Coronavirus, forni crematori al limite. Appello al governo
Il Tempio Crematorio di Piacenza è saturo di salme. L'alto numero delle vittime da coronavirus Covid-19 rende lunga l'attesa della cremazione. Al limite anche gli impianti di Brescia, Piacenza, Modena e Parma
È un appello al governo e un invito alla popolazione a restare in casa: le foto strazianti del Tempio Crematorio di Piacenza, saturo di salme, mostrano i pesanti effetti del coronavirus Covid-19. Uno scenario che purtroppo si ripete ad Acqui Terme e Serravalle Scrivia (provincia di Alessandria, in Piemonte) e nelle altre città, come Brescia, Modena, Parma, dove i forni crematori sono al limite. Basterebbe un guasto per mandare in tilt il sistema.
Per questo il gruppo Altair Spa, che gestisce numerosi forni crematori in Italia, si rivolge al governo: "In questa situazione emergenziale straordinaria come mai prima - fanno notare - stiamo cercando di rispondere alle istanze delle istituzioni, della Protezione Civile, degli ospedali, del sindaco di Bergamo, cercando di dare una mano. Le circostanze però cominciano a diventare pesanti". In alcuni impianti si aggiungono viaggi straordinari della Protezione Civile organizzati con l'esercito ma non c'è più tempo. "Fino a quando riusciremo, continueremo ad essere a disposizione per cercare di aiutare le aree
maggiormente colpite. Ma alcuni non sanno più dove depositare i feretri" spiegano i responsabili di Altair.
"Alle istituzioni chiediamo un provvedimento specifico per il settore funebre perché abbiamo bisogno di misure straordinarie anche noi - continua la nota -. Non chiediamo un aiuto alle attività, ma di facilitazione della burocrazia, con la limitazione o l'eliminazione di determinate prescrizioni che oggi ingessano alcuni impianti e alcune parti del settore". L'unico intento, rimarcano, "è di lavorare un po' di più e più in sicurezza nella gestione degli impianti. Stiamo facendo turni importanti, alcuni impianti, come Piacenza, hanno un numero massimo di ore giornaliere durante le quali possono essere operativi. Una delle nostre richieste è di togliere, in fase emergenziale, questi limiti orari per poter aumentare la capacità di cremazione". Un ruolo importante lo svolgono tutti gli italiani. "Speriamo che i reportage che arrivano dai nostri forni crematori inizino a far aprire gli occhi a molta gente: dovete restare in casa".
Per questo il gruppo Altair Spa, che gestisce numerosi forni crematori in Italia, si rivolge al governo: "In questa situazione emergenziale straordinaria come mai prima - fanno notare - stiamo cercando di rispondere alle istanze delle istituzioni, della Protezione Civile, degli ospedali, del sindaco di Bergamo, cercando di dare una mano. Le circostanze però cominciano a diventare pesanti". In alcuni impianti si aggiungono viaggi straordinari della Protezione Civile organizzati con l'esercito ma non c'è più tempo. "Fino a quando riusciremo, continueremo ad essere a disposizione per cercare di aiutare le aree
maggiormente colpite. Ma alcuni non sanno più dove depositare i feretri" spiegano i responsabili di Altair.
"Alle istituzioni chiediamo un provvedimento specifico per il settore funebre perché abbiamo bisogno di misure straordinarie anche noi - continua la nota -. Non chiediamo un aiuto alle attività, ma di facilitazione della burocrazia, con la limitazione o l'eliminazione di determinate prescrizioni che oggi ingessano alcuni impianti e alcune parti del settore". L'unico intento, rimarcano, "è di lavorare un po' di più e più in sicurezza nella gestione degli impianti. Stiamo facendo turni importanti, alcuni impianti, come Piacenza, hanno un numero massimo di ore giornaliere durante le quali possono essere operativi. Una delle nostre richieste è di togliere, in fase emergenziale, questi limiti orari per poter aumentare la capacità di cremazione". Un ruolo importante lo svolgono tutti gli italiani. "Speriamo che i reportage che arrivano dai nostri forni crematori inizino a far aprire gli occhi a molta gente: dovete restare in casa".