Coronavirus. Nigeria, l'italiano positivo sta bene. Ecco l'ospedale in cui è in quarantena
L'italiano confermato come il primo caso di Coronavirus in Nigeria proveniente da Milano si è spostato per quasi due giorni nel Paese prima di essere isolato.
Il caso ha spinto le autorità del Paese più popoloso dell'Africa a cercare tutti coloro che sono arrivati sullo stesso volo dell'italiano per sottoporli a controlli e identificare i luoghi che ha visitato prima di andare in ospedale. "Abbiamo iniziato a lavorare per identificare tutti i contatti della persona da quando è entrato in Nigeria e anche quelli che erano con lui sull'aereo", ha detto il ministro della Salute Osagie Ehanire ai giornalisti venerdì nella capitale della Nigeria, Abuja.
Il professor Akin Abayomi, Commissario per la salute di Lagos, ha detto a una conferenza stampa che l'italiano è arrivato il 24 febbraio su un volo Turkish Airlines con scalo a Istanbul. Dopo aver trascorso la notte in un hotel vicino all'aeroporto, il 25 febbraio si è recato sul suo posto di lavoro in Ogun, uno Stato della federazione nigeriana, e vi è rimasto fino a quando non ha manifestato febbre e dolori muscolari nel pomeriggio del 26 febbraio. Gli operatori sanitari dell'azienda hanno quindi contattato le autorità di sicurezza che lo hanno trasferito alla struttura ad alto contenimento di Yaba, nello stato di Lagos: "Hanno fatto bene i medici a tenerlo in un ambiente isolato durante la notte", ha concluso Abayomi.
L'infezione è stata confermata il 27 febbraio dal Laboratorio di Virologia dell'Ospedale Didattico dell'Università di Lagos, parte della Rete di Laboratori del Centro per il controllo delle malattie della Nigeria. L'uomo, riferisce lo stesso Commissario per la salute, è in quarantena, clinicamente stabile e privo sintomi gravi.
Il suo caso è anche il primo caso di Coronavirus confermato nell'Africa subsahariana. La Turkish Airlines non ha commentato immediatamente il caso. Non ci sono casi confermati in Turchia.
Recentemente sono stati confermati casi di virus nel Nord Africa, in Egitto e Algeria in particolare. Fino ad allora, alcuni esperti di salute globale avevano espresso sorpresa che nessun caso fosse stato segnalato in Africa. La preoccupazione per la diffusione del virus in paesi con sistemi sanitari meno efficienti ha portato l'Organizzazione mondiale della sanità a dichiarare l'epidemia una emergenza sanitaria globale.