Covid. Il bambino esausto sul trolley della madre commuove il web. L'odissea dei migranti indiani
In India la pandemia ha messo a nudo le profonde disparità economiche e sociali: milioni di migranti hanno dovuto lasciare le città dove lavorano per mettersi in cammino lungo, strade, autostrade e ferrovie, con i bagagli sulla testa e i bambini in braccio, nel disperato tentativo di tornare a casa. Nelle ultime ore 16 sono morti in diversi incidenti stradali mentre sui social media le immagini del bambino esausto, addormentato sul trolley trascinato dalla madre, commuovono e pongono interrogativi.
L'India ieri ha varcato la soglia dei 75 mila casi accertati di Covid-19 nel secondo giorno più nero dall'inizio della pandemia con un record di decessi e nuovi casi registrati. Complessivamente il Paese conta ufficialmente oltre 78 mila infettati e oltre 2 mila 500 morti. Per fronteggiare l'emergenza sanitaria il primo ministro Narendra Modi ha imposto un blocco nazionale prorogato prima fino al 4 maggio e poi per ulteriori due settimane.
Il 'lockdown' ha fatto emergere in tutta la sua crudezza la piaga di milioni di poveri indiani che migrano dai villaggi delle campagne nelle grandi città in cerca di sostentamento, rimasti bloccati lontano da casa, senza lavoro e senza soldi.
La maggior parte di queste persone si sposta dai villaggi nelle metropoli indiane per lavorare come collaboratrici domestiche, autisti e giardinieri, o come manodopera giornaliera nei cantieri edili, nei centri commerciali o come venditori ambulanti e ora tentano in migliaia, disperatamente e con ogni mezzo, di tornare a casa.
Solo nelle ultime 24 ore la cronaca riporta sedici vittime in 3 diversi incidenti stradali nel Madhya Pradesh, nell'Uttar Pradesh e a Bihar. Otto migranti sono morti e 54 sono rimasti feriti nello scontro tra il camion su cui stavano viaggiando e un autobus proveniente dalla direzione opposta. Stessa sorte per due persone che viaggiavano su un bus che si è scontrato con un camion diretto a Katihar mentre 6 migranti sono morti investiti da un altro autobus mentre camminavano di notte lungo l'autostrada Muzaffarnagar-Saharanpur.
Da giorni giungono dall'India le immagini dell'odissea di migliaia di queste persone in movimento: ammassate senza alcuna protezione credibile nel retro di camion e autobus, facendo l'autostop o a piedi lungo strade e autostrade.
Sui social media indiani si moltiplicano le immagini e le storie di questo esodo pubblicate per cercare di attirare l'attenzione del governo sulla condizione di queste persone che tra l'altro hanno un disperato bisogno di cure mediche.
Una di queste storie, diventata virale nei giorni scorsi, è quella di una lavoratrice migrante incinta che stava tornando a piedi al suo villaggio nello stato indiano del Madhya Pradesh, dal Maharashtra. Lungo il cammino ha partorito e dopo il parto, si è riposata per due ore per poi riprendere il viaggio e camminare per altri 150 Km.
Particolare commozione sui social media ha suscitato nelle ultime ore il video pubblicato su Twitter del bambino esausto, addormentato sul trolley trascinato dalla madre:
Fellow journos @arvindcTOI and Naseem have shared this video and info on this video shot in west UP’s Agra , where this exhausted child latches on to a suitcase dragged by his mother - the family was walking between Punjab and Jhansi in UP . @OfficeOfDMAgra where are the buses ? pic.twitter.com/7ck4lWaECf
— Alok Pandey (@alok_pandey) May 14, 2020
La donna, che trascina valigia e figlio senza perdere il passo del piccolo gruppo partito dal Punjab che cammina lungo l'autostrada nei pressi di Agra, nell'Uttar Pradesh ha raccontato di essere diretta a Jhansi. Alla fine, se riusciranno ad arrivare sani e salvi a casa avranno camminato per 800 Km.