fiducia dei suoi studenti di uno dei licei più difficili di Marsiglia dove lavora se deve sorvegliare l'uso delle maschere?
Tuttavia Maillard pensa che sia ora di tornare a scuola: "Dovremo pure riconminciare a un certo punto", dice. "Il rischio per la salute esiste, ma il rischio di non far andare i bambini a scuola è ancora più grande". Durante l'isolamento, ha detto, alcuni studenti non si sono mai iscritti alle sue lezioni online di letteratura francese. Alcuni non avevano un posto dove studiare, o non avevano computer, solo telefoni con cui le inviavano foto sfocate di lavori scritti a mano.
"I nostri studenti hanno davvero, davvero bisogno della scuola", sostiene Maillard. Per alcuni di questi che crescono in un ambiente segnato dalla violenza e dalla droga, la scuola "è una luogo dove possono respirare".
In Francia le mascherine a scuola saranno obbligatorie "tutto il tempo" per adulti e ragazzi sopra gli undici anni. Lo ha chiarito il ministro della Pubblica Istruzione Jean Michel Blanquer ai microfoni di France Inter, spiegando che l'obbligo vale sempre, in classe, nel resto della scuola e a ricreazione.
Regno Unito
Nel sud-est di Londra, Mark Davis, padre di tre figli, non vede l'ora di arrivare alla riapertura della scuola all'inizio di settembre, ma si preoccupa di cosa accadrà se ci sarà una nuova ondata di virus: "Tutti puntano a questo (il ritorno a scuola), ma non basta solo sperare per il meglio", ha detto. "I piani devono essere messi in atto".
Finora il governo dice che le scuole chiuderanno solo come ultima risorsa. Ma i genitori dicono che il messaggio del governo non è stato chiaro. La maggior parte degli 11 milioni di studenti del Regno Unito non ha visto un'aula da marzo, e la riapertura delle scuole è in cima all'agenda politica di Boris Johnson. La Gran Bretagna ha 41.515 morti per virus, il più alto tasso di mortalità confermato in Europa, e il governo britannico è stato fortemente criticato per la sua gestione della pandemia.
Spagna
In mezzo a un'inaspettata nuova ondata di infezioni nella Spagna già duramente colpita, le autorità si stanno affrettando per adottare i piani di riapertura delle scuole il 4 settembre. Tra questi: l'assunzione di 11.000 insegnanti supplementari, la costruzione di aule temporanee nei cortili dei plessi scolastici per guadagnare spazio e creare "bolle" di studenti che hanno il permesso di mescolarsi tra di loro, ma non con gli estranei. I sindacati degli insegnanti spagnoli tuttavia denunciano la carenza di fondi e hanno annunciato scioperi a partire dalla prossima settimana.
Germania
La Germania, dove le lezioni sono riprese già prima di Ferragosto, può servire allo stesso come monito e come esempio per i vicini europei. Almeno 41 delle 825 scuole di Berlino hanno segnalato casi di virus mentre le classi riprendevano le lezioni e migliaia di studenti sono stati messi in quarantena in tutto il Paese. Il governo tuttavia è determinato a non chiudere di nuovo le scuole, per questo stanno invece via via mandando i singoli studenti o le classi in quarantena.
Danimarca
La Danimarca questa settimana ha visto un'insolita forma di sostegno alla riapertura delle scuole. Nella seconda città per numero di abitanti del Paese, Aarhus, un picco nei casi di contagio da Coronavirus aveva convinto le autorità locali a rimandare a casa tutti gli studenti delle scuole superiori, ma i ragazzi hanno fatto marcia indietro, dicendo che non imparano abbastanza online e hanno tenuto una manifestazione di protesta lunedì con cartelli che dicevano: "Voglio solo andare a scuola".