Corte Indiana: "Donne d'età fertile possono entrare nei templi". Tradizionalisti in rivolta. Scontri
Sentenza della Corte Suprema Indiana ha cancellato un tradizionale divieto che non piace a molti uomini legati alla tradizione. Così il disaccordo si è ben presto trasformato in uno scontro con la polizia. Da una parte gli agenti coi bastoni, dall'altra un centinaio di manifestanti muniti di sassi che hanno cercato di controllare l'accesso verso il tempio. Tra i manifestanti ci sarebbero alcuni devoti pronti al suicidio pur di impedire il sacrilegio
Una sentenza della Corte Suprema indiana infiamma un centinaio di animi maschili: il permesso al gentil sesso di visitare i templi non piace ai 'tradizionalisti', tanto più se a varcare la soglia di luoghi sacri sono donne in età fertile fra i 10 e i 50 anni. Così il celebre tempio di Sabarimala, che accoglie l'altare del dio Ayyappa, nello stato meridionale del Kerala, è da giorni teatro di proteste. La situazione appare alquanto esplosiva, nonostante le azioni intraprese dalle autorità locali.
Anche l'incontro organizzato da Pinarayi Vijayan, primo ministro del Kerala, per sbloccare l'impasse coi sacerdoti responsabili del tempio, i discendenti dei Pandalam, la famiglia reale che in passato regnava sulla zona, tuttora proprietaria del sacro recinto, sembra non aver prodotto i risultati sperati.
Così capita che gruppi di uomini cerchino di controllare l'accesso a uno dei più venerati templi indù, scatenando un putiferio con la polizia. Il resto è cronaca. Scontri e arresti sono all'ordine del giorno, con devoti che minacciano addirittura il suicidio per evitare il sacrilegio. Nelle ultime ore, alcuni contestatori hanno circondato e intimidito delle giornaliste donne, compresa una reporter dell'agenzia France Presse, intenzionata a documentare l'evento. Solo la carica della polizia coi bastoni ha ristabilito l'ordine, almeno per qualche ora. Diversi i feriti, tra cui anche due croniste.
Anche l'incontro organizzato da Pinarayi Vijayan, primo ministro del Kerala, per sbloccare l'impasse coi sacerdoti responsabili del tempio, i discendenti dei Pandalam, la famiglia reale che in passato regnava sulla zona, tuttora proprietaria del sacro recinto, sembra non aver prodotto i risultati sperati.
Così capita che gruppi di uomini cerchino di controllare l'accesso a uno dei più venerati templi indù, scatenando un putiferio con la polizia. Il resto è cronaca. Scontri e arresti sono all'ordine del giorno, con devoti che minacciano addirittura il suicidio per evitare il sacrilegio. Nelle ultime ore, alcuni contestatori hanno circondato e intimidito delle giornaliste donne, compresa una reporter dell'agenzia France Presse, intenzionata a documentare l'evento. Solo la carica della polizia coi bastoni ha ristabilito l'ordine, almeno per qualche ora. Diversi i feriti, tra cui anche due croniste.
La decisione della Corte Suprema indiana
La decisione della Corte ha cancellato il divieto alle donne in età fertile di recarsi nel tempio. Questo ha provocato la furia dei tradizionalisti indù, tra i quali anche sostenitori del partito del premier Narendra Modi, il Bharatiya Janata Party (BJP). Il governo del Kerala ha assicurato che farà rispettare la sentenza e ha inviato sul luogo oltre 500 poliziotti in modo da garantire l'accesso alla struttura religiosa che si trova sulla sommità di un colle.