Coronavirus, Lapponia: turisti in calo del 78%. A casa di Babbo Natale è obbligatoria la mascherina
C'è la neve, c'è il venticello freddo proveniente dal Polo Nord, e la temperatura è giusta: -1. Ciò che manca sono i turisti, scesi del 78% ad agosto rispetto allo scorso anno. Lo denuncia Business Finland, agenzia governativa che si occupa di promozione e investimenti nel campo dei viaggi nella terra dei mille laghi. E poi l'incontro con Babbo Natale non sarà più lo stesso: i pochi che gli faranno visita dovranno adeguarsi a plexiglas, distanze di sicurezza e mascherine
A Rovaniemi, nella remota Lapponia finlandese, sul piazzale antistante la casa di Babbo Natale, i turisti si contano con gli occhi. Secondo Business Finland, agenzia governativa che si occupa di promozione e investimenti nel campo dei viaggi nella terra dei mille laghi, ad agosto 2020 il numero dei viaggiatori è diminuito drasticamente del 78% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. A fermare orde di bambini desiderosi di abbracciare Babbo Natale è l'obbligo della quarantena di due settimane per chi entra in Finlandia, misura introdotta per fronteggiare la pandemia di coronavirus Covid-19.
Le restrizioni adottate dalle autorità finlandesi sono severe, tra le più rigide in Europa seppur nel paese il numero di contagi è piuttosto contenuto. In una Nazione di 5,5 milioni di persone, le infezioni di coronavirus sono 13 mila e i decessi 346. E così, l'affascinante spettacolo dell'aurora boreale, gli appassionanti safari in motoslitta dentro e fuori i boschi di betulle, le attrazioni del vicino parco giochi nella roccia di Santapark e il Villaggio di Babbo Natale, quest'inverno saranno a privilegio per pochi.
Di sicuro, Babbo Natale è al lavoro nel suo studio in compagnia degli elfi. Però, a differenza degli altri anni, le misure anti-covid non consentiranno incontri emozionanti né strette di mano, niente abbraccio con i piccini, ma solo un saluto quasi virtuale da dietro il plexiglas e rigorosamente con la mascherina.
Sanna Karkkainen, amministratore delegato dell'ente turistico di Visit Rovaniemi, parla già di "Natale in pericolo per le imprese locali" e si domanda, "Natale arriverà, ma quanto sarà allegro?". Parla già di una perdita prossima all'80% anche Antti Antikainen, manager di un tour operator che offre escursioni. Pressoché nulle anche le prenotazioni nei romantici resort. Anzi, il personale sta operando a effettuare i rimborsi. Le aziende legate al turismo che impiegano 10 mila persone, circa l'8% della popolazione della regione, hanno già iniziato a licenziare il personale. Su 80 dipendenti stagionali, al massimo saranno impiegati due o tre. La speranza è riposta nel premier Sanna Marin - la quale peraltro è da una settimana in quarantena precauzionale - affinché tolga la quarantena obbligatoria ai turisti in visita.
Le restrizioni adottate dalle autorità finlandesi sono severe, tra le più rigide in Europa seppur nel paese il numero di contagi è piuttosto contenuto. In una Nazione di 5,5 milioni di persone, le infezioni di coronavirus sono 13 mila e i decessi 346. E così, l'affascinante spettacolo dell'aurora boreale, gli appassionanti safari in motoslitta dentro e fuori i boschi di betulle, le attrazioni del vicino parco giochi nella roccia di Santapark e il Villaggio di Babbo Natale, quest'inverno saranno a privilegio per pochi.
Di sicuro, Babbo Natale è al lavoro nel suo studio in compagnia degli elfi. Però, a differenza degli altri anni, le misure anti-covid non consentiranno incontri emozionanti né strette di mano, niente abbraccio con i piccini, ma solo un saluto quasi virtuale da dietro il plexiglas e rigorosamente con la mascherina.
Sanna Karkkainen, amministratore delegato dell'ente turistico di Visit Rovaniemi, parla già di "Natale in pericolo per le imprese locali" e si domanda, "Natale arriverà, ma quanto sarà allegro?". Parla già di una perdita prossima all'80% anche Antti Antikainen, manager di un tour operator che offre escursioni. Pressoché nulle anche le prenotazioni nei romantici resort. Anzi, il personale sta operando a effettuare i rimborsi. Le aziende legate al turismo che impiegano 10 mila persone, circa l'8% della popolazione della regione, hanno già iniziato a licenziare il personale. Su 80 dipendenti stagionali, al massimo saranno impiegati due o tre. La speranza è riposta nel premier Sanna Marin - la quale peraltro è da una settimana in quarantena precauzionale - affinché tolga la quarantena obbligatoria ai turisti in visita.