Covid. India, emergenza crematori: pire fai-da-te lungo i fiumi
Mentre il bilancio delle vittime aumenta, in alcune città indiane i crematori sono pieni e il cielo di notte si illumina per il bagliore delle pire funerarie. Comincia a scarseggiare la legna da ardere. Al collasso anche i cimiteri cristiani e musulmani
È emergenza nei crematori indiani, dalla capitale, Delhi, alle altre grandi città. Da giorni le strutture autorizzate non riescono più ad accettare i cadaveri per lo svolgimento dei riti funebri secondo la tradizione induista. Manca ormai la legna per le pire, mentre i crematori elettrici funzionano a pieno ritmo 24 ore su ventiquattro.
Gli operatori dei più grandi crematori della capitale stanno aggiungendo nuove piattaforme, ma i familiari delle vittime pubblicano sui social le immagini strazianti delle pire "fai-da-te", che nella notte bruciano illegalmente lungo le rive del fiume Yamuna. "Siamo al collasso", hanno fatto sapere anche gli addetti dei Ghat di Varanasi, la città sulle rive del Gange dove tradizionalmente si svolgono le cremazioni rituali.
Non resta un metro di terra libero neppure nei cimiteri musulmani e cristiani della capitale, che spesso sono affiancati gli uni agli altri: "È la prima volta che accade da quando questo cimitero esiste", ha detto il responsabile dello storico Jadid Qabristan Ahle Islam, il famoso cimitero musulmano di Delhi sovrastato dalla metropolitana. "I parenti ci supplicano di seppellire i loro defunti, ma non abbiamo proprio più spazio".
Lunedì, il paese ha registrato altri 2.812 morti, con circa 117 indiani che muoiono di Covid ogni ora mentre secondo gli esperti queste cifre sono probabilmente sottostimate. Le nuove infezioni hanno portato il totale dell'India oltre 17,3 milioni, dietro solo agli Stati Uniti.