Coronavirus e calcio. Primo ministro Rutte ai tifosi olandesi: Seduti e zitti o richiudo gli stadi
Il primo ministro olandese Mark Rutte si è scagliato contro i tifosi ammessi in modo contingentato negli stadi perché urlano, esultano e cantano durante le partite di calcio
Secondo Rutte in questo modo mettono a rischio gli sforzi del Paese per combattere l'epidemia di coronavirus.
Dall'inizio della nuova stagione negli stadi olandesi è ammesso un numero limitato di spettatori che devono rispettare le regole di distanziamento sociale e astenersi dal cantare e dal gridare. "State zitti, guadate la partita e non gridate!" ha detto Rutte quando gli è stato chiesto del comportamento dei fan.
Durante i match di questo primo scorcio di stagione molti tifosi hanno lasciato i posti assegnati per stare in piedi e cantare insieme. "E' assolutamente stupido", ha detto il primo ministro. "In questo modo non terremo mai il virus sotto controllo".
Il conteggio giornaliero delle nuove infezioni da coronavirus nei Paesi Bassi ha superato i 2.000 casi per la prima volta lunedì, stabilendo un record per la quinta volta in una settimana. Rutte ha annunciato venerdì misure per limitare la diffusione del contagio, imponendo a bar e ristoranti una chiusura anticipata e limitando la dimensioni dei gruppi.
Rutte ha anche più volte avvertito che gli stadi, che finora hanno operato a circa un quarto della capienza per assicurare il metro e mezzo di distanza, potrebbero essere chiusi di nuovo se i tifosi non riescono a contenersi.
Ci sono regole anche per l'accesso e il deflusso dei tifosi che possono entrare e uscire dagli stadi solo in determinati orari, il che significa che alcuni devono arrivare con più di un'ora di anticipo mentre altri devono aspettare a lungo prima di potersene andare dopo le partite.